- Jorn Lande - voce
- Tore Moren - chitarra
- Jorn Viggo Lofstad - chitarra
- Sid Ringsby - basso
- Willy Bendiksen - batteria
1. Lonely Are The Brave
2. Night City
3. War Of The World
4. Shadow People
5. Soul Of The Wind
6. Man Of The Dark
7. Promises
8. The Inner Road
9. Hellfire
Lonely Are The Brave
Il norvegese Jorn Lande rappresenta ad oggi una delle voci più rappresentative ed apprezzate dell'attuale scena metal, uno dei pochi vocalist attualmente in circolazione a poter vantare un carisma ed un'ugola tali da proporlo come uno dei più credibili prosecutori di una storica e vincente tradizione che ha visto in gente come David Coverdale solo uno tra i suoi esponenti di punta. E che il singer biondo-crinito sia da sempre un ammiratore ed un efficace emule del verbo coverdaliano non è mai stato un mistero, anzi la cosa era ben nota già dai tempi dei suoi The Snakes, che fin dal moniker lasciavano trasparire la sua devozione per i Whitesnake di "sua maestà" Coverdale.
Infaticabile e prolifico, con una carriera non ancora lunghissima ma particolarmente intensa alle spalle, che lo ha visto protagonista anche con Vagabond, Ark, Masterplan, ed altri progetti come quello con Russell Allen dei Symphony X, si ripresenta in questo corrente anno con quello che rappresenta il quinto album di inediti della sua carriera solista, Lonely Are The Brave, che segue a Duke del 2006 e addirittura alle tre uscite dello scorso anno, in cui aveva dato alle stampe un live, una raccolta e un album di sole cover.
L'ultimo arrivato di casa Lande si muove sulle solite coordinate di un hard rock classico che talvolta strizza l'occhio in maniera evidente ai Whitesnake di metà anni ‘80, pur senza riuscire ad eguagliarne mai la grandezza, come si percepisce già con la pur buona opener e title-track e con la seguente Night City, due brani che sembrano lanciare l'album sulla scia appunto del più classico hard rock.
Ma attenzione, perchè Jorn è ormai fin troppo esperto e scafato per limitarsi ad una semplice opera di ripresa di vecchie sonorità, ed infatti riesce ad imprimere un proprio marchio alla sua proposta, andando ad aggiungere atmosfere oscure e quasi doomeggianti che ricordano un po' i Black Sabbath era Dio, come si nota dall'ascolto dell'oscura ed inquietante Hellfire o della solenne e possente Soul Of The Wind, incentrata su un riffone pesante e cattivo e sull'ottima interpretazione del singer; ma si riscontrano anche atmosfere più corpose ed epiche à la Rainbow ed una sana quanto rivitalizzante spruzzata di un più attuale melodic metal, retaggio della sua sostanziosa e fortunata esperienza con i Masterplan, come ampiamente dimostra Promises. In tal senso, il potente mid-tempo War Of The World è quasi una summa del sound espresso da Jorn in questa sua ultima release: sezione ritmica possente e rocciosa, guitar-work pesante e affilato della coppia Tore Moren e Jorn Viggo Lostfad, strofe oscure e refrain accattivante ed epico; anche se probabilmente il suo momento migliore questo Lonely Are The Brave lo vive con Man Of The Dark, altro bel brano in pieno stile hard rock classico in possesso di melodie evocative ed emozionanti.
Sembra addirittura di assistere ad un tuffo nell'US speed/power degli anni '80, che pare un po' riprendere i primi Riot, in brani come The Inner Road e Shadow People, ma sempre rielaborando il tutto in una sua personale versione che accomuna in unico sound il ricco e vario bagaglio che ormai fa parte dell'artista norvegese, anche se questi due brani mancano purtroppo del chorus vincente.
Quasi un album d'ordinaria amministrazione per il norvegese Jorn (e questo la dice tutta sulle sue doti e le sue capacità) che aggiunge così un altro valido tassello alla sua già sostanziosa carriera solista. In più inoltre il norvegese ha saputo rendere un po' più varia e composita una proposta che altrimenti correva il rischio di ripetersi.