- Freddy Cricien - voce
- Mitts - chitarra
- Hoya Roc - basso
- Rigg Ross - batteria
1. Justify (02:31)
2. Infiltrate The System (02:48)
3. Revolt (03:34)
4. No Escape (02:26)
5. Takeover (02:50)
6. Renegades (03:03)
7. Set Me Free (03:24)
8. Messenger (02:02)
9. Liberty Or Death (02:39)
10. A Novelty (02:17)
11. You're Gone (02:10)
12. P.Y.I.T.F. Part 3 (00:19)
13. Stand Up NY (02:48)
Infiltrate The System
L’Hardcore non è mai morto. Arranca forse, di fronte ai grandi nomi del più popolare Metalcore, ma continua a vivere grazie ad un foltissimo underground, in Nord America così come in Europa. Ogni anno nuovi gruppi mantengono vivi gli stessi valori di vent’anni fa, pur diversificandosi in attitudine e proposta stilistica. Che ruolo hanno invece le band storiche? Molte di esse, ormai, non ci sono più, si fanno vive attraverso reunion tour, ma raramente tornano ad incidere dischi. Altre, invece, continuano imperterrite a pubblicare nuovi lavori e a suonare dal vivo, nonostante il peso di un’età non più così rosea. Padrini di quest’ultima categoria sono senz’altro Sick Of It All, Agnostic Front e Madball. Il gruppo di Freddy Cricien (fratellastro di un altro grande singer HC, Roger Miret) vanta ormai quasi vent’anni di carriera, fra pubblicazioni varie e concerti in giro per il mondo. A distanza di due anni dal discusso Legacy, i newyorkesi decidono di tornare sul mercato con un nuovo studio album. Prodotto dalla Ferret Records (Every Time I Die e Chimaira fra gli altri), Infiltrate The System esce quindi nei negozi il ventuno di agosto 2007.
Impossibile raffrontare Infiltrate The System con i dischi storici del gruppo americano: troppe le differenze a livello temporale, abissale la distanza qualitativa. Erano anni diversi, e quelli restano ancora oggi album intoccabili. Più facile invece il confronto con Legacy, lavoro che impiegava sicuramente del tempo prima di poter essere apprezzato. Rispetto al precedente full lenght, Infiltrate The System è caratterizzato da un suono più corposo e massiccio, più vicino al Metal che non all’Hardcore vero e proprio. Infiltrate The System ingloba difatti svariati elementi Metalcore, dando talvolta l’impressione di cadere nei soliti cliché che affliggono il genere. Fortunatamente la sensazione sembra svanire con il passare dei minuti, anche perché sono proprio le iniziali Justify, Infiltrate The System e Revolt a presentare, in linea di massima, i principali difetti dell’album: i breakdown ritmici, ad esempio, risultano scontati e prevedibili, come nella peggiore tradizione Metalcore. Le restanti tracce sono orientate generalmente verso lidi più classici, con una batteria monotona e due chitarre mai sopra le righe. Questi sono i Madball che tutti conosciamo, con relativi pregi e difetti.
Viene naturale chiedersi che spazio possa ritagliarsi un disco non strabiliante come Infiltrate The System nell’attuale scena Hardcore. Già il fatto che si tratti di un lavoro firmato Madball gioca a favore dell’album. La produzione, sebbene influenzata dai trend del momento, garantisce a Infiltrate The System delle solide basi, mentre a livello di singole canzoni non sono poi molte le hit che passeranno alla storia. E’ infatti la compattezza del disco nella sua totalità a fare di Infiltrate The System un prodotto che gli appassionati sicuramente gradiranno. La prova di Freddy dietro al microfono è sempre impeccabile e conferisce all’opera quel tipico marchio di fabbrica che soltanto i Madball sanno dare alle proprie pubblicazioni. Nonostante la sua brevità (trentadue minuti appena), Infiltrate The System si contraddistingue per un’intensità davvero notevole; sarà però dal vivo che l’album darà il meglio di sé, come d’altronde accadde con Legacy ed i suoi predecessori. Resta comunque il fatto che Takeover, The Messenger e l’anthemica Stand Up NY non raggiungeranno mai l’impeto distruttore dei grandi classici del gruppo, ma non è una novità.
Lavoro valido, ma non eccezionale: questo essenzialmente è Infiltrate The System, degno successore di Legacy, con cui condivide ritmiche ed approccio compositivo. Il suond si è indurito ulteriormente, lasciando meno spazio alla melodia e rendendo di conseguenza meno dirette le singole tracce. Di poco inferiore al suo predecessore, Infiltrate The System non può comunque nascondere l’inevitabile calo subito dai Madball negli ultimi anni. Loro, però, sono ancora lì, tali e quali da vent’anni, a rappresentare con stile ed attitudine l’Hardcore di New York. L’importante, in fin dei conti, è soprattutto questo.