Voto: 
7.5 / 10
Autore: 
Filippo Morini
Genere: 
Etichetta: 
Stuprobrucio Records
Anno: 
2009
Line-Up: 

- Manu Magnini  - voce, chitarre, noise
- Angie - basso
- Renzo - batteria

Tracklist: 

1. Synchronized Night
2. Grey Grey Grey
3. Fucking Rainy
4. Angle Of Reflection
5. The Jesus Sound
6. Electrolitik Cardioid
7. Peak Inverse Voltage
8. Formula 937
9. Infrared Spectrography
10. Catastrophic

Key-Lectric

Blanking Generator

Noise travolto da una scarica di taser e lasciato a terra a sguazzare nelle convulsioni mentre qualcuno infierisce colpendolo con chitarre e tamburi fino alla perdita di conoscenza. In una breve frase, questa è la situazione che si manifesta alle orecchie dell’ascoltatore una volta fatto girare il disco dei Key-Lectric, band di “Pesaro-Fano-Rimini o giù di lì” che ha recentemente dato alle stampe Blanking Generator, esordio marchiato Stuprobrucio Records

Che l’ossessività Post Punk fosse di casa lo si poteva capire fin dalla robotica Synchronized Night, traccia d’apertura monocromatica che incede inquietante ed inarrestabile come un meccanismo senza concedere nulla a parte qualche oscuro presagio per ciò che avverrà in seguito.
Ma la vera anima della band comincia a rivelarsi solo con Grey Grey Grey, dove strumenti e voce spaziano tra ritmiche disco e dissonanze ricoperte di effettistica, cambi di tempo secchi e voce melodicamente ignorante che riescono a stuzzicare l’appetito prima dell’arrivo di Fucking Rainy, primo punto cruciale del disco.
In questo brano cominciano a fruttare le influenze più celebri, prima fra tutte quella dei nostrani Drink To Me (guarda caso il disco è co-prodotto e mixato da Marco Bianchi, voce, chitarra e synth di questi ultimi), ma emergono anche echi di Test Icicles grazie alla trascinata ed adorabile linea di voce che lascia tempo e spazio a laghi di feedback e rumore, mentre l’unico, instancabile tamburo diventa un violento metronomo a cui appellarsi in caso di disorientamento.
Il Rock spumeggia con tutta la sua rozza attitudine in Angle Of Reflection, frullato misto di Garage, sporcizia e benzina, e in The Jesus Sound, che dietro i suoi accenti acrobatici e distorti nasconde una certa mancanza di melodia durante le sezioni mid tempo.
Una linea di basso particolarmente suadente che sembra voler portare alla mente quella Gouge Away dei Folletti di Boston ci riporta al Post Punk, infilando un assolo di chitarra acido e instabile tra le sue trame, mentre una voce sincopata si inserisce in un continuo mordi e fuggi, prima di abbandonare definitivamente Electrolitik Cardioid al suo destino.
Cacofonia schizofrenica balena negli appena 49 secondi di Formula 937, mentre gli anni ’80 ed il Noise New Yorkese figlio dei primi Sonic Youth donano alla conclusiva Catastrophic nuovo significato e motivi di interesse, attraverso l’intreccio di una solida e melodica linea di basso con una chitarra che sfrega come una rasoio sui nostri timpani. 

Insomma, prima di tirare le dovute conclusioni meglio dirlo a chiare lettere: i Key-Lectric sono uno di quei gruppi che hanno avuto la sfortuna di nascere in Italia.
Se fossero attivi nei dintorni di Londra o New York avrebbero senza ombra di dubbio un nutrito seguito di appassionati, musicisti e semplici curiosi che li renderebbero un piccolo gruppo di culto nel giro di una manciata di concerti.
Purtroppo nel Bel Paese tutto questo non potrà mai accadere, o almeno non nella situazione attuale in cui versa il panorama musicale italiano, considerata la sua lentezza nell’aggiornarsi, la sua scarsissima apertura nei confronti delle nuove ondate di musicisti ed il suo morboso attaccamento a meccanismi tanto vecchi quanto ormai inefficaci.
Spiace perché, sebbene Blanking Generator non posso essere considerato un capolavoro del genere, è tuttavia un album fitto di qualità, originalità e creatività, ed anche solo per la ventata di novità che porta varrebbe la pena ascoltarlo.
Non rimane che sperare che i Key-Lectric non si lascino influenzare eccessivamente dallo sconfortante ambiente che li circonda, ma che alzino lo sguardo e mirino lontano, continuando a produrre la loro musica disfunzionale e meccanica.  

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