- Kyle Simmons - Voce
- Phil Fasciana - Chitarra
- Rob Barrett - Chitarra
- Justin Di Pinto - Batteria
- Gordon Simms - Basso
1. The Will To Kill (03:58)
2. Pillage And Burn (02:21)
3. All That Remains (03:55)
4. With Murderous Precision (03:49)
5. Lifeblood (03:31)
6. Assassin Squad (03:05)
7. Rebirth of Terror (03:34)
8. Superior Firepower (03:34)
9. Divide And Conquer (04:58)
10. The Cardinal`s Law (05:18)
11. Burnt Beyond Recognition (03:30)
The Will To Kill
Rieccoli qui, con le spalle cariche di delusioni e amarezze, ma anche di quelle glorie che sono concesse solamente a pochi gruppi, ai migliori, ai più grandi. Costantemente vissuti sotto l'ingombrante ombra di act contemporanei più celebri (Morbid Angel su tutti), i Malevolent Creation hanno piuttosto faticato nel ritagliarsi uno spazio dello stesso spessore degli acts estremi connazionali eppure, mentre i loro compatrioti cominciavano a cadere sotto i colpi di progressive crisi creative e cali compositivi, Phil Fasciana e soci hanno continuato a pestare duro, più duro di prima, proseguendo la propria scia di capolavori fino a quello che, a conti fatti, rimane la più grande testimonianza del loro nuovo, massacrante corso stilistico: The Will To Kill, registrato e distribuito nel 2002 dalla Nuclear Blast.
Chitarre più taglienti e soffocanti che mai, ritmiche che sbattono come martelli pneumatici sui timpani, riffing serrato e oscuro; The Will To Kill è l'evoluzione perfetta del death metal old-school del dopo duemila, di un genere che, se da una parte vedeva penetrare al suo interno sempre più componenti avanguardiste e di contaminazione, dall'altra stava rimanendo privo delle sue caratteristiche originarie, della dirompente forza espressiva del periodo 1989-1992 e di tutto quel mood tetro e marcio che è andato perdendosi nei giorni.
Il tempo di far partire l'omonima opener The Will To Kill che la violenza e l'odio dei Malevolent Creation prende corpo con impressionante velocità: le strofe del brano sono accattivanti come non mai, il sound riprende in chiave più moderna il mood tetro e oscuro dei precedenti capolavori, per un concentrato di disumana cattiveria che esplode in un fantastico, indimenticabile refrain. Pennate al vetriolo e ritmiche forsennate si intrecciano e si scontrano durante tutta la durata del disco che, brano dopo brano, cresce in forza e impatto: All That Remains (caratterizzata da uno dei più violenti riff d'apertura del death metal), la soffocante atmosfera che cova nel rabbioso riffing dei capolavori Assassin Squad (angariante nella sua disperazione melodica), Lifeblood, With Murderous Precision e Cardinal's Law, sono solamente piccoli esempi dell'incredibile evoluzione stilistica e compositiva del gruppo newyorkese. A livello di presa emotiva e tecnica esecutiva il passo in avanti è di straordinaria lunghezza; il songwriting si dimostra estremamente più maturo sia nelle sfuriate più claustrofobiche (Burnt Beyond Recognition, Superior Firepower) che nelle parti più cadenzate (Rebirth Of Terror, Divide And Conquer) elevando di conseguenza, tramite un sound ancora più moderno e accattivante, quello che era stato il loro massacrante death metal delle origini.
The Will To Kill è il verdetto finale che mette alla gogna tutti coloro secondo cui i Malevolent Creation erano morti e sepolti da tempo assieme alla loro incompresa grandezza. Un capolavoro del metal estremo del nuovo millennio che spazza via qualsiasi sorta di dubbio e scetticismo nei loro confronti, dimostrando al tempo stesso l'incredibile coerenza e l'infinito impegno di un gruppo che, stando al proprio elevatissimo spessore artistico, non è mai stato abbastanza compreso, amato e (permettetemelo) osannato. La riesumazione dell'inferno death metal coincide ancora con loro, divinità incontrastate della violenza e dell'odio.