- Bnann Watts – voce
- Matt Gooderson – chitarre, programmazione
- Wag Marshall-Page – basso
- Richie Vernon – tastiere (live)
- Alex Bruford – batteria
1. Circus of the Mad (03:34)
2. Make Mistakes (03:48)
3. Play Blind (04:31)
4. Free Things for Poor People (04:07)
5. Code 1 (04:05)
6. Million Pieces (03:54)
7. Universe in Reverse (04:42)
8. Don't Look Behind You (04:10)
9. Chemical Girlfriend (04:56)
10. How to Disappear (04:40)
Universe in Reverse
Che il 2008 si presentasse come annata foriera di novità, su questo non v’è mai stato alcun dubbio. Tante nuove proposte e qualche (tentativo di) conferma, tra le quali troviamo anche questo Universe in Reverse, secondo lavoro in studio per la band che risponde al nome di Infadels.
Il quartetto (arricchito dalla presenza live, alle tastiere, di Richie Vernon) ritorna sulla scena Indie d’oltre Manica con un nuovo lavoro, quindi. Un disco accattivante, caratterizzato da uno spirito fresco e fatto di ritmiche spesso incalzanti. Un album che, in definitiva, si prepone l'obiettivo di rappresentare una conferma alle discrete impressioni suscitate dal predecessore, con la ricerca, perchè no, di qualche spunto innovativo.
Universe in Reverse, a dire il vero, non inizia con il giusto piglio. Circus of the Mad, traccia d’apertura, infatti, non riesce a scaldare l’ambiente a dovere. Sembra affiorare un po’ di confusione, nell’impianto scenico predisposto dagli Infadels. Qualche vocalizzo di troppo finisce col rendere quasi ridondante l’apporto alla voce di Bnann Watts, mentre la sezione ritmica rimane troppo spesso in sordina. C’è anche qualche innesto elettronico, sullo stile più tipico del filone britannico per un certo tipo di Indie dei nostri giorni.
La musica cambia radicalmente, è proprio il caso di dirlo, con Make Mistakes, primo singolo estratto per promuovere il disco. Un’eccezione per ciò che è la regola generale. Il pezzo si muove ordinato e senza troppi fronzoli, facendo sobbalzare l’ascoltatore con qualche scarica di chitarre elettriche che cambia certamente il decorso di Universe in Reverse.
E’ uno degli episodi meglio riusciti del full-lenght, al quale fa seguito una Pay Blind meno incisiva, ma contornata di innesti di programmazione che lasciano affiorare qualche somiglianza con alcuni “colleghi” di Watts e soci (Athlete?).
Free Things for Poor People è il secondo singolo estratto dal disco, a dire il vero leggermente somigliante alla già citata Make Mistakes. Il brano si muove su linee semplici, con un tappeto sonoro a tratti sintentico e con una sezione ritmica a dire il vero non eccessivamente veloce.
Del resto, se Code 1 ci spedisce indietro nel tempo di una ventina d’anni, colpisce l’incalzante e pungente title-track. Universe in Reverse è emblema di un disco che sa farsi ascoltare ed apprezzare, senza eccessivi fronzoli ma con un pizzico di sfacciataggine che rende gli Infadels quanto meno gradevoli, pur senza novità eclatanti.
Manca qualcosa? Una ballata, a dire il vero. Tocca a Don’t Look Behind You vestirne i panni. Ed il risultato a dire il vero non è così profondo, visto che le atmosfere soffuse aggiungono poco di nuovo rispetto a quanto già sentito.
La chiusura, dunque, con Chemical Girlfriend e How to Disappear, apprezzabili episodi di scanzonata gioventù, per un disco che a conti fatti appare ben confezionato.
Attenzione, però: non confondiamoci troppo le idee, perché Universe in Reverse rappresenta un lavoro architettato e diretto a dovere, ma si tratta pur sempre di un disco cui manca il tocco vincente, capace di ergerlo a “fuori classe”. Nonostante tutto, comunque, esame superato.