- Giacomo - voce
- Francesco - chitarra
- Marco C. - basso
- Marco M. - batteria
1. Torna Alla Mente (03:09)
2. Memorie Di Libertà (01:56)
3. Il Visionario (02:33)
4. Un Inverno Senza Fine (01:38)
5. Spirito Fiero? (02:52)
6. Diario Di Una Scelta (03:35)
Il Visionario
Umbri di Perugia, gli Ingegno si formano nella torrida estate del 2002 per volere di Giacomo e Marco, rispettivamente cantante e bassista. Il gruppo affonda le proprie radici nell’Hardcore di casa nostra: è essenzialmente per questo motivo che decide di adottare un monicker italiano e di scrivere testi in madrelingua. Nonostante i numerosissimi cambi di formazione, gli Ingegno riescono ad raggiungere con accordo con la Hurry Up! Records (stessa etichetta di La Crisi e Strength Approach), pubblicando poco dopo un full lenght omonimo d’esordio. L’attività live è intensa e porta il gruppo di Perugia a suonare in U.S.A. e Brasile, talvolta sullo stesso palco di grandi realtà come Pointing Finger e Nueva Etica. A due anni di distanza dal debutto discografico, gli Ingegno tornano, carichi come non mai, con un mini ad alto tasso adrenalinico: Il Visionario.
L’EP si divide in sei tracce audio, un pezzo fantasma ed un videoclip. Ad accompagnarlo un artwork semplicemente superbo, realizzato con cura e dedizione dalla Nexus Enterprises. Musicalmente parlando, gli Ingegno sono una vera bomba sonora. Riff al fulmicotone, ritmiche serratissime ed un cantato dai connotati veramente aggressivi. Non appena le note iniziali di Torna Alla Mente riecheggiano nell’aria, c’è da rimanere sbalorditi per la cattiveria, il furore e l’intensità che questi quattro ragazzi ci mettono nel suonare. Quattro ragazzi? Ebbene sì, nonostante il devastante muro metallico sollevato faccia pensare ad un binomio chitarristico, la formazione del gruppo comprende un solo axeman, Francesco. Merito suo quindi, ma soprattutto della sezione ritmica composta da Marco C. e Marco M., se gli Ingegno vantano sonorità da capogiro, accostabili in tutto e per tutto alla musica estrema.
Oldschool in piena regola, privo di sfumature melodiche e di breakdown ritmici senza senso. Hardcore di vecchia scuola insomma, ma cantato in italiano. Decisione coraggiosa questa, specialmente quando il trend musicale spinge verso ben altri direzioni. Eppure gli Ingegno riescono a raggiungere ugualmente il proprio obbiettivo: trasmettere un messaggio diretto e senza fronzoli con sincerità e tanta passione. Anche chi, come il sottoscritto, non ha mai gradito i testi in lingua italiana dovrà ricredersi dopo aver dato ascolto al gruppo umbro, abilissimo inoltre nell’amalgamare velocità schizofreniche e cambi di ritmo taglienti ed efficaci, frutto di tecnica e personalità. Da segnalare per forza di cose la potente bonus track, pescata dal passato, ed il videoclip musicale, realizzato e riproposte in perfetto stile underground.
C’è ben poco da aggiungere: gli Ingegno sono e restano uno dei migliori gruppi italiani ascoltati negli ultimi mesi, merito anche di una produzione estremamente incisiva. Tecnica, passione, personalità: a questi ragazzi non manca proprio nulla. Un disco quasi spaventoso.