- Cristina Scabbia - voce
- Andrea Ferro - voce
- Marco Biazzi - chitarra
- Marco Coti Zelati - basso, elettronica
- Cristiano Migliore - chitarra
- Cristiano Mozzati - batteria
1. Fragile
2. To the Edge
3. Our Truth
4. Within Me
5. Devoted
6. You Create
7. What I See
8. Fragments of Faith
9. Closer
10. In Visible Light
11. The Game
12. Without Fear
13. Enjoy the Silence (Depeche Mode cover)
Karmacode
I nostrani Lacuna Coil, dopo quattro anni spesi a promuovere il precedente Comalies, si ripropongono con questo album, Karmacode, opera che sicuramente fará discutere e parlare di se, nel bene e nel male. Se infatti i milanesi esordivano con un Gothic di stampo femminile, come ad esempio i noti olandesi The Gathering, ora le sonoritá sono decisamente differenti. Comalies, oggettivamente parlando, é il lavoro che ha donato ai Lacuna Coil la notorietà mondiale, notorietá che comunque è indubbiamente arrivata grazie a compromessi: basti notare le differenze tra In A Reverie e il citato album, per rendersi conto che i timbri si sono ammorbiditi e il trend é quello che ormai é da considerarsi una realtá, ovvero il Pop-Metal. Non a caso molta gente crede che gli Evanescence abbiano ispirato il combo, quando invece i Lacuna Coil erano già attivi da anni e con due album e due Ep alle spalle.
Veniamo all'album. Fragile introduce non solo il disco, ma il concetto del sound che esso esprime; atmosfere create dalla voce della Scabbia, giri catchy e basso arpeggiato alla Fieldy dei Korn. La seconda traccia To The Edge parte decisamente più ritmata, e su una base quasi hip-hop Cristina e Andrea intrecciano le loro voci ora melodiche, ora decise. Il singolo apripista Our Truth è la terza traccia, un singolo a tutti gli effetti, perché è veloce, facilmente memorizzabile grazie al vocalismo della singer, ma non fornisce niente di più di ciò già espresso dall'opener, se non un cambio di tempo pre chorus che è un buono spunto, ma poteva essere forse sviluppato meglio. Davvero fuori luogo l'assolo di basso di Marco. La quarta Within Me è il brano lento del disco, introdotto da Andrea che canta peró in modo molto struggente e al di fuori del proprio stile. La "ballad" é un punto di forza, vedi la bellissima Entwined, e qui si tocca l´apice del disco; senza volere troppo forzare, infatti, la canzone è semplice, ma efficace, e di buona resa nel complesso. Ma in generale, le strutture delle canzoni sono molto semplici, i ritornelli la fanno da padrone, e Devoted non é una eccezione. L'orienteggiante You Created é introdotta con la provata Cristina che si cimenta nell'ennesimo vocalismo monosillabico, prima di lasciare al partner il compito di speaker. In realtà questa traccia non é altro che un bridge alla successiva What I See.
Fragments Of Faith é una traccia deja-vuz, a differenza di Closer che é decisamente più personale e accostabile a Comalies per ritmica e songwrting. In Visible Light é un ritorno alle cadenze e alla struttura della canzone lenta, brano Unleashed Memories style. The Game è l´ennesimo trionfo del basso arpeggiato e delle sonoritá emo che tanto affascinano gli Americani.
La penultima traccia, Without Fear è un brano in madre lingua, con solo il ritornello in inglese, e si affianca dunque a Senza Fine e Comalies nella serie delle canzoni italiane della band. La conclusiva Enjoy The Silence é una cover dei Depeche Mode, eseguita praticamente come l'originale.
Come premesso, questo album farà discutere e parlare di sé, nel bene e nel male. A lungo abbiamo sostenuto la band ed esaltato le sue qualità compositive, ma questo album risulta il meno ispirato e meno personale della carriera. Se i Korn suonano Nu-Metal, allora se si dovesse definire questo album le parole giuste sono Nu Pop Goth Metal, perché, oltre al basso arpeggiato, in questo full ci sono strutture prese quasi pari da Issues e Untouchables. Spiace ammetterlo, ma Karmacode è da collezionisti, gli altri possono tranquillamente farne a meno.