- Roddy Woomble - voce
- Rod Jones - chitarra
- Allan Stewart - chitarra
- Gareth Russell - basso
- Colin Newton - batteria
1. In Competition For The Worst Time
2. Everything (As It Moves)
3. No Emotion
4. Make Another World
5. If It Takes You Home
6. Future Works
7. You And I Are Both Away
8. Ghost In The Arcade
9. Once In Your Life
10. Finished It Remains
Make Another World
Provenienti dalla Scozia, precisamente da Edimburgo, ed in circolazione da ormai un decennio, gli Idlewild esordiscono nel 1999 con Hope Is Important, presentandosi fin dall'inizio come una delle più promettenti band in ambito indie.
Giungono adesso alla loro quinta uscita ufficiale con questo Make Another World, il primo edito dalla loro nuova label, la Sequel, e che segue a due anni di distanza il precedente e discusso Warning Promises. La formula non cambia, infatti la loro proposta è sempre un mix di sonorità già sentite due decenni prima e che richiama il college pop e l'alternative rock di R.E.M. e Smiths con l'aggiunta delle distorsioni e di uno scorrere incalzante in tipico stile garage che fu proprio dei Pixies.
E' facile riscontrare questo riuscito, ma talvolta scontato, mix fin dall'iniziale In Competition For The Worst Time, in cui chiaramente si percepiscono linee melodiche e vocali figlie dei primi R.E.M. riprodotte su un diverso tappeto ritmico, ne viene fuori un bel pezzo ma soprattutto la netta sensazione che vi sia da parte degli scozzesi la continua ricerca della melodia facile, un po' come i connazionali Snow Patrol, cosa questa che maggiormente si intravede in brani come No Emotion, carino ed orecchiabile ma niente più, o Make Another World, che dopo un inizio promettente si assesta su standard qualitativi medio-alti non diversi dagli altri pezzi, invece Everything è spigolosa e trascinante ma nel complesso anch'essa risulta inferiore rispetto all'opener.
E' abbastanza curioso notare come i brani meglio riusciti e più piacevoli siano paradossalmente anche quelli più derivativi, è il caso del singolo If It Takes You Home, indiscutibilmente un bel pezzo energico e melodico ma in cui si sente in maniera pesante l'influenza degli Smiths, molto bella anche la ballata Future Works, anzi è proprio nei momenti più riflessivi che il cantante e compositore Roddy Woomble mostra un song-writing gustoso e meno legato alla tradizione alternative e pop-rock degli anni '80, e ciò avviene solo in parte anche in Once In Your Life, dove ancora presenti sono gli echi degli Smiths, You And I Are Both Away è un continuo alternarsi di momenti più lenti e quasi sommessi con parti più tirate e melodiche, ma il brano non convince pienamente, come il successivo Ghost In The Arcade, mentre si chiude in maniera più che dignitosa e soprattutto in sintonia con le suddette influenze derivanti dagli ‘eighties' con Finished It Remains.
Make Another World è un album veloce e breve che ha il merito di scorrere altrettanto velocemente e farsi ascoltare in maniera facile ed anche piacevole, però i richiami e le influenze a certo rock anni '80 sono lampanti e lasciano la forte sensazione di un sound troppo derivato e la consapevolezza che nonostante venti anni di evoluzione il buon vecchio rock alla fine sia solo e sempre del buon vecchio rock, specie se supportato da talento e buon gusto melodico, ma l'inventiva e l'originalità sembra proprio che non abbiano dimora da queste parti.