- Mariusz Duda - voce, basso, chitarra acustica, percussioni
- Maciej Szelenbaum - pianoforte, tastiera
- Wawrzyniec Dramowicz - batteria, percussioni
- Michal Lapaj - Hammond
- Maciej Meller - E-bow
1. Prebirth (01:10)
2. The New Beginning (04:50)
3. Out on a Limb (05:27)
4. Summerland (05:00)
5. Lunatic Soul (06:47)
6. Where the Darkness Is Deepest (03:57)
7. Near Life Experience (05:27)
8. Adrift (03:05)
9. The Final Truth (07:34)
10. Waiting for the Dawn (03:36)
Lunatic Soul
Nonostante il Progressive sia giunto in Polonia con alcuni decenni di ritardo sia rispetto allo stile inglese ed italiano degli anni Settanta, sia rispetto alle più recenti leve sperimentali della scena europea, esso ha gradualmente trovato radici solide in realtà come SBB, Indukti, Quidam, Believe, Satellite e Riverside. Proprio questi ultimi, capeggiati dal front-man Mariusz Duda, hanno contribuito con un apporto ricco e profondo attraverso la pubblicazione di tre validi capitoli discografici, prodotti addirittura dalla celebre etichetta tedesca Inside Out e capaci di spaziare dal sound di Porcupine Tree e Anathema fino a sezioni più incisive e derivate dal Progressive Metal.
Il progetto Lunatic Soul rappresenta la creatura musicale del solo Mariusz Duda che, circondatosi di un gruppo di ottimi strumentisti, dà forma ad un album votato a riscoprire le atmosfere dei Riverside con un approccio più sperimentale ed alternativo. Le influenze percepibili in un’opera come Lunatic Soul sono molteplici e variegate, perché al timbro malinconico ed acustico dei migliori Anathema ed Antimatter si accostano reminescenze da storiche formazioni come Dead Can Dance ed Archive; non manca poi un certo feeling folcloristico che traspare in parecchi intervalli e che raffigura la naturale continuazione degli esperimenti sonori degli svedesi Hedningarna o dei più recenti irlandesi Poets To Their Beloved.
In tale contesto, carico di diverse sfaccettature, prendono vita dieci tracce dotate di un sapore antico e mistico, come testimoniato fin da subito dalla interessante The New Beginning, che trasporta l’ascoltatore attraverso le sue delicate percussioni ed il suo raffinato intreccio acustico.
La cupa e raccolta Out On A Limb fa rammentare le composizioni più sommesse dei Riverside, dove la voce di Mariusz si erge come guida in un viaggio onirico con la sua eleganza e la sua melodia; i patterns di percussioni e i riffs di chitarra acustica sono sostenuti sia dalle avvolgenti tastiere, sia dall’inserto dell’inusuale E-bow (largamente impiegato da Peter Gabriel, altra influenza di Mariusz), che permette di emulare le sonorità degli archi, del flauto e del clarinetto.
Anche i momenti apparentemente morti trovano un loro significato quando ci si accosta all’album nella sua interezza, così come le ballate in pieno stile Anathema, dolci e soavi; Lunatic Soul è un full-length che, nonostante possa sembrare leggermente soporifero a tratti, è stato calibrato con minuziosità nei particolari, per conferire quel gusto oscuro e distante, tipico dei Dead Can Dance.
Gli intervalli elettronici allo stesso modo non stonano con il quadro tracciato da Lunatic Soul, perché tracce come The Final Truth si pongono come convincenti duetti tra una base quasi Trip Hop e l’usuale voce di Mariusz Duda.
L’ottimo risultato conseguito dall'artista polacco con l’esordio del progetto Lunatic Soul è da ricercarsi anche nell’esperienza dei musicisti che hanno partecipato attivamente al suo concepimento, come Maciej Szelenbaum alle tastiere, Wawrzyniec Dramowicz (batterista degli Indukti), l’inseparabile tastierista Michal Lapaj dei Riverside e Maciej Meller (chitarrista dei Quidam, qui impegnato con l’E-bow).
In definitiva, si consiglia l’ascolto di un album come Lunatic Soul ai nostalgici dalle tristi o etniche poesie musicali di Lisa Gerrard e Brendan Perry, così come a coloro che sono rimasti affascinati dalla dimensione Riverside, fatta di calma e di introspezione psicologica.