- Lars F. Larsen - voce
- Kristian H. Larsen - chitarra
- Kasper Gram - basso
- Mads Volf - batteria
- Martin Arendal - chitarra
1. Enter the Carnival (02:07)
2. The Black Circus (05:26)
3. Intuneric I (00:31)
4. Enchanted Mind (05:30)
5. Intuneric II (01:02)
6. Forever Carousel (05:54)
7. Freakshow (04:53)
8. Gypsies' Dance Part 1 (06:34
9. Intuneric III (00:36)
10. Wisdom (07:00)
11. Intuneric IV (02:00)
12. Disciples of the Entities (05:48)
The Black Circus, Part 1 - Letters
Finalmente un po’ di power di classe, potente, pensato e suonato con cura. I Manticora vengono dalla Danimarca, in cui il power metal è ben suonato e rappresentato (vedi Wuthering Heights, Tad Morose ecc.) e si vena spesso di elementi progressive volti a dare maggiore spessore ad una scena molto inflazionata (vedi ancora i Beyond Twilight di Finn Zierler). Questo nuovo lavoro della band danese si presenta come un concentrato di power speed che riporta ai primi Blind Guardian. Ed in effetti la band tedesca è sicuramente in testa alle influenze dei Manticora. Nel cantato, nei riff, nella imponenza e nella fantasia del song-writing. Non c’è solo questo naturalmente; pur avendo sempre in testa il Guardiano Cieco, i cinque allievi hanno alle spalle cinque album in studio, sicuramente non ci stanno al paragone forzato, ed inseriscono elementi di distacco dal canone usuale, che si manifestano nell’attitudine thrashy che spesso salta fuori nel corso dell’album, o nelle frequenti calate in ambito progressive. L’esplosione iniziale affidata, dopo una suggestiva e tenebrosa introduzione, alla title-track è qualcosa che da tempo non si ascoltava in ambito power: una batteria da scossa tellurica, molto veloce, che conferma subito l’attitudine allo speed della band. E non manca, come già detto, l’elemento progressive: una canzone come Enchanted Mind (e una voce come quella del singer Larsen) non possono che richiamare alla mente i Symphony X nelle soluzioni. Strepitoso in questo senso lo stacco di batteria che spezza la canzone in due punti, arricchiti dai cori, sfocianti, per la prima parte, in un assolo che nulla ha da invidiare a realtà più note del panorama.
Tutti questi elementi non privano la band di una propria ed unica personalità, che si rivela subito nella struttura varia ma equilibrata di The Black Circus. Impossibile non resistere ad un pezzo lungo, sostenuto e con un ritornello glorioso come Forever Carousel, che forse riassume in sé tutti gli elementi che rendono ottimo l’intero album. Quella in esame è solo la prima parte di un grande concept horror incentrato sui racconti del maestro H.P. Lovecraft. In questo senso i Manticora ricreano discretamente l’atmosfera allucinata che deve pervadere il racconto, che richiama alcuni capitoli indimenticabili di altri concept come in The Dark Saga degli Iced Earth. La potenza dell’album è mitigata da non troppo frequenti pause, chiamate Intuneric, che fungono da inserti narrativi o in ogni caso a dare risalto alle atmosfere cupe del platter, arricchite da inquietanti voci di bambini ed effetti volti a creare la giusta cornice ai brani. A far prendere un respiro all’ascoltatore contribuisce anche la splendida ballata Freakshow, in cui Larsen, accompagnato da un insistente e cupo arpeggio di chitarra (che anche qui ricorda il lato più melodico degli Iced Earth) dà prova di grande abilità nell’interpretazione del brano, davvero uno dei punti forti dell’album. Un CD da ascoltare (e riascoltare) tutto d’un fiato, che nella sua ricchezza di particolari, nei suoi cori, nella sua potenza dimenticata, unisce mirabilmente tutti gli elementi che fanno del power metal un genere capace di canalizzare l’attenzione di larghe fette di ascoltatori di musica pesante. E i Manticora lo sanno ormai fare: si aspetta il seguito di uno degli album power dell’anno.