- Johan Fahlberg - voce
- Peter Ostros - chitarra
- Michael Muller - basso
- Henning Wanner - tastiere
- Axel Kruse - batteria
1. Hero
2. Justice Is Deserved
3. Sinister Mind
4. Going Under
5. See The Light
6. Open Your Eyes
7. My Eager's Red
8. Always On My Mind
9. Heavenly Devotion
10. To Please And Give In
11. Hellucinate
12. Crush That Fear
Sinister Mind
In seguito alla dipartita del carismatico leader e frontman Michael Bormann, in molti si interrogarono sul futuro degli Jaded Heart, ma l'uscita nel 2005 del buon Helluva Time con la convincente prova del nuovo singer Johan Fahlberg aveva tranquillizzato un po' tutti e permesso al combo alemanno di intraprendere un intenso tour europeo. Fatto sta però che il timbro vocale del nuovo cantante è più potente ed impostato, ma anche meno graffiante e roco rispetto a quello di Bormann, più idoneo quindi per il melodic metal degli Scudiero, sua ex band, cosa che probabilmente ha avviato un consequenziale processo di mutamento che ha trovato nel nuovo Sinister Mind la sua attuale (e definitiva?) dimensione.
Infatti i tedeschi in questo loro settimo studio album spostano il tiro verso un hard rock massiccio e potente, caratterizzato da un riffing pesante e metallico, peraltro messo in risalto da una produzione buona ma che pare fatta apposta per nascondere certe magagne, e da risvolti melodic metal che li avvicinano a Pretty Maids e Pink Cream 69 da una parte e all'ultimo Jorn dall'altra, ma con risultati, e spiace dirlo, inferiori sia rispetto a questi artisti sia soprattutto rispetto al loro stesso passato. E proprio a proposito di magagne, viene naturale invece chiedersi perché sia così drasticamente diminuito l'apporto delle tastiere, dove siano finite le melodie AOR-oriented degli inizi, sostituite purtroppo da melodie spesso piatte, ed anche cori e ritornelli non sembrano più quelli di una volta, in grado di stamparsi in mente ai primi ascolti, anzi anche dopo ripetuti ascolti poco e niente rimarrà impresso nella vostra mente di queste dodici tracce che compongono Sinister Mind.
A confermare la scarsa vena ispirativa della band germanica ci sono anche una serie di discutibili sperimentazioni, come l'andamento zoppicante e le atmosfere epiche della tediosa My Eager's Red che vede la presenza di Sasha Gerstner degli Helloween alla chitarra, l'incerto hard n' heavy di To Please And Give In, forse il punto più basso non solo del presente platter ma dell'intera carriera dei tedeschi, o ancora l'intro vocale robotica di Going Under, che poi recupera un po' grazie al lavoro di Wanner alle keys e di Fahlberg alla voce, ma purtroppo ancora una volta il brano non funziona molto sotto l'aspetto melodico.
L'accostamento con Jorn balza agli occhi nella closer Crush That Fear, lunga e noiosa come poche altre, mentre quello con i Pink Cream 69 e i Pretty Maids lo si nota nella buona Justice Is Deserved, che consegna l'ottima performance del singer più a suo agio con sonorità molto hard, al limite del melodic metal, limite che viene infranto con See The Light, in cui una doppia cassa battente e un ritmo sostenuto non bastano a costruire un brano vincente se manca il contributo delle azzeccate melodie. L'intero lavoro comunque, come già detto, si indirizza verso queste soluzioni, ritmi sostenuti e chitarre pompate e pesanti la fanno da padrone un po' ovunque, a partire dall'iniziale Hero, che nonostante il solito riff rallenta nelle strofe e si apre in un chorus pieno e melodico, e caratteristiche molto simili ha anche la title-track, sempre con chitarra e sezione ritmica in primo piano e un buon chorus più aperto ed arioso, due buoni pezzi insomma, ma niente di eccelso.
Bisogna giungere a metà disco per trovare qualche altro pezzo degno del loro nome con l'ottima Open Your Eyes, un bel pezzo di melodic hard sempre potente ma condito stavolta da aperture melodiche capaci di catturare l'ascoltatore, o con Always On My Mind, a metà strada tra ballad e mid-tempo, in possesso di chorus aerati e leggeri, ancora voci filtrate e strofe quasi robotiche in Heavenly Devotion, sostenuta però da migliori linee melodiche e pronta ad aprirsi in cori pieni ed armoniosi.
Alla fine sembra ci sia veramente poco da salvare in questo nuovo corso degli Jaded Heart, quelli del post-Bormann per intenderci, eppure Helluva Time, il lavoro che lo aveva inaugurato, sembrava un album fresco e riuscito, cosa che fa supporre e soprattutto lascia sperare che quanto accaduto con Sinister Mind sia solo un passo falso in cui è incappato il combo germanico.