Artwork straziante e disperato. Titolo che rimanda a sonorità elettroniche e nevrotiche. Non vi è alcun dubbio, basta prendere in mano il disco per capire che gli Infernal Poetry sono rimasti quel folle quintetto che tre anni fa confezionò l'impressionante Beholding the Unpure, disco che segnò per la band di Ancona una svolta verso lidi più sperimentali e psicopatici, rispetto alle prime release. Gli Infernal Poetry fecero infatti confluire in quel disco le fredde melodie del Death Metal scandinavo, l'aggressività di quello americano e spunti black, thrash e industrial, venendo a creare un genere la cui definizione più calzante è senz'altro quella coniata dai membri stessi della band: Schizo Death Metal.

Questo Nervous System Checking vede gli Infernal Poetry consolidare il proprio stile, abbandonando parte della melodia dell'album precedente in favore di un groove più moderno e di ritornelli più violenti e ossessivi. L'EP di quattro tracce gioca sul contrasto tra sezioni angoscianti e quasi sussurrate ed esplosioni di rabbia, sfruttando appieno le immense doti espressive del cantante Paolo Ojetti e la sua grande versatilità. Queste qualità emergono immediatamente dalla opener, Forbidden Apples, che pur essendo l'episodio più debole del disco, si mantiene su livelli alti, grazie anche all'aiuto di lyrics particolarmente angoscianti e claustrofobiche, che si abbinano perfettamente all'ossessività della sezione strumentale.

I pezzi, pur essendo decisamente più cadenzati e martellanti rispetto all'album precedente, non scadono in ritmiche scontate o riff semplificati, anzi, questi ultimi mantengono completamente intatto il carattere psicotico al quale la band ci ha ormai abituato da tempo; basti dare un ascolto a They Dance In Circles, una vera perla di follia, coronata dal testo schizofrenico e paranoico.

Dal punto di vista ritmico, come già accennato, Nervous System Checking non fa rimpiangere le release precedenti della band, che invece si sbizzarrisce in ritmiche elaborate, particolarmente notevoli nella traccia Pathological Acts At 37 Degrees, canzone peraltro dotata di un refrain estremamente coinvolgente. Non manca di colpire piacevolmente anche The Next Is Mine, nella quale un arpeggio dissonante ed alienato interviene a dare tregua all'ascoltatore tra le due strofe isteriche e rabbiose, che rendono la canzone la più aggressiva del lotto.

L'EP, contenente in aggiunta i due videoclip dell'esecuzione live al Gods of Metal 2006 delle canzoni Crawl e Hell Spawn, lascia molto ben sperare quindi per il futuro full-lenght Nervous System Failure, del quale dovebbe costituire un assaggio, peraltro molto gustoso.