Lars Chriss - chitarra
Sampo Axelsson - basso
Patrik Johansson - voce
Richard Evensand – batteria
1. Cult Of Denial
2. The Arsonist
3. Emotional Coma
4. Clones Of Fate
5. The Edge Of The Razor
6. Toxication Rave
7. Trafficking
8. Bloodstained Soil
9. Soultaker
10. Hatred’s My Fuel
11. Sorcerers
Emotional Coma
Formatisi nel 1995, gli svedesi Lion’s Share cominciano dedicandosi ad un metal melodico dai risvolti progressive, per poi inasprire progressivamente il suono per arrivare ad uno stile a cavallo tra il metal classico e lo speed anni ’80; il nuovo disco della band, Emotional Coma, continua su questa strada, proponendo un mix piuttosto accattivante che pesca elementi dal power/heavy come dal thrash, soprattutto per quanto riguarda i riff che spesso paiono rifarsi ai Megadeth.
Sono passati sei anni dall’ultimo album della band, Entrance, e la formazione attuale prevede, oltre al chitarrista e mente del gruppo Lars Chriss, il bassista Sampo Axelsson (ex Glenn Huges) e il cantante Patrik Johansson (Astral Doors, Wurthering Heights); inoltre, il disco vede la partecipazione di personaggi di un certo spicco, come Glen Drover, chitarrista della formazione attuale dei Megadeth, e Bruce Kulick, polistrumentista e membro di Kiss e Grand Funk Railroad.
Sono passati sei anni dunque, e si vede: i brani risultano aggressivi e accattivanti, pur mantenendo sempre linee melodiche che si alternano a riff granitici, circolari e cadenzati che sembrano pescati direttamente dal repertorio della band di Dave Mustaine. Ad accordi di chitarra solitamente ripetitivi e martellanti si accosta la voce dinamica di Johansson, che costruisce prevalentemente il mood delle canzoni con vocalizzi acidi e acuti che ricordano a tratti Hansi Kursch dei Blind Guardian, alternati a cori epici e potenti in stile Ronnie James Dio.
La struttura delle canzoni è talvolta un poco ripetitiva, colpa di una ritmica piuttosto statica e di ritornelli a volte troppo prolissi, ma in generale la band riesce a non stancare, grazie anche ai vorticosi e sempre coinvolgenti assoli di chitarra.
Si costruisce infatti un sound generalmente riuscito, che pur senza introdurre nulla, e proprio nulla di nuovo, pesca elementi qua e là dal calderone del metal, amalgamando brani cadenzati e thrasheggianti (Cult Of Denial), speed metal americano con doppia cassa martellante e riff rapidi e appena accennati (The Arsonist), mid tempos epici e granitici in stile Manowar e melodie neoclassiche (Emotional Coma) e ballad power costruite con arpeggi dolci alternati a cori heavy (The Edge Of The Razor), in un modo che ricorda in buona misura i nostri Eldritch. I Lion’s Share non disdegnano nemmeno la cara vecchia NWOBHM, come testimonia Clones Of Fate, brano tirato e veloce che ricorda decisamente troppo Rapid Fire dei Judas Priest.
Siamo così giunti a metà disco: la seconda parte si rivela un poco meno varia, stabilizzandosi su un suono piuttosto moderno, veloce ed aggressivo, fino a giungere ad una cover epica e oscura di Sorcerers degli Angelwitch, storico e parecchio sottovalutato gruppo metal inglese degli anni 80, durante la quale la voce di Johansson appare quanto mai coinvolgente e ispirata.
Una menzione particolare merita inoltre la produzione, che rende alla perfezione le parti melodiche pulite e le parti distorte aggressive, valorizzando in particolare la chitarra e costruendo un sound moderno ma genuino.
Emotional Coma è dunque in conclusione un disco discreto, che pur sapendo molto di già sentito riesce a non essere banale, risultando in ogni sua parte accattivante e coinvolgente; un disco che senza far gridare al miracolo si fa apprezzare da chiunque ami il metal in ogni sua forma. Si può ancora fare molto, ma molto di più, ma già questo è un buon risultato.