- Kokia - tutti gli strumenti
1. Tatta Hitotsu no Omoi
2. Umaretate no Shiro
3. Tatta Hitotsu no Omoi (instrumental)
4. Umaretate no Shiro (instrumental)
Tatta Hitotsu no Omoi
Il 2008 inizia senz'altro in maniera positiva sul fronte contrattuale per la celebre cantautrice giapponese Kokia, poiché firma per la Marvelous Entertainment che sceglie come sigla d'apertura della serie animata Gunslinger Girl: il Teatrino una sua canzone, e cioè Tatta Hitotsu no Omoi. Ciò aumenta in patria la già relativamente alta notorietà della cantante, e il tutto viene supportato difatti da questa prima release del nuovo anno, e cioè questo singolo dedicato. Oltre ad essa è presente un altro nuovo inedito oltre che le canoniche versioni strumentali (come tradizione in questi singoli) delle due tracce a completamento del tutto.
Tatta Hitotsu no Omoi è un brano pop altamente melodico incentrato sulle linee vocali espressive di Kokia, supportate da un pianoforte d'accompagnamento con i suoi leggeri giri di note, la chitarra elettrica con i suoi muri sonori di sottofondo, una tastiera atmosferica abbastanza marginale ed una batteria particolarmente ordinaria (giusto come supporto ritmico senza nulla di più). Il brano non è qualcosa di inaudito e suona anche un po' manieristico, ma come singolo di punta si lascia ascoltare in maniera fluida e godibile, tranne per qualche tratto d'insipidezza che si nasconde nello schematismo alla base della composizione. A catalizzare l'attenzione nell'ascolto in ogni caso è soprattutto la voce melodiosa che vuole risultare dolce ed emozionante, ma per dirla con interezza tutta la canzone cerca di sortire questo effetto: al di là della bella voce lo si nota maggiormente nel breve assolo di chitarra, che però pur risultando molto melodico suona davvero banale, e nelle strings di tastiera che tuttavia si limitano a poche note striminzite giusto per riempire il sottofondo sonoro, senza arricchirlo molto. Questi attributi non danno molta longevità al pezzo, che pur rimanendo pienamente ascoltabile ed estremamente orecchiabile può venire a noia dopo non molto tempo. Per cercare di guardare di più gli aspetti positivi si può dire che dietro all'apparente spensieratezza e gioia delle sonorità della canzone si avverte una punta velata di malinconia che conferisce al tutto un retrogusto dolceamaro gradevole, ma anche questa soluzione non brilla molto per originalità. In ogni caso il singolo non è brutto: solo non aspettatevi chissà cosa.
La seconda canzone, Umaretate no Shiro, è una ballata acustica. La timida chitarra tesse tenui arpeggi che accompagnano la dolce, malinconica e vellutata voce attorno al quale ruota il brano. Destano interesse i vari strumenti esotici di sottofondo che conferiscono (in particolare quelli a fiato) alla canzone una piacevole lieve aura folkloristica in parte orientale in parte occidentale per via del mescolarsi di diversi strumenti e motivi melodici, in un misto morbido ed evocativo. E' un'altra canzone fortemente melodica e che si lascia ascoltare con scioltezza, ma anche in questo caso si potrebbe avvertire un pizzico di manierismo dietro le note, che può far sembrare il tutto un po' blando e ripetitivo alla fine.
Le due versioni strumentali perdono gran parte della caratterizzazione che veniva offerta dalla voce e suonano molto più noiose e scontate. Tatta Hitotsu no Omoi in questa versione è davvero piatta, mentre Umaretate no Shiro strumentale suona più spenta e priva di mordente.
In definitiva questo singolo non è nel complesso particolarmente brillante, ma considerandolo in quanto tale e non pretendendo troppo si possono comunque apprezzare diverse linee melodiche semplici ma dirette presenti nei due brani, come antipasto per l'album completo che uscirà a fine febbraio e che si intitolerà The VOICE.