- Paul Stanley - Voce solista, chitarra ritmica;
- Gene Simmons - Voce solista, basso;
- Tommy Thayer - Chitarra solista
- Eric Singer - Voce solista, batteria
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CD 1
01. Deuce
02. Strutter
03. Got to choose
04. Hotter than hell
05. Nothin' to loose
06. C'mon and love me
07. Parasite
08. She
09. 100,000 years
CD 2
01. Cold gin
02. Let me go rock'n'roll
03. Black diamond
04. Rock and roll all nite
05. Shout it out loud
06. LIck it up
07. I love it loud
08. I was made for lovin' you
09. Love gun
10. Detroit rock city
Alive 35
I Kiss non sono degli sprovveduti, e questo ormai lo sappiamo da tempo, abilissimi, soprattutto Mr. Simmons, a sapere gestire in maniera professionalmente ineccepibile la cosa che li resi universalmente famosi (la musica), con una dose sempre più massiccia di management che sappia mettere allo stesso piano il lato puramente artistico con quello commerciale, fatto questo in cui i Kiss, sono da sempre stati un passo avanti rispetto agli altri.
Ecco quindi che nel corso degli anni il gruppo ha saputo dapprima inventare e poi arricchire sempre di più un fan club (il Kiss Army), oggi vero e proprio punto di riferimento per gli aficionados del "bacio", ecco che nel periodo di massimo fulgore appaiono sul mercato tutte le stranezze più varie che venivano vendute come il pane, e poi quando la crisi sembrava irreversibile, il colpo di genio della reunion, il reindossare gli sgargianti abiti di scena dei tempi d'oro, make up compreso e sbancare i botteghini con una serie di tour davvero spettacolari.
Poi il famigerato "Meet and greet", che permette ai fan un "contatto" personale con la band, alla condizione che venga unita oltre alla propria passione musicale la disponibilità di poter sostenere un esborso economico niente male (vicino ai mille euro a persona) se proprio si vuole avere il massimo ed infine, genialità delle genialità la pubblicazione tramite una catena specializzata nella realizzazione di "instant live", di album realizzati durante i concerti direttamente dal mixer, di quello che è stato fino a questo momento il trionfale tour di "Alive 35".
Ma la vera genialità sta nel fatto che i dischi sono personalizzabili, nel senso che un Kissomane può "rovinarsi", cercando di accaparrarsi le circa 15 (!!!) versioni disponibili del doppio cd.
Ho tra le mani la copia, molto elegante a dir la verità, del concerto che i Kiss hanno tenuto a Stoccolma il 30 maggio scorso, un doppio cd registrato egregiamente, che per la prima volta, credo che lo si possa affermare senza ombra di dubbio, vede i quattro Kiss nella loro dimensione preferita, senza avere avuto l'occasione di rimettere a posto eventuali errori od imperfezioni mediante sovraincisioni fatte successivamente in studio.
Un live quindi in piena regola che rispetta quanto abbondantemente anticipato dagli organi di informazione, diviso in due parti ben distinte e separate, la prima che ripropone quasi per intero lo storico Alive! del 1975 ad eccezione di Firehouse, che non mi risulta nemmeno essere stata suonata e di Cold gin, ma nonostante ciò il numero da sputafuoco non è scomparso venendo utilizzato, almeno così sembra ascoltando il dischetto in Hotter than hell, la seconda da una manciata di altri classici immortali registrati nel corso degli anni a venire.
La band parte subito alla grande, ma paradossalmente colui che carbura più lentamente il proprio motore è lo showman per eccellenza del gruppo, infatti Paul Stanley, forse a causa della bronchite che lo ha attanagliato per buona parte del tour europeo, stecca impietosamente in Strutter, penalizzata probabilmente anche da un momentaneo guasto al microfono, cosa che costringe il cantante a saltare una strofa della canzone, risulta forzato nei toni sia in Got to choose che in Hotter than hell, salvo poi ritrovare la verve canora più avanti nel concerto, quando ormai la sua ugola è ben riscaldata. Tuttavia si tratta di un Paul Stanley lontano parente di quello che ammaliava l'ascoltatore fino a qualche anno fa; certo, la classe non è acqua, ma fa un certo effetto ascoltare il marchiano errore commesso dallo Starchild, durante l'attacco di Stairway to heaven dei Led Zeppelin, inserito a mò di introduzione all'arpeggio che precede la sempre splendida Black diamond.
Senza macchie la prova di Gene Simmons, che delizia subito i padiglioni auricolari con il classicissimo Deuce e non perde un colpo tutte le volte che viene chiamato in causa. Un autentico professionista.
La vera sorpresa del concerto e penso di tutto il tour è stata sicuramente rappresentata da Tommy Thayer, che in qualche maniera sta cercando di scrollarsi di dosso l'ombra un pò scomoda di Ace Frehley, che lo ha perseguitato in questi primi anni di permanenza attiva nei Kiss.
Il suo solo, viene infarcito di citazioni Beethoveniane, cosa impensabile per l'originario Spaceman, ma soprattutto si rimane colpiti per la sicurezza con la quale, l'ex chitarrista dei Black'n'blue, affronta il vasto repertorio del gruppo, sia nei pezzi che hanno composto il loro capolavoro del 1975, sia gli altri classici compresi nella tracklist, dando così sfoggio di versatilità e garantendo ancora un futuro ai Kiss.
Buona anche la prestazione di Eric Singer, ma questa non è una novità; il drummer se la cava egregiamente con il canto e fornisce una prova priva di pecche, incluso l'ottimo solo presente in 100,000 years.
Sulle canzoni c'è poco da dire, sono tutte straconosciute, per cui è sempre un bell'ascoltare, quando gli amplificatori sparano una dietro l'altra canzoni come Got to choose, Parasite, She, Let me go Rock'n'roll, per restare ai pezzi dell'era "Alive !" o le terremotanti I love it loud, Detroit Rock city e Love Gun.
Cos'altro aggiungere; i leader, nonostante siano orami vicini ai sessanta spaccano come due giovanotti, anche se ripeto, risulta preoccupante il vistoso declino di Paul Stanley, il che ha dalla sua una straordinaria capacità di intrattenimento che supplisce a carenze puramente artistiche, come risulta inquietante l'idea di una band che vada avanti come una specie di reality show, dove altre persone potranno in futuro celarsi dietro le maschere che hanno fatto sognare più generazioni prendendo il posto dello stesso Stanley e di Gene Simmons, cercando poi di continuare a fare rivivere un mito che rischia a mio modesto avviso di rasentare il ridicolo se tale progetto verrà realmente messo in pratica.
Il disco, o i dischi, acquistabili via internet, sono consigliatissimi, mostrano i Kiss per quello che sono attualmente, speriamo che al più presto esca la versione video di una delle tappe di questo tour, oltre all'ormai attesissima versione europea dei cofanetti "Kissology", vera manna dal cielo per chi ama il gruppo.