Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Gravenimage
Genere: 
Etichetta: 
Napalm Records/Audioglobe
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Christopher Schmid - voce
- Oliver Nikolas Schmid - chitarra
- Daniel Lechner - basso
- Christian Steiner - tastiera
- Willi Wurm - batterua
- Tony Berger - chitarra


Tracklist: 


1. My Velvet Little Darkness (03:29)
2. Again It's Over (03:18)
3. Not To Say (03:11)
4. No Dear Hearts (03:14)
5. Short Glance (03:45)
6. Filthy Notes (03:18)
7. Sweet Caroline (03:00)
8. An Irresistable Fault (03:31)
9. To Love Her on Knees (02:56)
10. Sad Theme for a Marriage (03:33)
11. Should (03:36)
12. My Mescaline (06:13)
13. Shiver (04:18)

Lacrimas Profundere

Filthy Notes For Frozen Hearts

Già da tempo i Lacrimas Profundere hanno compiuto una sterzata decisa verso il gothic rock, abbandonando il doom che ne caratterizzava gli esordi. E questo Filthy Notes For Frozen Hearts non fa che ribadire l’adesione a canoni più leggeri: addio My Dying Bride, ora i maestri indiscussi con cui confrontarsi sono i Type O Negative.

Sono sufficienti i primi secondi dell’opener My Velvet Little Darkness per rendersi conto della somiglianza tra i Lacrimas e la storica band americana di Peter Steele: voce baritonale sorretta da riff accattivanti di chitarra, pronta a sfociare in un ritornello trascinante; lungo tutta la canzone un ottimo arpeggio acustico ne sorregge la struttura, dando corpo al brano, che potrebbe benissimo fare da manifesto ad una buona fetta del sound Lacrimas Profundere, che in particolare si muove su ritmi gothic rock di stampo finlandese, tra HIM e 69 Eyes, preferendo però in modo deciso l’approccio più rock dei secondi a quello più delicato dei primi, senza dimenticarsi di infilare qualche tastiera e qualche atmosfera più rarefatta e dolce, anche a livello vocale, come in No Dear Hearts ad esempio.

Malgrado la somiglianza con le realtà sopraccitate, a volte decisamente innegabile, altre un po’ meno, il platter scorre in modo piacevole, anche grazie alla lunghezza delle canzoni: brevi, incisive, non ripetitive o troppo indugianti, interpretate con bravura dalla voce baritonale del cantante Cristopher Schmid, ben coadiuvato dai colleghi. Ma è nella semplicità di certe composizioni che risiede la loro bellezza, come nella triste e vellutata Short Glance, quasi pop nella struttura, eppure sentita, fuori da certi canoni plasticosi a cui i Lacrimas Profondere non si sono piegati, e nemmeno hanno interpretato, ma semplicemente utilizzato con gran classe e consapevole semplicità.

Nella seconda parte dell’album si avverte qualche punta di noia, ma nel complesso, lo dicevamo, la varietà e la lodabile brevitas si pongono a sigillo di sicurezza. In definitiva, decisamente sconsigliato a chi rimpiange il vecchio doom della band, che ormai si destreggia su ben altro stile, ma per i non nostalgici e gli amanti del gothic rock, un ascolto è, come si dice, di rigore.

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