Voto: 
6.9 / 10
Autore: 
Iacopo Fonte
Genere: 
Etichetta: 
Minuswelt/Capture
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Dennis Ostermann - composizione, testi
- Jorg Schelte - composizione, programming
- Steve - batteria, programming

Guest:
- Nadine Stelzer - voce
- Heiko Monkowski - chitarra


Tracklist: 

1. The Harder They Come…
2. Promised Land
3. Forbidden Fruit
4. Fading Light
5. Wintermoon
6. Manchmal Redest du im Schlaf
7. Regicide
8. Der Teufel
9. Away From Here
10. In Favilla
11. Something to Remember
12. …The Harder They Fall…

In Strict Confidence

Exile Paradise

L’ultimo lavoro degli In Strict Confidence, Exile Paradise, si presenta come un’opera ai limiti tra industrial ed electro-goth, con diverse punte di ebm. Uno stile piuttosto variegato quindi che si presenta compatto tematicamente, sotto forma di concept riguardante la biblica vicenda di Adamo ed Eva e della loro cacciata dal Paradiso Terrestre. Il mood cerca quindi parallelamente di rappresentare le liriche trattate in toni scuri, sfumati, a volte poetici, che ritraggono, come ci è presentato in copertina, un Eden oscuro, misterioso e intricato, con in primo piano i due protagonisti raffigurati in chiave demoniaca, con occhi di serpente. Dal punto di vista stilistico poi i principali caratteri sono il contrasto vocale (che vede i vocalist impegnarsi in inglese e tedesco) tra le linee maschili e femminili, ognuna delle quali spazia tra varie tonalità e riesce di track in track a regalare diverse sensazioni. In primo piano sta ovviamente il lavoro di synths che riesce a dotare i singoli brani di una propria autonomia anche se la componente elettronica in diversi punti, specialmente nelle prime sei tracks, rischia di diventare ossessiva e monotona. Si tratta comunque di un disco lungo, dodici canzoni per sessantadue minuti, che lo arricchiscono di varie situazioni sonore, alcune più efficaci di altre.

In generale si può dividere il platter in modo simmetrico in due parti: una prima che comprende i sei brani iniziali e la seconda che va dal settimo fino alla fine del full-length. A cominciare dunque dall’intro The Harder They Come… si possono comprendere i caratteri di questo disco. Si tratta di un brano ermetico, lavorato con effetti elettronici sfumati che creano un’atmosfera misteriosa. Esattamente dalle sue ultime note procede la seconda Promised Land, dove gli amanti del tipico sound industrial alla Kovenant troveranno pane per i loro denti. In più il vocal femminile è lanciato verso sonorità ebm, quindi più chiaro e splendente. Ma il brano migliore di questa prima parte, se così si può definire, è il successivo Forbidden Fruit. I toni che caratterizzano questa terza track sono più tetri rispetto anche a ciò che seguirà; in particolare è apprezzabile la sessione ritmica quasi trip-hop che crea un’atmosfera pacata e avvolgente. Le seguenti tre tracce sono di minor intensità, ma anche maggiormente portate all’approfondimento di un sound da mainstream. La parte più interessante e di maggiore qualità viene a partire dalla settima Regicide. Con questa il vocal maschile si fa più cupo, profondo, per una resa sonora maggiormente tesa al mistero. E’ un sound accostabile maggiormente ai lavori di Rob Zombie o alle parti più elettroniche di Marilyn Manson. Prova di questo incanalamento stilistico più definito e anche più efficace è la successiva Der Teufel. Per la prima volta si a che fare con un andamento effettivamente introverso, lento ed eclettico.

Da qui con Away From Here si procede sulla strada di un crescendo qualitativo. La voce femminile addolcisce l’atmosfera, rendendola più calda e malinconica, in un’evoluzione sonora avvincente. Il pezzo migliore di tutto il full-length sta però appena dopo nella decima In Favilla, track di ben otto minuti. Il vocal femminile è sfumato e corale, come da cattedrale. L’effetto che emerge più forte è quello di mistero grazie a una situazione oscura ed evanescente. A supporto per di più stanno effetti sonori atmosferici, in stile ambient. Dopo questo picco, ci si avvia all’epilogo della vicenda con strutture sonore varie, anche se meno cupe.
E’ un lavoro che nella sua lunghezza rivela di essere per alcuni punti difficilmente ascoltabile nel suo complesso. Lo stile però è vario e dimostra le ottime qualità della band. Le parti che in ogni track sono davvero ad alto livello però sono gli intro. Tutti gli inizi dei brani sono efficaci ed esprimono i migliori caratteri ed idee degli In Strict Confidence.

NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente