Voto: 
6.5 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
I Dischi Del Minollo
Anno: 
2010
Line-Up: 

- Giacomo M. - basso
- Fabio P. - chitarra
- Federico P. - batteria
- Luca Valerio C. - tastiere, violino, cori, fx
- Giacomo S. - chitarra
- Emanuele S. - campionamenti, percussioni


Tracklist: 

1. 38° Parallelo
2. American Nightmare
3. Tecno-Bells & Funeral Party
4. Deserto
5. Smog
6. 1984 The End Is Just The Beginning
7. Germania Anno Zero
8. Make Up The Rules As We Go Along
9. Peckinpath's Twilight

L'Uomo di Vetro

38° Parallelo

Gli insegnamenti impartiti dai maestri Mogwai e Godspeed You Black Emperor! hanno trovato terreno fertile a partire dagli anni Novanta per l’esplosione di una nuova sensibilità di Post-Rock, rappresentata da formazioni come 65daysofstatic e Album Leaf. Così le contaminazioni elettroniche hanno gradualmente investito il mondo della musica strumentale, conferendo sfaccettature peculiari e raffinate, spesso di stampo nordico; uno degli acts italiani che sta apportando nuova linfa vitale al genere strumentale per eccellenza è costituito dal progetto L’Uomo di Vetro, originario di Foligno e attivo dal 2004.

Il successore dell’esordio Merry Christmas è raffigurato da 38° Parallelo, pubblicato a cura della casa discografica I Dischi Del Minollo, da anni impegnata a riunire sotto la sua etichetta alcune tra le realtà più promettenti del sottobosco italiano in ambito indipendente.
Sebbene numerosi siano appunto i riferimenti alle sopra citate bands, un’opera come 38° Parallelo riesce a trovare una propria dimensione, regalando all’ascoltatore istanti di notevole freschezza musicale, densi di tinte elettroniche: American Nightmare si situa a cavallo tra le meditazioni degli iLIKETRAINS e le proiezioni sintetiche degli Album Leaf, testimoniando l’anima più avanguardista de L’Uomo di Vetro.
La terza Tecno-Bells & Funeral Party, che raffigura il capitolo più valido di 38° Parallelo, risulta intrisa delle sonorità sperimentali dei Piano Magic, pur presentando intrecci magici che affondano le radici nella tradizione del Post Rock più canonico.
Se tracce come Deserto e Smog appaiono sottotono e leggermente monotone nella loro evoluzione interna, altre come Germania Anno Zero trasudano un fascino oscuro e retro’ che fa avvicinare L’Uomo di Vetro ai progetti più decadenti del filone indipendente odierno.
Sicuramente alcune sezioni di 38° Parallelo si sarebbero però potute sviluppare in modo più convincente e variegato, privilegiando le aperture sonore e contenendo gli ampi monologhi di chitarra che intervengono in brani come Make Up The Rules As We Go Along.

In definitiva, l’elaborazione del suono cercata da L’Uomo di Vetro risulta pregevole e ricercata, ma è ancora lunga la strada che il gruppo umbro deve percorrere per trovare una propria autonomia stilistica. Un’ultima nota va spesa a favore della grafica scelta per la presentazione di questo secondo episodio discografico, poiché le figure rappresentate in bianco su sfondo nero conferiscono all’atmosfera plasmata un tono sì macabro, ma anche alquanto bizzarro.

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