Voto: 
7.6 / 10
Autore: 
Stefano Magrassi
Genere: 
Etichetta: 
Autoproduzione/Hardebaran
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Claudio Facheris - Voce
- Eros Mozzi - Chitarra
- Massimiliano Ducati - Chitarra
- Andrea Bochi - Basso
- Greg - Batteria


Tracklist: 

1. Free To Hate
2. By Yourself
3. Flash Over
4. VermiNation
5. One Trouble Less
6. Estd. 1996
7. No More Rules
8. The Denied God (live video from W:O:A 2004)(Bonus Track)
9. Wreck 'N' Roll (live video from W:O:A 2004)(Bonus Track)
10. L. R. S. (live video from W:O:A 2004)(Bonus Track)
11. The Worst Within (making of video)(Bonus Track)

Methedras

The Worst Within

Secondo full-length per la band milanese che negli anni (sono attivi dal 1996) ha saputo conquistarsi una fetta di pubblico sempre maggiore, fino a guadagnarsi nel 2004 la possibilità di esibirsi al Wacken Open Air Festival. Il Thrash-Death Metal dei Methedras è fortemente influenzato dalle ultime sonorità provenienti dagli Stati Uniti dal 2000 in avanti, in particolare i Testament di The Gathering, a cui i nostri si rifanno in parecchi stacchi, nella voce quasi in growl di Claudio e in alcune melodie quasi in stile Low.

Quindi, come già detto, sono i Testament il termine di paragone. E qui sta il problema principale: spesso e volentieri il gruppo sembra una band tributo ai cinque di San Francisco. I nostri però, grazie all'esperienza accumulata, hanno qualche asso nella manica che gli permette di distanziarsi quel tanto che basta dal sound dei californiani, dimostrando con una verve tipicamente europea (melodie e sfuriate 'core) di saperci ben fare.

The Worst Within è, per quella che sembra essere una scelta della band, un disco da assaporare velocemente e con gusto: solo sette tracce, arricchite da registrazioni live della loro esibizione al Wacken '04 e del making of del video della title-track. Appena ventisei minuti di potenza thrash , che alterna velocità e pesantezza, con mid-tempos carichi di potenza che sfociano in tempi sostenuti nel classico quattro quarti, arrichiti da riff ben costruiti e di impatto. Ottime le prove del giovane batterista Greg e della coppia di axe-men Mozzi/Ducati, senza dimenticare le linee vocali di Claudio sempre efficaci.

Un disco compatto e potente con all'interno canzoni di alta qualità come Vermination, tra quelle più Bay Area-oriented e letteralmente devastante, oppure come la conclusiva No More Rules, ancora una volta ispirata a piene mani dai Testament ultimo periodo e introdotta dalla bellissima ed arabeggiante strumentale/acustica Estd. 1995, dimostrazione di una preparazione da parte degli strumentisti che va oltre il semplice metal. Inoltre tutti i pezzi dimostrano una predilizione per le melodie mai fini a se stesse e per i ritornelli immediati e ricchi di cori. Una scarica di rabbia e potenza per una delle migliori band dell'underground italiano. Il tutto perfettamente confezionato in un digipack ben costruito (cosa non così scontata per gruppi senza un bugdet elevato).

Un disco consigliato a tutti gli amanti del Thrash, che conferma quanto sia prosperoso il nostro underground e quanto i Methedras siano in forma. Magari un album non troppo innovativo e forse troppo influenzato nel songwriting da alcune band storiche del genere, ma una prova di classe per questi cinque lombardi che comunque danno vita a canzoni piacevoli e con un sound abbastanza personale. Acquisto quasi ad occhi chiusi se siete amanti di Testament, Nevermore e simili.

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