- Peter Hesslein - lead guitars, vocals, percussions
- Peter Hecht - piano, keyboards, french horn
- John Lawton - lead vocals
- Dieter Horns - bass
- Joachim Rietenbach - drums
"Ride in the Sky" - 2:55"Everybody's Clown" - 6:12"Keep Goin'" - 5:26"Toxic Shadows" - 7:00"Free Baby" - 5:28"Baby You're a Liar" - 3:55"In the Time of Job When Mammon Was a Yippie" - 4:04"Lucifer's Friend" - 6:12"Rock 'N' Roll Singer"* - 4:21"Satyr's Dance"* - 3:17"Horla"* - 2:52"Our World Is A Rock 'N' Roll Band"* - 3:20"Alpenrosen"* - 3:53
Lucifer's Friend
Gli Asterix erano un gruppo anglo-tedesco (più zucchino che inglese comunque) che debuttò nel 1970 con il disco omonimo che a detta di chi scrive non è per niente male; comunquesia, il gruppo comprendeva Peter Hesslein (chitarra, cori), Peter Hecht (Tastere, organi, sintetizzatori,…), John Lawton (voce solista a dir poco strepitosa, che avrebbe prestato servizio anche negli Uriah Heep), Dieter Horns (Basso) e Joachim Rietenbach (Batteria).
L'album, non ebbe molto successo, ma il gruppo decise di continuare cambiando nome sostituendolo con il più ganzo Lucifer's Friend che faceva tanto Black Sabbath e Widow; sempre nel 1970 quindi incisero un'altro album, più maturo con suoni che potevano rimandare a Deep Purple o Uriah Heep, e che aveva anche quel non so che di progressivo, che di li a qualche anno si sarebbe trasformato in progressive vero e proprio (ma questa è un'altra storia…).
Focalizziamoci invece sull'album Lucifer's Friend, debutto del gruppo omonimo: cosa ha di tanto particolare? Dinnanzi a tutto una grinta ed una atmosfera favolosa, e non in secondo luogo, un cantante eccezionale e carismatico che potrebbe rivaleggiare con nomi del calibro di Ronnie James Dio, Ian Gillan, David Byron e tanti altri.
Si parte subito con Ride the Sky, capolavoro dei Lucifero, con quell'urlo all' inizio ed il riff di corno francese, potrebbe ricordare Immigrant Song (che è di ottobre dello stesso anno, quindi non credo proprio si tratti di plagio), ma qui è tutto più diabolico e oscuro: un applauso alla fine a Mr Lawton per la perfezione vocale. Si continua con Everybody's Clown e Keep Goin', due potenti interpretazioni dell'Hard Rock da parte dei Lucifer's Friend, la prima sempre sulle spine, la seconda con sussurrati, cavalcate furiose e rimasugli psichedelici: mi sembra inutile continuare a sottolineare la grandiosità di John Lawton alla voce, quindi da qui in avanti sarà sottointesa. Dietro l'angolo in agguato c'è Toxic Shadows con i suoi 7 minuti, con quel riff all'Hammond e quei passaggi di chitarra che sfociano in un'assolo alle sei corde molto raffinato, e chiudono in un finale epilettico, che spacca su tutto. Free Baby è un Hard Rock canonico, piacevole ma nulla più.
Le cose cambiano con Baby You're a Liar, testi a tratti simpatici e surreali, grinta da vendere, riff misteriosi ed intriganti: un'assolo ricavato da qualche scarto di John Lord, e la canzone prosegue sino alla fine. Gran pezzo anche In the Time of Job When Mammon Was a Yippie, con quell bell riffone di chitarra ed organo in sincrono: in mezzo ci sta pure posto per un assolo psichedelico infarcito da rumori e chi più ne ha più ne metta; a costo di cadere nel ridicolo, ricordo la grandiosità del Lawton nell'interpretare ogni singolo secondo di cantato, con una voce poderosa, pulita e con acuti da mattatoio: veramente spettacolare.
Ma chi saranno quei due in copertina che venire i brividi: se uno è l'amico di Lucifero, l'altro chi può essere? Sarebbe meglio non pensarci, ma bisogna farlo perché l'ultima traccia dell' album manco a dirlo si intitola Lucifer's Friend ed è direttamente collegata con la foto in copertina: tra un inizio che ricorda i ratti di fogna, parti psichedeliche ed urla al limite del delirio, il buon John Lawton ci narra di un piccolo ometto che una notte venne a bussare alla sua finestra, dicendo "Come take my hand, I' m Lucifer's Friend, tonight is the end of your way, ahhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!": la seconda parte della canzone è una corsa furiosa di tutti gli strumenti, spezzata dall'acuto proveniente dalle frattaglie di Lawton.
Questa è la fine dell'album, un signore album che purtroppo non è riuscito a sopravvivere alle macerie musicali crollategli sopra nei decenni seguenti: assolutamente da riscoprire come una nespola, o una bella tazza di caldarroste e latte.