-Marco Notari - Voce, cori, glockenspiel, chitarra acustica, pianoforte, chitarra elettrica, moog, scatole di cartone
-Madam:
Andrea Bergesio - Programmazioni, fender rhodes, sintetizzatori, musical box, pianoforte, hammond, plucked piano,
cori, jupiter 8, percussioni, novacord
Pax Caterisano - Batteria, percussioni, glockenspiel, scatole di cartone, piatti e grancassa
Luca Cognetti - Chitarra acustica, chitarra elettrica, percussioni, programmazioni, sintetizzatori, wurlitzer, pianoforte,
moog
Roberto Sburlati - Basso, percussioni
-Giorgio Boffa - Contrabbasso in 1,4 e 10
-Tommaso Cerasuolo - voce in 2
-Dario Brunori - Voce in 7
-Taketo Gohara - Piatti in 3 e maracas in 7
-Andrea Bergesio - Arrangiamenti e scrittura per archi e fiati
01. Io?
02. Le Stelle ci Cambieranno Pelle ( feat. Tommaso Cerasuolo)
03. La Terra senza l' Uomo
04. Dina
05. Hamsik
06. Io, il mio Corpo e l' Inconscio
07. L' Invasione degli Ultracorpi
08. Apollo 11
09. Canzone d' Amore e d' Anarchia
10. Io? - Reprise
Io?
"Sotto il cielo di Torino niente è verità / Sotto il cielo di Bagdad è tutta una bugia / Non addormentarti, non credergli, non credergli"
Fin dai suoi esordi discografici, Marco Notari ha sempre mantenuto con ardore e testardaggine un proprio modo di fare musica capace di unire testi tersi di nostalgica inadeguatezza tipici dei cantautori dall' età ormai non più verde con un apparato melodico eclettico, o quanto meno scevro dall' essere monotono. Io? è una domanda retorica pronunciata da chi, forse, non si aspettava un livello tale di considerazione da far sussultare: risultare utili, e in qualche modo crescere. Considerazione che ha meritato lo stesso Marco quando dopo l' esordio formativo risalente a cinque anni fa ( Oltre Lo Specchio, per la Artes-Mescal) centrò il successo con Babele, concept album che a differenza dei tanti falsi comunicatori o psicologi sapeva parlare mediante un' autentica attrazione emotiva a quella buona fetta di pubblico giovanile attivo ed intelligente, interessando naturalmente in egual misura anche i più anziani, tanto che nemmeno un anno più tardi verrà ristampato in versione vinilica col nome di Babele:noir insieme ad un brano inedito ed un breve romanzo composto da tredici racconti. Il suddetto disco, composto per lo più da strumenti canonici, non si faceva bello per apparire, ma anzi preferiva farci condividere le "puzza" a cui i due ragazzi protagonisti del disco (Cristiano e Lucia) erano costretti a sottostare. Una Babele sporca e rumorosa, sebbene piena di niente, di cui Marco Notari, laureato in economia politica, torna a parlare a distanza di tre anni con, appunto, Io?.
Un disco stavolta incentrato sulle persone a noi care e riguardante in particolar modo la sensibile sfera di emozioni che ne deriva, dal taglio maggiormente riflessivo ed introspettivo ma affatto timido o pigro, come invece accade molto spesso in Italia per temi simili a questi. Parte dal corpo di sua madre, per poi iniziare a studiare attentamente la vita della persona in sè usando, proprio come farebbe un neonato, più gli organi sensoriali che la mente, finendo addirittura per citare il tema della circolarità buddista. Stravolgendo gran parte dei connotati stilistici che lo avevano contraddistinto fino ad ora come una delle più interessanti realtà indie-rock italiane, in Io? Marco Notari incredibilmente riserva il disprezzo solamente per un brano, preferendo parlare amorevolmente di tutto ciò che lo ha circondato negli ultimi anni, periodo che, a detta dello stesso Marco, ha fornito una serie di spunti da cui poter trarre una riflessione. Contemporaneamente all' apertura di altre vedute nei testi, la musica varia ampliando anch' essa le vedute di stili, che grazie all' alternanza di strumenti inusuali ( ottoni, archi, fiati ed una sessione percussiva composta talvolta da scatole di cartone) ad altri più consueti ( pianoforte, chitarra, glockenspiel) riesce ad adattarsi persino in un ambito non facile qual'è quello del dream pop di matrice sperimentale architettato dall' islandese Jónsi, qui fatto assopire dall' elettronica nei momenti più posati ed invelenito con il basso negli episodi di denuncia. Taketo Gohara, già produttore per nomi come Baustelle, Vinicio Capossela ed Egokid, in fase di mixaggio pulisce il suono da ogni imperfezione, e si sente: l' impianto non risulta mai carente o scarno, ma anzi riesce ad accompagnare il cantato per tutto il tempo della canzone adottando il mood adatto per ogni occasione... Sia quando composto da orchestrazioni sia quando si ritorna a sonorità di impatto similari con i precedenti lavori. Una scelta, quella di abbandonare quel sound che è tutt' ora alla base di gruppi come i Nadàr Solo, assimilabile solo con una serie di ascolti per non incappare nell' errore di considerare la musica di Io? solo come una trovata commerciale fin troppo derivativa: in questo terzo capitolo, se possibile, Marco Notari invece si smarca dagli esordi indie, affinando l' urgenza di Babele in modo da portarsi sul territorio a lui più consono, ovvero quello del pop-rock.
Certo, bisogna senza dubbio precisare che il tema portante di Io? gioca sicuramente a suo sfavore se rapportato con il precedente lavoro, ma tra un ricordo e l' altro tuttavia questo nuovo episodio riesce a focalizzarsi discretamente sul concept, sebbene le tracce siano troppo influenzate da sentimenti metereopatici molto spesso in contrasto tra di loro. Dotato poi come al solito di un kit completo, risulta estremamente interessante seguire le descrizioni dei vari brani durante l' ascolto di questi, ed il fatto di avere inserito oltre al canonico booklet un libretto contenente i pensieri e le riflessioni dell' autore fornisce già di per sè un interessante seguito dell' album. Album che, in senso lato, nasce con la title-track in un tripudio di congestioni sonore eseguite alla maniera dei Verdena senza la psichedelia, prosegue rinnovande le orchestrazioni ancestrali dei Tiromancino con Le Stelle Ci Cambieranno Pelle ( in coppia con Tommaso Cerasuolo, membro dei Perturbazione e curatore anche dell' artwork). La Terra Senza L' Uomo, versione solista dei Ministri, e Dina, di cui si apprezzano le intenzioni ma non troppo il risultato estremamente melenso, deviano l' inedito percorso in qualcosa di spreciso e poco chiaro, mentre spetta ad Hamsik giocare il ruolo della vecchia Babele, confezionando un gioiello rabbioso con cui l' autore ci dice che il periodo di crisi non si può passare se gli italiani sono uniti solamente durante le partite di pallone. La dichiarazione di intenti Io, il mio corpo e l' inconscio ancora una volta risulta piuttosto stralunata ed appesantita, ma è quando l' argomento del brano si fa più interessante che arrivano le stoccate fondamentali di L' Invasione degli Ultracorpi e Apollo 11. La prima, in compagnia stavolta di Dario Brunori, ricalca su di un velluto di finissimi sinth le vicissitudini di Davide e Mohammed, così diversi all' apparenza ma in verità molto uguali nel profondo, mentre la seconda citando con garbo i Baustelle si prodiga in un romanticismo tout court esplicitato lungo l' arco di questa dolcissima parentesi mistica. Canzone d' Amore e d' Anarchia, tributo alla pellicola Film d' Amore e d' Anarchia di Lina Wertmuller e pura poesia di astrattismo pop, introduce la fine, ovvero quella Reprise di Io? che chiude letteralmente il cerchio mediante questo curioso espediente di matrice buddista.
Marco Notari con il nuovo act di Io? si snatura ancora una volta nella musica, lasciando l' esperimento ancora in fase di svolgimento. La sua prosa ed i concept settantiani sono ancora tutti lì a brillare con una buona manciata di nuovi pezzi di cui godere, ma alla maggior parte delle ritmiche settate verso il fronte del pop dovremo dare il tempo di crescere, magari acquisendo varianti non sempre tutte similari. In ogni caso, il microcosmo sentimentale di Marco Notari funziona, non solo a fronte del suo talento di scrittura ma anche grazie all' apporto di un maggior ingegno nella strumentazione. Chi ancora non lo conosce, adesso non avrà più scuse.