Les Fleurs
Les Fleurs è la seconda realizzazione per la one-man band tedesca dei Marsen Jules. Il sound electro-ambient già consolidatosi con il precedente Herbstlaub si presenta qui ulteriormente maturato e capace di esercitare una grande forza attrattiva sull’ascoltatore. Le soluzioni atmosferiche adottate sono innanzitutto puntuali in rapporto al titolo dell’album, oltre a essere supportate da un ammirevole artwork. Fin da lì infatti sono preannunciati i caratteri fondamentali del mood della band di Dortumund. Si tratta di un sound screziato, sfumato, come i petali di un fiore. Ricco di colori, profumi, ha il potere di incantare, di stordire, trasportando la mente in un paesaggio idilliaco. Si potrebbe definire il trionfo della natura. Di track in track, effetto per effetto, viene aggiunto un tocco di unicità a questo quadro, nel quale sono evocati pensieri, ricordi, sensazioni. E’ uno scenario musicale che riempie e allo stesso tempo svuota in modo straordinario. A cominciare dalla prima Ceillet Sauvage, con dei toni eterei ripetitivi che sembrano svanire nel nulla, ma che immancabilmente si rigenerano, si comincia a delineare insomma una sensazione di perfezione immanente a questa realtà di suoni e sfumature. E caratteristica principale di questo concetto d’eternità è la ripetizione della singola battuta, con in sottofondo magari dei suoni lucidi, come in La digitale Pourpre, dove toni molto distesi sembrano essere trascinati dal vento.
Da qui si gode dell’effetto narcotizzante della mistica Coeur Saignant o della calda Datura che ci trasporta in una foresta equatoriale indiana. Difatti l’aspetto figurativo in questo disco è molto importante e pervade tutto Les Fleurs rendendolo una sorta di viaggio fotografico attraverso la Natura. Si accennano perfino toni di effettiva malinconia in Gueule de Loup, molto affascinante per i suoni stranianti, con sotto note di keyboards evanescenti, appena accennate. Come ultima track si erge dall’alto dei suoi quattordici minuti Ceillet En Delta; brano delicatissimo, che si propone quasi timido all’ascoltatore. Esprime tutta la fragilità di questi scenari eterei e bellissimi come un sogno, forte del suo mistero e della sua ricchezza. I toni sono ritardati e, nonostante lenti, precipitano sgorganti come dotati di vita.
E’ un disco soporifero, squisitamente monotono nella sua pluralità d’effetti minimalisti, che però, se ascoltato con la giusta predisposizione mentale, trasmette delle sfumature d’ eccezionale effetto, le quali arricchiscono decisamente l’opera.
Line-up:
- Martin Juhls – synths and programming
Tracklist:
1. Ceillet Sauvage
2. La Digitale Pourpre
3. Couer Saignant
4. Datura
5. Anèmone
6. Guele De Loup
7. Coquelicot
8. Ceillet En Delta