- Hans Lundin - tastiera, voce
- Morgan Agren - batteria
- Aleena Gibson - voce
- Patrik Lundstrom - voce
- Per Nilsson - chitarra
- Jonas Reingold - basso
1. Angling Feelings
2. The Glorious Silence Within
3. The Fleeting Existence of Time
4. Pulsation
5. Liquid Holes in the Sky
6. Solitary Pathway
7. Broken Chords
8. Path of Humbleness
9. Where’s the Captain?
10. This Ship Of Life
Angling Feelings
La nuova fase della storia dei Kaipa, avviatasi nel 2002 con la pubblicazione di Notes From The Past, dopo venti anni di silenzio, non sembra placarsi perché a seguito di Keyholder (2003) e Mindrevolutions (2005) Hans Lundin e compagni danno alle stampe Angling Feelings, nono album di studio.
La copertina già riflette la dimensione fantastica e scherzosa dei Kaipa, rappresentata da un Progressive Rock spontaneo e mai così collegato alla tradizione della vecchia formazione degli anni Ottanta: passaggi più Hard Rock si intersecano alle distensioni Progressive, lasciando spazio ai motivi Folk svedese che tanto rendono affascinante la musica di Lundin dal 1975.
Il problema principale di Angling Feelings è tuttavia la sua forma troppo artificiosa e spesso ripetitiva, che alla lunga stanca l’ascoltatore; rispetto a Mindrevolutions il sound non è così diretto e piacevole, gli intrecci vocali sono eccessivi e le sezioni musicali raramente sfiorano i tratti sublimi delle precedenti opere.
La title-track è la testimonianza delle due anime dei Kaipa, quella monotona e abbastanza banale nel suo mood e quella invece sospesa e gradevole: le canzoni comunque faticano ad uscire dal loro guscio e rimane un’impressione di incertezza nell’ascoltatore che si accosta ad Angling Feelings. Sicuramente ben diversa la prospettiva che si scorge in The Glorious Silence Within, più simile a Mindrevolutions nelle parti coinvolgenti ma legata ancora al passato folcloristico, grazie all’intervento dei flauti.
The Fleating Existence Of Time conserva il tono scherzoso dato anche dall’apporto della voce di Aleena Gibson, dolce e giocosa al tempo stesso; si è però lontani da quelle magiche composizioni che hanno permeato le altre opere, perché nei dodici minuti che formano il brano ci sono pochi spiragli trascinanti e capaci di trasportare il pubblico.
Tutto l’album procede su questa ambivalenza, senza presentare punte di eccezionale qualità, perché esse sono limitate alla seconda traccia: Liquid Holes In The Sky è soporifera e, sebbene piacevole, Solitary Pathway è alquanto scontata.
Quindi si riconosce la netta inferiorità del nono full-lenght rispetto al precedente Mindrevolutions che, nonostante i suoi alti e bassi, aveva costituito un lavoro di grande maturità stilistica per Hans Lundin e compagni. La dipartita alla chitarra di Roine Stolt sembra aver influito sul song-writing, sebbene Lundin abbia dichiarato di aver proceduto serenamente ed efficacemente alla stesura di Angling Feelings. Non resta che affidarci al futuro dei Kaipa, sperando che Hans ritrovi l’equilibrio del passato e riesca a ristabilire un contatto diretto con l’ascoltatore, senza perdersi negli inutili fraseggi e passaggi di Angling Feelings.