Alex Camargo - Bass, Vocals
Max Kolesne - Drums
Moyses Kolesne - Guitars
1. The Will to Potency 06:23
2. Blood of Lions 05:06
3. The Great Execution 05:18
4. Descending Abomination 05:45
5. The Extremist 05:57
6. The Sword of Orion 07:59
7. Violentia Gladiatore 05:37
8. Rise and Confront 05:13
9. Extinção em Massa 06:01
10. Shadows of Betrayal 08:38
The Great Execution
Nel corso della loro ventennale carriera, i Krisiun dal Brasile si sono sudati e guadagnati un posto di tutto rispetto nel panorama death metal. Dagli esordi caratterizzati da un sound primordiale e terribilmente veloce che ha dato alla luce pietre miliari come Black Force Domain o Apocalyptic Revelation, per terminare con un approccio più maturo che raggiunse il suo culmine nell’album Southern Storm, il loro stile si è sempre fatto riconoscere. Il trio composto dai fratelli Moyses, Max e Alex raramente ha sbagliato un colpo in tutti questi anni, rimanendo un faro nella notte per coloro i quali volessero ascoltare del brutal death metal diretto ma anche coinvolgente e del tutto personale.
The Great Execution marca il traguardo dell’ottava uscita discografica sotto forma di album e si fa notare per essere un naturale proseguimento del processo di maturazione attuato anni fa. Le strutture si sono fatte maggiormente complesse rispetto a quelle contenute negli esordi e la durata della canzoni si allunga inevitabilmente con un conseguente aumento di momenti meno impulsivi nei quali la band decide di spruzzare di groove il suo sound. I tempi medi sono maggiormente presenti ma i fan della brutalità che ha sempre caratterizzato la band non si spaventino giacché le sfuriate sono sempre vigenti ed il buon Max dietro alle pelli non perde occasione per deliziarci con i suoi ferali blast beats, mentre la sei corde di Moyses riversa su disco una quantità sempre impressionante di riffs. A contorno del tutto, non poteva mancare l’ugola profonda ed ormai più che riconoscibile del fido Alex, anche massacratore di basso.
Una copertina apocalittica ci introduce ad una The Will to Potency che già ingloba tutte le caratteristiche del recente corso dei Krisiun. Il riffing di chitarra è epico, su tempi medi e di una profondità incredibile. Pochi attimi dopo, l’entrata dei blast beats ci sconquassa e ci fa inoltrare in un questa struttura pregna di cambi di tempo, improvvisi rallentamenti e partiture dal chiaro stampo thrash a donare dinamicità. Il solismo di Moyses è come al solito destabilizzante per velocità e distorsione e fornisce alla canzone un’ulteriore apporto di atmosfera sulfurea. L’opposizione “chitarre groove con blast beats di batteria” è una delle caratteristiche principale di Blood of Lions, canzone leggermente stantia che annovera una grande quantità di tempi medi che risulteranno nuovi ai tanti fedeli della band. Meglio, quindi, i ferali cambi di tempo di una versatile ed maggiormente impulsiva title-track, mazzata tra capo e collo che non dimentica il groove, ma stavolta lo amalgama meglio.
Le durate delle canzoni, come potete notare, sono sempre più consistenti e capirete quanto sia stato coraggioso per una band come i Krisiun puntare i sei minuti di Descending Abomination quasi interamente su tempi medi. Una scelta che risulta essere un tantino esagerata, tanto che i momenti migliori si ritrovano nelle sfuriate condensate nella parte centrale della sua struttura. Il resto si regge in piedi con pochi, ripetuti riffs e assoli stavolta privi di mordente. Per poter godere di un episodio più tirato bisogna attendere The Extremist, mentre la successiva The Sword of Orion punta i suoi otto minuti ancora una volta su prolungati tempi medi dall’atmosfera dark con alcune sezioni veloci a donare dinamismo ad un proposta che comunque non decolla mai più di tanto causa un’oggettiva mancanza di idee veramente esaltanti (a parte per la buona trovata del banjo ad accompagnare le influenze death metal). Meglio il dinamismo e la chitarra vorticosa della successiva Violentia Gladiatore, anche se la traccia si trascina ancora una volta su tempi medi per la maggior parte della sua lunga durata.
Palesi le influenze dei Sepultura di Chaos A.D. nei solismi dissonanti di una brutale Rise and Confront, dalla struttura pregna di cambi di tempo e di sezioni cervellotiche che fino a qualche anno fa non avreste mai aspettato da una band come i Krisiun. In occasione della ferale Extinção em Massa c’è da segnalare la presenza di João Gordo, singer dei mitici Ratos de Porão. La sua ugola malata, che ci propone uno scream acido, si sposa perfettamente con questa marcia forsennata degli strumenti. Il finale del disco è dedicato agli otto minuti dell’arrembante Shadows of Betrayal, canzone che convince soprattutto per la buona scelta dei fraseggi chitarristici e per l’aura solenne che l’ammanta.
Ad ascolto concluso posso dire che l’ultimo lavoro del trio brasiliano si distacca dalle precedenti releases, come anche voi avete avuto modo di constatare dalla mia recensione. La netta predominanza dei tempi medi forse a lungo andare nuoce alla dinamicità dell’album ed il fatto di creare strutture così lunghe risulta essere un’arma a doppio taglio perché a volte non ci sono le basi giuste per supportare il tutto. The Great Execution è quindi un lavoro che può ancora soddisfare i palati degli irriducibili fan del gruppo ma che può fare gola anche a chi non mastica il death metal esageratamente veloce. Che sia solamente un lavoro di transizione? Lo vedremo.