Voto: 
7.3 / 10
Autore: 
Corrado Penasso
Genere: 
Etichetta: 
Nuclear Blast
Anno: 
2010
Line-Up: 


Brett Hoffmann – Vocals
Phil Fasciana - Guitar
Gio Geraca – Guitar
Jason Blachowicz - Bass
Gus Rios – Drums

Tracklist: 


1. United Hate 03:31
2. Conflict Finalized 03:31
3. Slaughterhouse 04:11
4. Compulsive Face Breaker 03:18
5. Lead Spitter 03:23
6. Target Rich Envrionment 03:39
7. Antagonized 03:39
8. Born Again Hard 03:16
9. Corruptor 03:52
10. Invidious Dominion 03:01 

Malevolent Creation

Invidious Dominion

Undicesimo studio album per la macchina da guerra Malevolent Creation, una delle più inossidabili e fedeli band che il death metal abbia mai partorito nella sua storia. Dal lontano 1987, mai un cenno di volontà di cambiamento, mai un’ innovazione che possa essere considerata tale in un sound monolitico e di chiara derivazione thrash metal, ma un solo obiettivo: massacrare gli strumenti. Su questo Invidious Dominion, la formula rimane la stessa (come anche chiaro dalla mia introduzione), pur velocizzandosi ulteriormente rispetto agli album precedenti. Lo stile risente moltissimo da ciò che la band fu capace di creare con il tagliente e tirato album Envenomed. Dopo quell’uscita di ben dieci anni fa, la band decise di rallentare un po’ il sound e buttarci dentro maggiori influssi thrash metal per creare forse il loro album migliore, ovvero The Will to Kill. Persino Doomsday X (2007) non lasciava intravedere segni di un futuro viramento fatto di velocità, ma ecco che i nostri musicisti da Fort Lauderdale ritornano con un lavoro dalla violenza disumana, la quale mostra anche inevitabilmente alcuni punti deboli.

Analizziamo bene il disco, ora. Solitamente, quando ci si trova a che fare con un lavoro di metal estremo che viaggia per il 99 % in blast beats è dura trovare qualcosa di veramente esaltante perché passata l’inevitabile e comprensibilissima euforia del primo momento, ecco che i difetti cominciano a venire a galla. Sia ben chiaro che con ciò non voglio assolutamente mettere in discussione l’oggettiva qualità del prodotto, ma semplicemente avvertirvi che le tracce su Invidious Dominion sono molto meno complesse e strutturate di quelle a cui i Malevolent Creation ci avevano abituato, con conseguente carenza di momenti veramente esaltanti. D’altro canto se alcuni lavori più recenti annoveravano molti fillers e minuti di troppo, con questa nuova uscita potete stare tranquilli: in trentacinque minuti, la band praticamente non smette di pigiare sull’acceleratore e compone alcune tra le tracce più violente della sua storia.

Brett Hoffmann, ritornato in formazione nel 2006 dopo l’abbandono dell’indimenticabile Kyle Simmons, risulta molto più convincente e potente che su Doomsday X anche se la potenza vocale del suo predecessore era qualcosa di fuori dal comune. La produzione del disco è potente e cristallina al fine di fare risaltare al meglio l’attacco frontale dei nostri, ben introdotto da una rullata con i conseguenti blast beats di United Hate. Gus Rios alle pelli è un treno che martella con una precisione chirurgica ma già da questa canzone potete notare come le strutture non cambino più di tanto, accompagnando al massimo tre/quattro riffs diversi. Le composizioni a seguire non mutano molto in termini di stile ed impatto, focalizzando la loro attenzione sulla velocità, mentre i pochi momenti in mid-tempo danno solo una momentanea sensazione di pace, pur senza brillare anche in questo caso. Da segnalare la buona sezione solista delle chitarre in Slaughterhouse o i perfetti stop and go per la compattissima Compulsive Face Breaker.

Target Rich Envrionment
si distingue perché contiene alcuni momenti meno impulsivi e maggiormente votati a ricreare un’atmosfera lugubre, facendo in modo di risultare piacevole all’ascolto. Avvicinandoci alla fine, posso segnalarvi il buon ritornello di Born Again Hard e poco altro (le fasi soliste di una maggiormente varia Corruptor) perché il gruppo continua a suonare su tempi sostenuti, con pochi momenti in cui le idee prendono veramente  il sopravvento sulla mera velocità. A fine dell’ascolto mi sorge una domanda: che i Malevolent Creation abbiano voluto celare la carenza di idee sotto una marea di brutalità a lungo andare sconclusionata? Il dubbio rimane anche se Invidious Dominion sarà sicuramente apprezzato dagli intransigenti del genere, ma forse non così venerato come in occasione delle uscite passate.    

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