- Richie Kotzen - voce, chitarra, mandolino
- Arlan Schierbaum - tastiere
- Virgil McKoy - basso
- Franklin Vanderbilt - batteria, percussioni
- August Kotzen - backing vocals
1. Go Faster
2. You Know That
3. Fooled Again
4. Faith
5. Bad Things
6. Dust
7. Chase It
8. Do It Yourself
9. You're Crazy
10. Feed My Head
11. Can You Feel It
12. Drift (demo version - euro bonus track)
Return Of Motherhead's Family Reunion
Solo lo scorso anno ci aveva un po' spiazzato nel presentarsi come infaticabile ed impegnato tuttofare in Into The Black, in cui si era distinto per un'interpretazione alla Cornell e composizioni che attingevano all'hard dei '70 senza mai perdersi in virtuosismi avulsi e sterili, prendendo in un certo senso le distanze dal glam e dall'hard melodico delle sue vecchie band, Poison e Mr.Big. Adesso Richie Kotzen torna all'antico, ma non alle sonorità spensierate e melodiche delle già citate band, quanto piuttosto al retro-rock di Motherhead's Family Reunion, uno dei suoi album meno noti che vide la luce nel 1994 e che viene adesso ripreso nell'ultimo Return Of Motherhead's Family Reunion, ed indicativo delle sue intenzioni in tal caso è lo stesso titolo.
Questo è un album di vero rock, che vede un'artista come Kotzen cimentarsi con la sua voce, la sua chitarra e l'ausilio della sua band in una dozzina di pezzi dal sapore spesso retrò, tra contaminazioni blues, southern, soul e funky, non tralasciando neanche qualche lieve invasione in territori più hard. Il talentuoso Richie sembra trovarsi più a suo agio in tale contesto che non in quell'improbabile mix di anni '70 e '90 del precedente e pur buono Into The Black, se non altro per la possibilità di poter dare più ampio risalto alle sue immense doti tecniche da guitar hero.
Non che il buon Kotzen si perda in inutili e tediosi virtuosismi, al contrario si serve anche di questi per impreziosire i brani e facilitarne l'ascolto, e la riprova viene data dall'hendrix-iana Bad Things, con il suo incontaminato sapore blues e retrò e la superlativa performance dello stesso Kotzen sia alla chitarra che alla voce, così da accostarlo quasi ad un'icona assoluta del rock quale fu Jimi Hendrix, come presentano forti venature blues ed anche southern le varie Dust, Can You Feel It, che ricorda da vicino il sound di gruppi come ZZ Top e Steppenwolf, e lo stesso dicasi di Feed My Head, caratterizzata anche dalle percussioni di Vanderbilt.
Comunque ci sono anche interessanti e più o meno piacevoli, ovviamente ciò dipende da propri gusti personali, spunti funky, come si può ben sentire in You Know That, vicina alle ultime cose di Glenn Hughes, o nei risvolti sempre funky ma più hard-oriented dell'opener Go Faster, che potrebbe invece riportare alla mente i Bang Tango, e poi il rock n' roll di Do It Yourself, pronto però a sfociare in un refrain melodico e d'ampio respiro, inoltre non mancano i pezzi lenti e ballabili, ed anzi si fanno molto apprezzare il soul caldo e sentito di Faith o la delicata ed acustica ballad Chase It che si fregia anche di un refrain ad alto tasso emozionale in grado di coinvolgere ed ammaliare.
Anche la lunga Fooled Again è capace di deliziare l'ascoltatore sia in virtù delle buone melodie che del cristallino talento che Kotzen sfodera nel suonare la sua sei corde, esibendosi in assoli lunghi e melodici che sembrano suonati un po' da Knopfler ed un po' da Santana ma entrambi in versione dannatamente rock/blues, meritevole di citazione infine la cadenzata You're Crazy, arida ma melodica, mentre Drift, bonus track per il mercato europeo, è un'altra blues song sempre pronta ad aperture melodiche efficaci e avvincenti.
Non c'è che dire, Return Of Motherhead's Family Reunion è un lavoro retrospettivo, variopinto e piacevole, un album che sembra ripercorrere la storia del rock/blues con il solo intento di lasciare all'ascoltatore un'oretta di buona musica da gustare come un bicchiere di whiskey al tepore di un caminetto.