- Luke - voce
- Maurone - chitarra
- Taba - basso
- Fax - batteria
1. Struggle
2. Fenice
3. Miseri sbagli
4. Too silent
5. Cowboy song
6. Demone A
7. Memento
8. Lybra
9. Nemo
10. Fuoco dentro
11. Dama
12. Bewitched
Hidden Stars
Siamo di fronte a un gruppo italiano, proveniente da Ravenna, che lascia capire che nel futuro ne parleremo sempre di più. Descrivere il loro sound in poche righe, è davvero un'impresa ardua, perchè le loro influenze sono parecchie, dai Killswitch Engage, passando per suoni più street ed essenziali come quelli dei Downset, fino ad arrivare al Metalcore dei Biohazard. Già da un primo ascolto, si rimane stupiti e orgogliosi che un gruppo del genere non sia straniero, ma italiano. Questo perchè riescono molto bene a mischiare sonorità di tipica matrice transoceanica, con altri strettamenti connessi all'underground italiano. Per avere un'idea chiara di che genere di gruppo stiamo parlando, pensate ai primi Linea 77 però più inclini al Metalcore. Vi è anche un uso piuttosto massiccio dello scratch, usato soprattutto per contorno in sottofondo o per coprire il vuoto strumentale, lasciato durante qualche breve pausa. In tal modo abbiamo un appiglio diretto a quelle che sono le atmosfere tipiche dello street sound che tanto hanno reso famosi i Biohazard. La chitarra ha un suono distorto, non basato sulla profondità dei bassi, ma sulla acidità degli alti e dei medi. La voce passa da momenti di scream grezzi ad altri melodici, dove non si sente alcuna pecca nel passare da uno stile all'altro.
L'album inizia con Struggle, una song molto potente che fa subito alzare dalla sedia l'ascoltatore. Il pezzo non è caratterizzato da chissà quali virtuosismi ma, con pochi e semplici riff, una batteria lineare e ben cadenzata, il tutto mischiato alla perfezione con una voce a metà tra il grezzo e il pulito, si ha un pezzo davvero potente. Ricorda moltissimo le sonorità dei Downset. Un'altra canzone molto interessante è Miseri Sbagli (sarà utilizzata come primo singolo), che è fondamentalmente un pezzo melodico con chitarra distorta e scratch in sottofondo che con l'ausilio della batteria, creano uno stacco ben ritmato e adeguatamente potente per quella che è la linea generale della song. Passando a Too Silent, si sbarca su un altro versante: quello tipicamente Crossover alla Linea 77. Si ha così la compresenza di pezzi urlati e rappati insieme ad altri più da atmosfera soffusa e introduttiva al ritornello pesante. Cowboy song è, invece, più tendente al metalcore di matrice americana di stampo Biohazard. Qui la voce fa una delle sue migliori performance nell'uso dello scream, denotando una linearità non sempre facile. Saltando i restanti pezzi che, bene o male, rispecchiano le sonorità sopra descritte, si arriva all'ultima canzone dell'album: Bewitched. Ecco, qui si è di fronte a un pezzo che, se articolato meglio e perfezionato in tutte le sue sfaccettature, sarebbe potuto diventare tranquillamente un tormentone per la fascia più commerciale del mondo crossover. La song è totalmente acustica, con l'impiego di voci che cantano contemporaneamente in tonalità diverse. E' proprio questo che non convince e che risulta essere non ancora bene articolato, perché non sempre riescono a tenere la tonalità a loro assegnata.
Si è, quindi, in presenza di un gruppo che ha buonissime qualità e che potrebbe tranquillamente diventare la nuova rivelazione italiana in campo Crossover. Uniche pecche, sono la semplicità dei pezzi che, a volte, non convincono appieno l'ascoltatore ma gli lasciano in bocca l'appetito di qualcosa in più. Hidden Stars è quindi consigliato a tutti coloro che amano il crossover più tenedente allo street e ai suoni gracchianti, piuttosto che a coloro che amano le sonorità basse e piene contornate da voce grezza e rotonda. Un gruppo da tenere caldamente sotto controllo.