Voto: 
10.0 / 10
Autore: 
Jacopo Prada
Genere: 
Etichetta: 
Geffen
Anno: 
1983
Line-Up: 

- Eric Adams - voce
- Ross "The Boss" Friedman - chitarra
- Joey DeMaio - basso
- Scott Columbus - batteria


Tracklist: 

1. Warlord (04:15)
2. Secret Of Steel (05:50)
3. Gloves Of Metal (05:25)
4. Gates Of Valhalla (07:12)
5. Hatred (07:42)
6. Revelation (Death's Angel) (06:31)
7. March For Revenge (By The Soldiers Of Death) (08:31)

Manowar

Into Glory Ride

Tutti sanno quanto è difficile ripetersi dopo l’uscita di un capolavoro ed ottenere nuovamente l’apprezzamento del pubblico. E’ appunto il secondo disco che dimostra se un complesso è destinato a fare carriera oppure no. Dopo il successo ottenuto con Battle Hymns, i Manowar acquistano sempre più credibilità in ambito Metal. Ciò nonostante, Donnie Hamzik decide di abbandonare il gruppo, dedicandosi all’attività di session man, e viene quindi sostituito da Scott Columbus. La leggenda vuole che Scott fosse precedentemente un operaio e che avesse colpito DeMaio per il suo stile potente e distruttivo. I Manowar saranno anche famosi per le loro numerose liti con varie case discografiche e la prima di queste li porta a separarsi dalla Liberty Records ed a firmare per la Music For Nations. Quest’ultima, che in futuro diventerà molto importante, mette a disposizione della band solamente seimila dollari per la registrazione di un nuovo disco. Nonostante lo scarso budget il gruppo registra Into Glory Ride, che verrà prodotto in Europa dalla Geffen. Durante le sessioni di registrazione, i Manowar incidono anche Defender, primo singolo del complesso, che li vede collaborare per l’ultima volta con Orson Wells.

La canzone che apre Into Glory Ride, Warlord, è la classica opener: diretta, dotata di un ritornello facile da memorizzare, poco impegnativa ma sempre piacevole. L’intro della canzone è veramente divertentissimo e manifesta un certo interessamento da parte dei Manowar ad alcuni “piaceri” della vita. Il cambio di batterista si sente: lo stile di Scotto è nettamente meno tecnico e più energico di quello di Donnie. In Secret Of Steel, i Kings offrono una chiara attestazione di quello che viene comunemente chiamato Epic Metal. La canzone è lenta, memorabile ed i possenti cori la rendono inoltre capace di ricreare atmosfere di tempi lontani e leggendari. Il testo, scritto da Ross insieme con Joey, è di natura fantastica e prova la capacità dei Manowar di alternare testi sicuramente meno impegnativi ad altri, più oscuri e ricercati. Un riff molto Heavy, stilisticamente anni ottanta, apre Gloves Of Metal, terza traccia di Into Glory Ride. Questo brano è in assoluto uno dei migliori di tutto il platter. Il ritmo è incalzante, la prestazione vocale di Eric, come al solito, straordinaria ed il tutto è contornato da un’atmosfera decisamente bellica. La canzone è celebre anche perché è la prima ad essere accompagnata da un video. Il clip promozionale, assolutamente storico ed imperdibile, vede i Kings Of Metal battagliare per difendere il proprio villaggio e le proprie donne. Il video non è ricco di effetti speciali ed è , anche per questo motivo, proprio sensazionale. Un fatto curioso è il pubblico che segue la band mentre suona, composto non proprio da metal kids. Osservare attentamente il video rimane la cosa migliore da fare. Gates Of Valhalla è introdotta da alcuni arpeggi ricchi di pathos e da un Eric Adams più in forma che mai. La song esplode poi in una marcia guerresca, diretta verso la gloriosa sala degli eroi vichinghi. La pelle d’oca, causata dagli stupefacenti acuti del singer americano, accompagna l’ascoltatore per tutta la durata (più di sette minuti) della canzone. La struttura del pezzo è essenziale ma si rivela alla fine vincente.

Un’altra track molto lunga è Hatred, che dura quasi otto minuti. Distorsioni strumentali e confusione fungono da immissione a questo classico del gruppo. Eric in tale occasione sembra recitare il testo invece che cantarlo. Il brano, senza dubbio originale, si dimostra però il tallone d’Achille di Into Glory Ride, dal momento che stona non poco con le sonorità delle altre composizioni. I Manowar fortunatamente si riprendono subito con Revelation (Death’s Angel), vera e propria cavalcata di pregevole fattura. Il testo parla addirittura dell’Apocalisse di San Giovanni. Quest’opera infatti si intitola, in lingua inglese, Revelation, poiché la parola apocalisse, di etimologia greca, significava, in principio, proprio rivelazione. Particolarmente interessante in Revelation è la parte ritmica, molto varia ma coordinata, che però mette in mostra qualche carenza tecnica di troppo da parte Scott. La notevole durata della maggior parte delle canzoni, presenti su Into Glory Ride, non sembra condizionarne la qualità, che, anzi, risulta addirittura maggiore. Non rappresenta un’eccezione nemmeno la conclusiva ed interminabile March For Revenge (By The Soldiers Of Death). Tutti i componenti del gruppo danno il meglio di sé, dando vita in questo modo ad un altro classico dei Kings, immancabile ad ogni concerto. Lo schema del brano è molto simile a quello testato con Batte Hymns ed il risultato finale non cambia: strofe incastonate in maniera divina, ritornello travolgente, intermezzo placido,delicato ed un assolo devastante, tutto accompagnato da un testo, molto ispirato, di stampo pugnace.

I Manowar scrivono, attraverso solamente sette stracce, un altro capolavoro del panorama Epic Metal. Escludendo Warlord, assai tamarra ma divertente e piacevole, e Hatred, sicuramente non una delle migliori composizioni scritte dal gruppo, ci si trova di fronte ad un album dalle sonorità decisamente epiche e barbariche. Questo lavoro porterà la band ad intraprendere un tour in Europa. In programma ben 27 date, tutte cancellate poi a causa di un incidente. La Metal Blade inoltre ristamperà, nel 2001, l'album in questione. Tale edizione limitata, rimasterizzata con moderne tecnologie e più curata graficamente rispetto all’originale, è consigliata ai fan più sfegatati. Into Glory Ride rappresenta, a prescindere dall’edizione in cui si presenta, il secondo, straordinario, capitolo della tetralogia epica della discografia dei Manowar. Attenzione però, perché non è finita, ed il meglio deve ancora venire!


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