- Dave Martone - chitarra, tastiere, basso
- Daniel Adair - batteria, percussioni e basso
- David Spidel - basso
1. Starz Scarz
2. Flatulation Farm
3. The Four Horsemen
4. Really Now!
5. Mike Crow’s Mailbox of Doom!
6. Fumble Fingers
7. Pung Yao
8. Angel
9. O My God I’m Swelling!
10. Double FF’s
11. Maneemanaw
12. Techno Bee’z
13. When the Aliens Come
When The Aliens Come
Dave Martone, virtuoso chitarrista canadese, arriva con When The Aliens Come al quarto disco solista, con l’intento di creare una possibile musica del futuro. Già dal titolo e dalla copertina emerge l’influenza dell’idolo di tutti i chitarristi, Joe Satriani, anch’egli spesso a contatto con il tema degli alieni e la cui ombra ispiratrice aleggia nelle distorsioni e nelle scale artificiali di Martone.
Allo scopo di dare questa impronta “aliena” alla sua musica, il chitarrista fa infatti uso pesante e sperimentale di effetti, che creano un’alone tecnologico nella melodia; e se da una parte queste distorsioni rappresentano un aspetto fresco e originale, un uso quantomai spropositato di esse rende il tutto terribilmente freddo e sterile, e solo talvolta trasmette l’atmosfera futuristica voluta, accentuando negli altri casi l’esagerazione dell’esercizio di stile di Martone, tanto veloce e complesso quanto poco emozionante.
Ne è una prova la terribile Fumble Fingers, che farà rabbrividire chiunque cerchi un anche minimo sentuimento nella musica, così come Mike Crow’s Mailbox Of Doom!, dove ritmi interessanti sono rovinati da sferzate ultraveloci totalmente insensate, e Pung Yao, che può gareggiare come uno dei brani lenti meno emozionanti di tutti i tempi.
Stupisce inoltre l’insensatezza di Maneemaunaw, pezzo lunghissimo e pressochè impossibile da ascoltare per intero a causa della ritmica eccessivamente statica e delle linee di chitarra completamente distaccate, e di Techno Beez, malriuscito tentativo di coniugare virtuosismi ed elettronica. Risultano migliori invece la iniziale Starz Scarz, pezzo interessante e coinvolgente supportato dall’accostamento di scale robotiche e riff distorti, la incalzante Really Now e la conclusiva When The Aliens Come, arricchita da rari momenti atmosferici.
Gli altri brani si mantengono sulla soglia della mediocrità, e si configurano come anonime dimostrazioni della innegabile perizia di Martone, e davvero troppo artificiali per poter raggiungere i sentimenti di qualsiasi ascoltatore.
In conclusione, When The Aliens Come è un disco eccesivamente spinto alla ricerca di un suono futuristico e di una performance esagerata, che lo rendono un prodotto freddo e noioso; i chitarristi appassionati di effetti e distorsioni potrebbero trovare alcuni spunti interessanti, tutti gli altri difficilmente arriveranno alla fine senza infastidirsi.