- Rob Halford - voce
- Glenn Tipton - chitarra
- K.K. Downing - chitarra
- Ian Hill - basso
- Alan Moore - batteria
1. Victim Of Changes
2. The Ripper
3. Dream Deceiver
4. Deceiver
5. Prelude
6. Tyrant
7. Genocide
8. Epitaph
9. Island Of Domination
Sad Wings of Destiny
Dopo il buono ma non certo esaltante esordio del 1974 con Rocka Rolla, i Judas Priest nel 1976 decidono di entrare nella storia dando alla luce Sad Wings Of Destiny, l'album che a dir di molti rappresenta il primo vero esempio di Heavy Metal, a sentire altri invece solo un primo ma decisivo approccio verso un modo ancor più duro di fare Rock, sicuramente comunque si può affermare che i Priest con quest'album hanno estrapolato dall'Hard Rock degli anni '70, fortemente dominato dalla triade Black Sabbath, Led Zeppelin, Deep Purple, una diversa corrente Heavy, quella cioè che sul finire di quel decennio avrebbe dato inizio all'epopea del "Metallo Pesante". In realtà sono ancora presenti ed evidenti le forti influenze esercitate da Black Sabbath e Led Zeppelin nel sound preist-iano, ma a venir meno nel secondo lavoro dei Preti di Giuda sono quelle sfumature Blues e psichedeliche che avevano caratterizzato il debut, rendendolo spesso sconclusionato e privo di un filo conduttore, seppure a tratti parecchio piacevole. Ma anche l'ottima produzione della Gull ha avuto la sua determinante importanza, considerando soprattutto l'epoca, così come la bravura dei musicisti, i due chitarristi in maniera particolare, che proprio grazie alla buona produzione viene fuori con prorompenza, dando inizio a quei duelli di chitarra che per il periodo non erano certo cose di ogni giorno.
Il platter viene aperto da quella che sarà per sempre ricordata come una delle maggiori composizioni del combo inglese Victim Of Changes, brano lungo e dall'incedere cadenzato e ripetitivo, mentre The Ripper, chiaramente dedicata alla storia di "Jack lo squartatore", è una song dura e cattiva, capace di ricreare quel clima scuro e tagliente che tratta nei testi, invece Dreamer Deceiver è un lento ricco di pathos, triste e sognante al tempo stesso, capace di immergere l'ascoltatore in una quiete rasserenante, dove si possono apprezzare gli acuti di Rob Halford e le delicate linee di chitarra. Deceiver è una Heavy song, senza fronzoli e senza incertezze, dura e pesante, e si consideri che siamo solo nel 1976, poi la breve strumentale Prelude ci introduce alla tirata e ormai storica Tyrant, cavallo di battaglia nei concerti della band, con un lavoro di chitarre strepitoso e una parte cantata in doppia voce da brividi, e si prosegue su alti livelli con Genocide, altro pezzo buono a comunicare il prossimo avvento della NWOBHM, che nel finale diventa tiratissimo grazie anche ai suoi riffs assassini, mentre ad abbassare i toni ci pensa Epitaph, poetico lento dalla melodia quiete e delicata che si regge sul piano e sulla voce soave del cantante, infine Island Of Domination riporta il lavoro su ritmi più sostenuti con riffs devastanti ed il suo incedere possente e serrato.
Sad Wings Of Destiny è un album che deve essere valutato non solo per il suo valore artistico, compositivo ed esecutivo, potendo fare affidamento sulla grande interpretazione canora di Halford, sulla vena compositiva di Tipton in particolare, su nove brani di indiscutibile valore, ma è anche un album storico e soprattutto essenziale perchè rappresenta le origini, l'ABC, le fondamenta di quel che sarà, indispensabile quindi a comprendere l'Heavy Metal.