Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Luca Chieregato
Etichetta: 
Valery Records/Frontiers
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Deneb Bucella - batteria, percussioni, cori
- Federico Ghioni - basso, cori
- Frencesco Panico - chitarra, voce
- Larsen Premoli - tastiera, voce


Tracklist: 

1. The Beast
2. Tetragram

Earth suite
3. The Prisoner
4. Awakening
5. Foresight
6. Cracking the Sky

Water Suite
7. The Rover
8. Flows
9. The Fall
10. Breaking the Stone

Air Suite
11. The Thief
12. Heaven's Keys
13. Fragile Existence
14. Home

Fire Suite
15. The Warrior
16. Here Comes the Rain
17. Play with Fire
18. Lord of the Night

19. War Pt2 (Instrumental)
20. Different but Wqual
21. The Silence of Death
22. The Blindness of a World

Looking 4 A Name

Tetragram

Giunge finalmente a noi Tetragram, primo full-lenght ufficiale dei Looking 4 A Name. Difatti con il precedente demo autoprodotto Looking for... i milanesi si erano presentati come una realtà estremamente interessante, abile nell'interpretare un genere complesso come il progressive, in modo autoritario. Nemmeno a dirlo, le aspettative vengono ampiamente ripagate da un procreato di primissimo ordine, a cavallo tra il metal e il rock, in grado di emergere nell'affollato mercato.
Oggi, come ieri, la formula resta pressappoco invariata: quindi piuttosto che riciclare abusate strutture care alle compagini più in voga del panorama, i nostri preferiscono accostarsi a modelli reconditi, espressi con una chiave di lettura moderna e, soprattutto, personale.

Questa volta però siamo al cospetto di un concept, quindi le meccaniche del disco, pur mantenendo una straordinaria varianza di umori, impegnate nella ricerca di suoni intimisti, registrano una certa uniformità, che converge verso una serie di riusciti motivi ricorrenti.
Il risultato finale è quanto di meglio si poteva bramare: eleganti schemi ariosi, che rimbalzano da condotti sinfonici, a tratti più tipicamente neo-prog, come teorico punto di incontro tra quanto proposto da Roine Stolt e Neal Morse nelle rispettive e differenti creature. Il tutto senza dimenticare i grandi maestri di una vita, Kansas su tutti, dai quali pare abbian ben appreso l'abilità nell'equilibrare i diversi umori. Ci vengono serviti ventidue brani, suddivisi in sette suite, tutti imprescindibili, per un totale di 75 minuti di sublime musica, snodata tra alchimie progressive e lunghe sessioni strumentali, in un continuo rincorrersi di emozioni, spesso suggerite da delicate e struggenti melodie, impreziosite da tappeti di piano e synths. Ovviamente tutto questo è reso possibile dall'ottima prova dei musicisti, che, nonostante l'evidente preparazione, mai si perdono in inutili esercizi di stili o esagerati tecnicismi, e piuttosto preferiscono collocare la loro arte al servizio della forma-canzone. Ed è proprio il songwriting a beneficiare di questa sinergia, forte di un granitico feeling impegnato come legante tra i diversi elementi. Nota di merito per Premoli, fulcro della banda e autore di una performance stratosferica, che, seppur in alcuni frangenti sveli gli insegnamenti di Jordan Rudess, dimostra una padronanza assoluta dello strumento palesando estrema bravura sia in fase di accompagnamento che nelle numerosi parti soliste.

Vuoi per la familiarità di alcune soluzioni, o ancora per la natura intrinseca del platter, conseguono inevitabili i rimandi a lavori come Snow oppure a Six Degree of Inner Torbulence, orecchiabili in diversi fraseggi e nell'arrangiamento di alcune orchestrazioni. Ma ciò non può togliere smalto a Tetragram, data l’indiscutibile qualità di fondo.
Null’altro da aggiungere: se amate il genere fatelo vostro, consapevoli di avere tra le mani (assieme ai Beardfish) la più bella rivelazione nel settore dell’anno 2007.

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