Voto: 
7.1 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Epic
Anno: 
2006
Line-Up: 

- D. Randall Blythe - voce
- Mark ''Duane'' Morton - chitarra
- Willie Adler - chitarra
- John Campbell - basso
- Chris Adler - batteria

Tracklist: 

1. Walk With Me In Hell (05:12)
2. Again We Rise (04:30)
3. Redneck (03:41)
4. Pathetic (04:31)
5. Foot To The Throat (03:14)
6. Descending (03:35)
7. Blacken The Cursed Sun (05:28)
8. Forgotten (Lost Angels) (03:06)
9. Requiem (04:11)
10. More Time To Kill (03:37)
11. Beating On Death's Door (05:07)

Lamb of God

Sacrament

Lo spirito Groove dei Lamb Of God non si è assolutamente spento con il trascorrere del tempo poiché la pubblicazione del 2006, questo Sacrament, segue da vicino tutta la produzione precedente della band della Virginia, che consta di tre full-lenghts, svariati ep, dvd e un live album.
Post-Thrash, Metalcore e il Groove di stampo americano si fondono in Sacrament, delineando un album non votato a ritmi velocissimi ed insostenibili, ma capace di regalare tre quarti d’ora di aggressività con i suoi macchinosi patterns di batteria e le sue furiose architetture di chitarra distorta. Appena uscito negli Stati Uniti, Sacrament ha riscosso un successo sì atteso, perché da anni ormai i cinque di Richmond dispongono di un prezioso contratto con la Epic, ma allo stesso tempo sorprendente, riuscendo a posizionarsi immediatamente nei primi posti della classifica dei più venduti dell’agosto/settembre 2006.

Come sempre i contenuti lirici creati da D. Randall Blythe e compagni sono incentrati sulla religione e l’opener Walk With Me In Hell sembra già una gustosa introduzione a ciò che verrà mostrato per tutta la lunghezza del platter: il feeling Thrash che caratterizza la maggior parte dei passaggi appare tuonante e ben scandito nelle metriche non lontane da approcci Metalcore. I ritmi non sono serrati ma le chitarre corrono via con rapidità, seguite da vicino dalla penetrante batteria di Chris Adler, vero motore dei Lamb Of God; le voci contribuiscono a garantire la direzione maligna dell’album, grazie all’impiego di timbri differenti, quali growl, scream, voci filtrate e lamenti più tipici dell’Hardcore.
A tal proposito coinvolgenti ed intricate intervengono Again We Rise, solo leggermente ripetitiva nel suo incedere, e Pathetic, provvista di un riffing devastante e precisissimo di batteria, che la rende uno degli episodi più potenti dell’intero disco. Altrettanto valide sono Foot To The Throat, angosciante e capace di far mantenere il fiato sospeso agli ascoltatori, dato il suo incedere tipico di altre realtà come i Mastodon, e Descending, il capitolo più elaborato e più trascinante del lotto, non privo di un affascinante alone cupo.
A lungo andare la pecca di Sacrament è la totale assenza di brani veramente spinti, sulla scia di un certo tradizionale Thrash americano, nonché la monotonia che contraddistingue troppi fraseggi; Beating On Death’s Door, traccia conclusiva, è sicuramente una grande dimostrazione delle potenzialità e delle abilità tecniche del quintetto, poiché dotata di una malvagità fuori dal comune e più vicina alle sperimentazioni Post della scuola americana.

In definitiva, un lavoro discreto per i Lamb Of God, divenuti ormai una delle realtà più di spicco della corrente Thrash contemporanea, un act che è riuscito a conquistarsi una significativa fetta di mercato, aprendosi un prestigioso successo grazie alla competitività della proposta musicale che vanno diffondendo. Si consiglia Sacrament sia a tutti gli amanti del Metalcore più intransigente sia a chi è cresciuto negli anni Novanta con i residui delle esperienze Groove/Thrash di diverse formazioni statunitensi, quali Pantera e Slayer.

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