- Gary Chandler - chitarra, voce
- Steve Christey - batteria, percussioni
- Martin Orford - tastiera
- John Jowitt - basso
Guest:
- Steve Throne - cori
1. Theme's Light (04:57)
2. What Goes Around (05:18)
3. Asleep In My Hands (05:39)
4. Standing Still (05:21)
5. I Hear Your Voice (06:15)
6. Make Me Move (05:32)
7. Who I Am (06:07)
8. Need To Breathe (04:50)
9. Please Open Your Eyes (05:35)
10. All You've Ever Known (06:42)
11. Photoplay (04:19)
Photoplay
Dopo un’attesa durata tre anni dall’ultimo Fanatic, all’inizio del 2006 i Jadis, quartetto Neo Progressive inglese nato da una costola degli IQ ed attivo ormai dal lontano 1990, tornano con Photoplay, interessante lavoro ben sviluppato in undici tracce.
Memori degli insegnamenti dei vari Marillion, IQ, Pallas e Pendragon, i Jadis propongono un album all’insegna della melodia e della fusione con elementi psichedelici e AOR: si giunge così a reminescenze dallo stile degli americani Kansas, senza distogliere l’attenzione dalla raffinatezza tipica dei connazionali Camel e Asia, che pervade gran parte del tessuto sonoro di Photoplay.
Il leader della band, il cantante/chitarrista Gary Chandler ha impiegato oltre due anni a lavorare sulle architetture melodiche dell’album, in modo da plasmare soluzioni varie ed elaborate.
Il risultato ottenuto è certamente gradevole all’ascolto, soprattutto grazie al feeling trascinante di molti episodi, quale il primo There’s a Light, giocato sull’alternanza di parti atmosferiche tipicamente Pink Floydiane a momenti più diretti, scanditi dai temi di chitarra.
What Goes Around è leggermente più statica, ma non per questo sprovvista di fascino, conferito dagli inserti elettronici che accompagnano i riff distesi ed avvolgenti. Diametralmente opposta è invece la coinvolgente Asleep in my Hands, a cavallo tra Progressive, Psichedelia e AOR, un efficace connubio che porta i Jadis a mostrare le loro diverse sfaccettature; la canzone si delinea attraverso vorticose scale di Hammond e pregevoli stacchi strumentali, costituendo il capitolo meglio strutturato di tutta l’opera.
Standing Still viaggia su una fusione tra Pop e Psichedelia, dando largo spazio al cupo organo e alle pronte chitarre, che disegnano un refrain ricco musicalmente e carico di passione: la voce solista di Chandler è ben impostata e si adatta al contesto poliedrico di Photoplay, supportata dai cori del musicista progressivo inglese Steve Thorne.
I brani si susseguono non complessi nella loro struttura, rispettando i canoni del Neo Progressive degli ’80-’90, conservando un aspetto ordinato e non abbandonandosi a virtuosismi stravaganti. Nel suo incedere l’album perde la brillantezza iniziale, nonostante i Jadis presentino validi pezzi come l’inusuale Need to Breathe, più connesso alle tarde produzioni di Marillion e Pallas e il convincente Please Open Your Eyes, non lontano dalle soluzioni degli artisti americani d’ultima generazione, quali Spock’s Beard e il progetto solista di Neal Morse.
Nel complesso Photoplay, nella sua molteplicità stilistica, combatte ad armi pari con le uscite più attese del 2006, guadagnandosi un dignitoso posto tra le pubblicazioni discrete del Neo Progressive moderno: tante idee però sarebbero risultate ancor più affascinanti se si fosse puntato alla netta contrapposizione di capitoli impetuosi ad altri completamente piani e distesi; tuttavia, l'esito dell'album è soddisfacente e si consiglia il suo ascolto a tutti i fans del Neo Progressive in cerca di realtà più di nicchia, ma non per questo meno competitive.