Fine anni Settanta, impazzava il punk: un gruppo di estrema destra tentava di sfondare ma a causa di un mercato musicale che cercava solo ribelli post-figli dei fiori e punk non riusciva a sorpassare la soglia dell'anonimato; il loro era un solido (ma fragile) Rock, con tentazioni Progressive e divagazioni di puro Rock'n'Roll (quasi Punk). Stiamo parlando dei Janus, gruppo fondato a Roma nel 1976 dal batterista Mario Ladich assieme al cantante e chitarrista del Nuovo Canto Popolare Fabio Torriero e al chitarrista Stefano Recchioni (morto poi nel 1978 durante gli scontri di una manifestazione politica). Nonostante la difficoltà nell'organizzare eventi musicali, nel 1976 pubblicarono un 45 giri intitolato Tempo di vittoria inciso sotto la denominazione Janum. Nel frattempo la formazione veniva stravolta, con la successione di ben quattro cantanti, e solo Ladich rimaneva. Con queste premesse l'anno successivo rilasciarono l'EP European Rock Ensemble. In questo periodo, poiché i musicisti erano membri della Sezione Colle Oppio del M.S.I. e in alcuni loro testi (per esempio Dresda) venivano trattati temi rievocanti la guerra, vennero accusati di apologia del nazismo; tuttavia, il gruppo rigettò le accuse e si dichiarò ideologicamente anti-nazista.
Nel 1979 con l'omonima etichetta personale pubblicarono il full-lenght Al Maestrale in cui assumevano toni più epici e qualche venatura Prog. Il disco vendette pochissimo: sebbene la registrazione risulti scadente, il disco rappresenta una piccola gemma di soli 27:30 minuti. Ad An Dro spetta il duro compito di aprire il disco con la sua introduzione fatata e il suo tema portante di flauto, le divagazioni tastieristiche quasi jazz e i pochi abbozzi di chitarra.
Già si viene a creare un'aura nordica, che si riscontra raramente nei dischi del periodo; la title-track, Al Maestrale, pezzo abbastanza progressivo e non privo di atmosfera, è uno delle vette dell' album: l'inizio appare sommesso (voce nasale, altamente fastidiosa) ma in seguito la canzone si spezza in saette Hard Rock e così si congeda. Trotto è un' altra perla strumentale, in cui la batteria di sottofondo simula appunto il trotto di un cavallo.
Il Ritorno Del Cavaliere Nero tramortisce l'ascoltatore che inerme si abbandona alla lama del temuto cavaliere: è un peccato che la canzone non presenti altro spunto, dato che ad un certo punto si adagia su un assolo chitarristico che nel '77 ormai conservava un sapore di vecchio.
Il Fuoco E La Spada si erge sicuramente a capolavoro del disco, con il suo "Oggi, ho cavalcato i destrieri celesti, proprio ad un passo dalle stelle…"; la voce non è alquanto efficace ma l'amara verità del testo e qualche bell' assolo di chitarra ci fanno capire che i Janus hanno grinta da vendere. Neapolis, sulla falsa riga di Trotto, suona in realtà come un piccolo frammento incompleto, inserito perchè probabilmente nessuno riusciva a dargli seguito.
Manifestazione Non Autorizzata è solo un Rock'n'Roll con un testo troppo prosaico perchè riesca a fare breccia. Al contrario King Of The Faires si presenta con dei validi solo di sintetizzatore e l'immancabile flauto, "marchio di fabbrica" del gruppo. Tempo Di Vittoria, ultima traccia, è invece un Hard Rock canonico che sembra provenire dal biennio 1968-1969: qui i Janus si divertono e si scatenano, ma la scarsa qualità di registrazione non consente di cogliere bene il loro messaggio.
Al Maestrale costituisce uno dei dischi italiani maggiormente dimenticati, composto da un gruppo che in breve si sarebbe dissolto nel nulla. L'opera dei Janus apparve nel 1977-1978 come un lavoro terribilmente datato, ma allo stesso tempo troppo "avanguardistico".
Come curiosità finale si può ricordare l'aneddoto secondo cui in un incendio andarono perdute quasi tutte le copie originali di questo disco: tuttavia, questa rimane solo una delle tante leggende metropolitane della scena underground italiana.
1. An Dro
2. Al Maestrale
3. Trotto
4. Il Ritorno Del Cavaliere Nero
5. Il Fuocco E La Spada
6. Neapolis
7. Manifestazione Non Autorizzata
8. King of the Faires
9. Tempo di Vittoria
Al Maestrale
Fine anni Settanta, impazzava il punk: un gruppo di estrema destra tentava di sfondare ma a causa di un mercato musicale che cercava solo ribelli post-figli dei fiori e punk non riusciva a sorpassare la soglia dell'anonimato; il loro era un solido (ma fragile) Rock, con tentazioni Progressive e divagazioni di puro Rock'n'Roll (quasi Punk). Stiamo parlando dei Janus, gruppo fondato a Roma nel 1976 dal batterista Mario Ladich assieme al cantante e chitarrista del Nuovo Canto Popolare Fabio Torriero e al chitarrista Stefano Recchioni (morto poi nel 1978 durante gli scontri di una manifestazione politica). Nonostante la difficoltà nell'organizzare eventi musicali, nel 1976 pubblicarono un 45 giri intitolato Tempo di vittoria inciso sotto la denominazione Janum. Nel frattempo la formazione veniva stravolta, con la successione di ben quattro cantanti, e solo Ladich rimaneva. Con queste premesse l'anno successivo rilasciarono l'EP European Rock Ensemble. In questo periodo, poiché i musicisti erano membri della Sezione Colle Oppio del M.S.I. e in alcuni loro testi (per esempio Dresda) venivano trattati temi rievocanti la guerra, vennero accusati di apologia del nazismo; tuttavia, il gruppo rigettò le accuse e si dichiarò ideologicamente anti-nazista.
Nel 1979 con l'omonima etichetta personale pubblicarono il full-lenght Al Maestrale in cui assumevano toni più epici e qualche venatura Prog. Il disco vendette pochissimo: sebbene la registrazione risulti scadente, il disco rappresenta una piccola gemma di soli 27:30 minuti. Ad An Dro spetta il duro compito di aprire il disco con la sua introduzione fatata e il suo tema portante di flauto, le divagazioni tastieristiche quasi jazz e i pochi abbozzi di chitarra.
Già si viene a creare un'aura nordica, che si riscontra raramente nei dischi del periodo; la title-track, Al Maestrale, pezzo abbastanza progressivo e non privo di atmosfera, è uno delle vette dell' album: l'inizio appare sommesso (voce nasale, altamente fastidiosa) ma in seguito la canzone si spezza in saette Hard Rock e così si congeda. Trotto è un' altra perla strumentale, in cui la batteria di sottofondo simula appunto il trotto di un cavallo.
Il Ritorno Del Cavaliere Nero tramortisce l'ascoltatore che inerme si abbandona alla lama del temuto cavaliere: è un peccato che la canzone non presenti altro spunto, dato che ad un certo punto si adagia su un assolo chitarristico che nel '77 ormai conservava un sapore di vecchio.
Il Fuoco E La Spada si erge sicuramente a capolavoro del disco, con il suo "Oggi, ho cavalcato i destrieri celesti, proprio ad un passo dalle stelle…"; la voce non è alquanto efficace ma l'amara verità del testo e qualche bell' assolo di chitarra ci fanno capire che i Janus hanno grinta da vendere. Neapolis, sulla falsa riga di Trotto, suona in realtà come un piccolo frammento incompleto, inserito perchè probabilmente nessuno riusciva a dargli seguito.
Manifestazione Non Autorizzata è solo un Rock'n'Roll con un testo troppo prosaico perchè riesca a fare breccia. Al contrario King Of The Faires si presenta con dei validi solo di sintetizzatore e l'immancabile flauto, "marchio di fabbrica" del gruppo. Tempo Di Vittoria, ultima traccia, è invece un Hard Rock canonico che sembra provenire dal biennio 1968-1969: qui i Janus si divertono e si scatenano, ma la scarsa qualità di registrazione non consente di cogliere bene il loro messaggio.
Al Maestrale costituisce uno dei dischi italiani maggiormente dimenticati, composto da un gruppo che in breve si sarebbe dissolto nel nulla. L'opera dei Janus apparve nel 1977-1978 come un lavoro terribilmente datato, ma allo stesso tempo troppo "avanguardistico".
Come curiosità finale si può ricordare l'aneddoto secondo cui in un incendio andarono perdute quasi tutte le copie originali di questo disco: tuttavia, questa rimane solo una delle tante leggende metropolitane della scena underground italiana.
TRACKLIST:
1. An Dro
2. Al Maestrale
3. Trotto
4. Il Ritorno Del Cavaliere Nero
5. Il Fuocco E La Spada
6. Neapolis
7. Manifestazione Non Autorizzata
8. King of the Faires
9. Tempo di Vittoria