- Vinctor - voce e chitarra
- Malphas - basso
- Francesco La Rosa - batteria e tastiere
1. Fvlgvres (06:48)
2. Terzo Volto (06:06)
3. Pivme D'Arcangelo (06:16)
4. Vesper (08:34)
5. Melencolia (04:53)
6. Vrsa Major (05:59)
7. Addii (02:59)
FVLGVRES
Nonostante l’underground Black italiano sia ormai saturo di complessi privi di idee e spirito innovatore, negli ultimi tempi alcuni gruppi sono riusciti nell’ardua impresa di dare alle stampe lavori interessanti sotto ogni punto di vista, regalando così agli appassionati di casa nostra un’insperata ventata di aria fresca. Il 2007 ha visto trionfare, su tutti, un nome in particolare: quello degli Janvs. Nato nel 2003 quale progetto solista del cantante e chitarrista Vinctor, il gruppo genovese ha acquisito le caratteristiche della band vera e propria soltanto successivamente, vale a dire dopo la pubblicazione dell’album Nigredo, edito sotto Pagan Moon Records e limitato al numero di ottentotto copie. Considerato anche il grande successo ottenuto dal disco, Vinctor ha deciso infatti di affidarsi all’apporto di Malphas (ex Tronus Abyss) e Francesco La Rosa, i quali hanno occupato rispettivamente il ruolo di bassista e batterista. Grazie a questa nuova formazione il potenziale degli Janvs è cresciuto notevolmente, tanto che la piccola, ma comunque molto valida Aeternitas Tenebrarum Music Foundation ha scelto di licenziarne il secondo studio album, FVLGVRES.
Il full lenght, uscito sul mercato durante l’agosto 2007, si evidenzia fin da subito per un artwork particolarmente curato e suggestivo, come da tradizione in un certo ambito Black Metal nostrano. Quella di Vinctor e compagni è una proposta vicina, per attitudine e scelte stilistiche, ai ben più noti Spite Extreme Wing, a cui infatti gli Janvs devono molto sotto il punto di vista creativo. Ciò non deve comunque sminuire il lavoro svolto dalla band ligure nel comporre FVLGVRES, disco che, a partire dalla produzione, è contraddistinto da una qualità assolutamente superlativa. La componente italica del Metal targato Janvs è da ritrovarsi innanzitutto nei testi in lingua madre, così come pure in alcuni stilemi tanto cari al Black nostrano. Le liriche, ad esempio, si rifanno alla tradizione filosofica evoliana, elemento, questo, che avvicina ulteriormente gli Janvs ad una ben specifica area politica ed intellettuale. Sempre riguardo ai testi dei vari brani, FVLGVRES si può considerare una sorta di concept sui limiti della mente umana e sulla conquista della trascendenza.
Sebbene le tracce incluse nel disco siano appena sette, FVLGVRES offre oltre quaranta minuti di ottima musica. I brani, dal canto loro, sono sviluppati in maniera da risultare poco ripetitivi, garantendo in questo modo all’album una maggiore longevità. Grazie anche alla loro durata media (superiore ai sei minuti), le canzoni contenute nel full lenght propongono soluzioni in grado di rendere l’ascolto di FVLGVRES intenso e mai stancante. Il riffing è tagliente ed al tempo stesso lascia trasparire una leggera dose di malinconia, i cambi di ritmo si rivelano vincenti e lo screaming di Vinctor incredibilmente evocativo. Non mancano neppure sporadici assoli e brevi stacchi di tipo atmosferico, i quali conferiscono all’album un sapore ancor più oscuro ed ermetico. Ottimo inoltre il lavoro compiuto dietro le pelli, dove Francesco La Rosa dà prova di saper alternare con efficacia momenti di pura rabbia a sprazzi più cadenzati e meno impetuosi. Fra le sette tracce esiste un legame profondo ed invalicabile e risulta perciò estremamente arduo andare ad analizzarne singolarmente i passaggi. Risultano invece episodi isolati le strumentali Vesper e Addii, le quali comunque, nonostante una chiara predominanza Ambient, ben si inseriscono nelle trame musicali del disco. Per quanto concerne invece i capitoli più tradizionali, oltre alla titletrack iniziale, sono soprattutto Pivme D'Arcangelo e Vrsa Major a far registrare i picchi più alti nel corso dei quaranta minuti. In essi è inoltre possibile ritrovare la summa degli elementi su cui l’intero album è concepito, il che non può far altro che ampliarne ulteriormente il valore.
FVLGVRES è probabilmente il miglior prodotto emerso dal panorama Black italiano nel corso del 2007. Non soltanto: in ambito internazionale può infatti competere ad armi pari con svariate uscite legate agli ambienti più oltranzisti e meno sperimentali della scena Black. Una sorpresa assai gradita dunque, che però, se considerata in chiave futura, potrebbe assumere un’importanza ancora maggiore nel tempo.