Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
Massacre Records/Audioglobe
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Phil Fasciana - Chitarra
- Jon Rubin - Chitarra
- Jason Blachowicz - Basso
- Bret Hoffman - Voce
- Dave Culross - Batteria

Tracklist: 

1. Cauterized (03:48)
2. Culture Of Doubt (04:18)
3. Deliver My Enemy (feat. Mick Thomson of Slipknot) (05:25)
4. Archaic (03:09)
5. Buried In A Nameless Grave (03:46)
6. Dawn Of Defeat (03:37)
7. Prelude To Doomsday (03:32)
8. Upon Their Cross (04:45)
9. Strength In Numbers (04:57)
10. Hallowed (04:34)
11. Unleash Hell (03:28)
12. Bio-Terror (03:59)

Malevolent Creation

Doomsday X

Il ritorno sulle scene dei Malevolent Creation era atteso più o meno da tutti, dato che si sta parlando di una delle principali e durature leggende del death metal americano, un indiscutibile nome storico che però - come si è già abbondantemente discusso da ogni parte - non ha mai goduto del successo che si meritava. Ma al contrario di moltissime band celebri del metal estremo d'oltreoceano, il gruppo di Phil Fasciana è rimasto compatto col passare degli anni e, nonostante i molti cambi di line up, i Malevolent Creation sono continuati a crescere, a migliorarsi e a produrre lavori mai scadenti, figli di un ideale estremo incorruttibile e devastante. Con Warkult del 2004 Fasciana e soci avevano sconvolto quella critica superficiale che li aveva dati per spacciati, per poi rimanere tre anni in silenzio, chiusi in sala di registrazione per registrare un altro tassello della loro lunga discografia; una gestazione lunga e silenziosa, che ha dato vita a Doomsday X, l'apocalittico ritorno della band di Buffalo, dodicesimo disco di un gruppo che dopo quasi vent'anni di carriera ha ancora furia e violenza da vendere nella maniera più assoluta.

Il Giorno del Giudizio X (che in italiano non rende molto) è un impressionante concentrato di velocità, potenza e cattiveria; il riffing è come al solito martellante e cupo, claustrofobico nelle sue geometrie intricate fatte quasi sempre di velocissimi monocorde dietro cui la batteria indiavolata di Dave Culross compie miracoli di tecnica, supportato dal sempre presente basso di Jason Blachowicz con cui forma una struttura ritmica dall'impatto devastante. Si parte con Cauterized, brano che nelle sue note iniziali tanto ricorda i Bolt Thrower per forme e melodie, ma che poi si trasforma in una canzone in pieno stile Malevolent Creation con quelle pennate veloci e quel blastbeat indiavolato che è oramai un marchio di fabbrica del combo statunitense.

Man mano che si va avanti con l'ascolto è normale che venga fuori l'idea che Doomsday X possa essere la colonna sonora di un massacro: Culture Of Doubt (molto vicina allo stile di In Cold Blood) e Deliver My Enemy sono due mazzate in pieno stomaco, aspre e graffianti nei loro passaggi oscuri e opprimenti che mai trovano uno spiraglio di luce ma continuano a devastare senza sosta. Stesso discorso per Archaic e Buried in a Nameless Grave, i due pezzi migliori del disco, violenti e costruiti su basi ritmiche solidissime su cui le chitarre di Fasciana e Rubin si snodano e si reintrecciano in maniera eccellente producendo violenza riff dopo riff. A coronare il devasto del songwriting ci pensa poi il solito Bret Hoffman, il cui growl diventa ancora più aspro e graffiante, più sofferto, come si può notare in ogni singola nota che compone questo Doomsday X che continua con i vortici di Prelude To Doomsday o ancora con le indistruttibili sfuriate dell'altra perla Unleash Hell, un pugno nello stomaco, costruita su fraseggi intricati ed estremamente coinvolgenti.

Se in Doomsday X manca, come per gli altri album, il grande riff indimenticabile, il refrain trascinante e immortale, dall'altra parte il neonato in casa Malevolent Creation è un capolavoro per costanza e per continuità; in Doomsday X non c'è un momento di pausa, nè un attimo in cui il disco cala minimamente, i riff si susseguono l'uno dopo l'altro in un concentrato di furia e violenza come non si sentiva dai tempi di The Will To Kill, dal momento che nemmeno Warkult riuscì a raggiungere alti livelli sotto questo aspetto. Chi li aveva dati per spacciati deve purtroppo (o per fortuna) ricredersi. I Malevolent Creation sono tornati e l'hanno fatto alla grande, cancellando i superficiali pregiudizi che ruotavano attorno l'attesissimo annuncio di Doomsday X, ennesima prova che il gruppo statunitense è stato l'unico grande reduce dei nomi storici del death metal d'oltreoceano che, uno dopo l'altro, sono affondati per poi tornare con effimere e inutili ricomparse, e se non è un dato di fatto questo..

Si tratta quindi di un ritorno più che convincente, in pieno stile Malevolent Creation, in cui si possono ancora ritrovare la rabbia e la furia che caratterizzavano i capolavori del passato; Doomsday X eccelle infatti anche sotto questo punto di vista, in quanto il proprio spessore compositivo gira sul perfetto alternarsi di rivisitazioni del riffing d'un tempo e una nuova e moderna carica esplosiva che era già percettibile dalle note di Warkult.
Grande lavoro per una grande band.

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