- Rob Tyrner - voce
- Fred "Sonic" Smith - chitarra
- Wayne Kramer - chitarra
- Michael Davis - basso
- Dennis Thompson - batteria
1. Ramblin' Rose
2. Kick out the Jams
3. Come Together
4. Rocket Reducer No. 62 (Rama Lama Fa Fa Fa)
5. Borderline
6. Motor City Is Burning
7. I Want You Right Now
8. Starship
Kick Out the Jams
Non è esagerato a dirsi, senza il punk buona parte della musica moderna non esisterebbe: è grazie ad esso, tramite le sue evoluzioni, se abbiamo avuto movimenti come la dark-wave, il rock alternativo, l'hardcore (e di conseguenza thrash metal e derivati - cioè tutto il metal estremo -, grindcore ecc.), l'industrial, il grunge, per non parlare dello sterminato calderone post-punk (e post-hardcore) e di molto altro. Ma da dove viene il punk? Normalmente si pensa alla scena di New York nella metà degli anni '70, con Ramones e New York Dolls in primis, ma ovviamente un conto sono i primi passi del punk propriamente detto, un altro sono i gruppi che lo ispirarono e i suoi primordiali accenni. Dobbiamo andare ancora più indietro, negli anni '60, precisamente all'interno del garage rock: è da qui che iniziano a muovere i primi passi alcuni gruppi che avrebbero ideato una musica nuova e decisa. Una musica per l'epoca estremamente dura e aggressiva. E questi gruppi sono gli Stooges dello storico frontman Iggy Pop e gli MC5, provenienti dalla scena di Detroit e veri pionieri di quello che sarebbe stato il punk rock (e riuscendo ad influenzare anche l'hard rock e i gruppi heavy americani); sono soprattutto i secondi a rappresentare un grandissimo ed influente punto di riferimento, suonando quello che è a tutti gli effetti proto-punk. I Motor City Five (Detroit è infatti la capitale dell'automobile come è risaputo) vengono formati nel 1964 (però a Lincoln Park nel Michigan) da Rob Tyner alla voce, Fred "Sonic" Smith (futuro marito di Patti Smith) e Wayne Kramer alla chitarra, Pat Burrows al basso e Bob Gaspar dalla batteria. Neanche il tempo di registrare un album che Burrows e Gaspar abbandonano, assordati dal sound distorto e incalzante dei due chitarristi, e vengono sostituiti dal batterista Dennis Thompson e dal bassista Michael Davis.
Così giungono all'attenzione del pubblico a stelle e striscie, portando avanti la loro concezione di rock and roll, intingendola di psichedelia americana ed estremizzando la loro proposta, cinque ragazzi duri, grintosi, dal sound selvaggio e assolutamente innovativo rinforzato da imponenti amplificazioni e massicce distorsioni. Loro amavano la musica veloce e dall'attitudine ribelle, ma anche le sonorità dell'r & b e del free jazz in particolare (che Smith e Kramer spesso citano come loro grande influenza). Gli MC5 salgono alla ribalta grazie anche al loro messaggio rivoluzionario e "distruttivo", totalmente contrapposto alla cultura "love & peace" degli hippie e influenzato dall'ideologia di John Sinclair, leader del partito delle "Pantere Bianche", e del suo "assalto totale alla cultura con ogni mezzo necessario, inclusi il rock and roll, la droga e il sesso nelle strade"; lo stesso Sinclair notò gli MC5 in uno degli esplosivi live della band al Grand Ballroom, fino a diventare loro manager. Ed è così che per i quattro di Detroit si susseguono la partecipazione allo Yippies' Festival Of Life di Chigago e la firma del contratto con la Elektra. A questo punto il passo fino alla pubblicazione dell'esordio è breve. Nella loro musica converge l'irrequietezza di una generazione, rabbia concentrata in pochi accordi scarni ma devastanti, ed è nel 1969 che Kick Out the Jams giunge come il più duro e trasgressivo album mai composto prima di allora, tant'è che la stessa Elektra ebbe le sue grane con i testi espliciti delle canzoni. Questo inaudito album fu registrato il 31 ottobre 1968 come un disco live, sotto idea di Sinclair, sostenendo che solo in quel modo si sarebbe trasmesso il "vero spirito" degli MC5, e non si può dire che non fu un concerto quasi leggendario, aperto in maniera esplosiva dagli Stooges e catapultato in una surreale atmosfera fatta di luci stroboscopiche, marijuana, fumi e casse fragorose... sembrava che il concetto del "sex, drug & rock'n'roll" fosse prossimo ad imporsi nel mondo, supportato dalle chitarre acide e taglienti di Smith e Kramer, dall'intensa batteria di Thompson, dalla furia di un gruppo sconvolgente per quegli anni; intanto, ciascuno spettatore era coinvolto fin dentro al midollo nell'eccitamento del concerto e bastava soltanto essere presenti, poter dire "io c'ero", per diventare viva parte integrante di quell'evento senza pari, protagonisti come quei gruppi che esaltavano la folla dal palco con la loro musica assordante e frenetica. La parola d'ordine recitata quella sera fu "I wanna hear some revolution out there, brothers. I wanna hear a little revolution". Per l'epoca il messaggio musicale era assolutamente diretto e innovativo, e l'anticonformismo e i testi sfrontati si adattavano perfettamente al contesto, tanto che solo pochi reduci di quella data non sono pronti a giurare che quella serata paresse davvero che una rivoluzione, come una tempesta impetuosa, avrebbe travolto gli Stati Uniti e la sua classe politica ritenuta corrotta e opprimente. Anche se al giorno d'oggi quel messaggio non sortisce più molto effetto, rimane ancora la musica, viva, impulsiva, a farsi sentire con la sua furia e la sua carica.
"Brothers, it's time to testify. And I want to know: are you ready to testify? Are you ready?!! I give you a testimonial... THE MC5!!!"
Parte così uno dei dischi più grandi e sconvolgenti degli anni '60, con Ramblin' Rose, una carica di dinamite che esplode dritta sul palco, accompagnata dalla ruvida voce di Tyrner che cattura e trascina la folla con il suo carisma. Una forza irresistibile. Un'energia innovativa e seminale. Ma non è ancora stato detto nulla, viene ora la title-track, fragorosa esplosione che travolge il pubblico fin dalla storica frase "kick out the jams, motherfuckers!" urlata a squarciagola (e che l'etichetta volle rimuovere). Un anthem inciso direttamente nella storia rock americana e mondiale, che difficilmente si scorda, e che proietta immediatamente verso la dimensione punk anche per l'esauriente lunghezza del brano, neanche tre minuti, veloce e grintoso come vedremo un lustro e più dopo. Ormai l'assalto è cominciato, e gli Mc5 lo proseguono di gran carriera, ed arrivati ora al terzo brano è il blues/garage adrenalinico e graffiante di Come Together a catapultare nel vivo del concerto con riff veloci e infuocati come zampilli di lava. Quella che segue ora è una serie di canzoni che rappresenta la parte più calda del disco, partendo dalla veloce e frenetica Rocket Reducer No. 62 e proseguendo con Borderline, furia distorta ai limiti del punk che torna su di una lunghezza inferiore ai tre minuti. Ma fra tanta esaltazione sonora c'è una piccola isola relativamente tranquilla, il blues rock suadente ma al tempo stesso energicamente distorto di Motor City Is Burning, una parentesi ben più calma dopo tanta intensità e che prepara al rush finale del disco: I Want You Right Now scandisce l'atmosfera con i suoi riff cadenzati ma brucianti, accompagnati dalla carica della batteria. A metà canzone tutto si fa insolitamente tranquillo, quasi silenzioso se non per la carismatica voce che fluttua nell'aria... e quando è giunto il momento di riprendere, le urla di Tyrner esplodono e i riff tornano a ripresentarsi con la loro imponenza. E' probabilmente il brano più interessante del disco. L'ultima canzone, Starship, è una cover del jazzista d'avanguardia Sun Ra, amalgama affascinante di grinta e parti atmosferiche soavi e spaziali, una suite di otto minuti eccezionalmente eseguita fra scariche di violenza e momenti di riflessione adagiati in un ambiente oscuro e psichedelico.
Gli MC5 rappresentano così un tassello imprescindibile nella storia della musica, Kick out the Jams è il loro testamento scolpito nel marmo: nel giro di un anno venne scritto un macigno inamovibile che sarebbe stato un importantissimo punto di riferimento per innumerevoli gruppi, oltre che una delle massime prove rock anni '60. Un punto di riferimento irresistibile: anticipatore, potente, graffiante. Gli MC5 con l'esordio divengono una delle band americane anni '60 più influenti per la scena punk (assieme a Stooges e Velvet Underground). Kick out the Jams è un album grezzo, schietto, travolgente, nichilista, volutamente ruvido ed essenziale. In questo fu assolutamente seminale per generazioni di musicisti.
Signori, questo è grande rock.