-Emanuele Lapiana
-Pacifico
-Sara Mazo
-Max Collini
-Federico Fiumani
01. Y ( feat. Pacifico)
02. Il Buio ( feat. Sara Mazo)
03. Cuoricino
04. Cohen
05. Lo Squalozecca ( feat. Federico Fiumani)
06. Io Accuso
07. Brainstormo ( feat. Sara Mazo)
08. E.M.I.
09. Il Nuovo Me ( feat. Max Collini)
10. Close
11. 54G
12. La Città
I Racconti Dell' Amore Malvagio
Adesso che le mie esigenze sono state soddisfatte, posso anche uscire allo scoperto: lo aspettavo da tempo un disco così rabbioso. Il fatto che però venga musicato da un laureato in economia politica e non da un musicista ( o meglio ancora da un cantautore) mi fa riflettere, provocando inizialmente indignazione ma facendomi cadere, al solito, in uno stato di profonda rassegnazione. Ma perché nessuno prima ha parlato di tutti questi problemi? Cos'è, vige un legittimo impedimento anche in musica, seconda la quale l' omertà a testa bassa dovrebbe regnare? Funziona così l' affare musica in Italia, purtroppo: chi parla della bellezza di mare, monti e dell' estate è lassù, sopra le classifiche a dominare i tanti inutili talent, contenitori di persone, prima che di ( alquanto discutibile) arte. Mentre tocca agli "organismi" di nicchia cantare del nulla che rimane a questo paese. Un disco come I Racconti Dell' Amore Malvagio negli anni '90, ai tempi dei primi album elettro-pop a Roma, sarebbe diventato ben presto un cult. Invece ad Emanuele Lapiana - un passato con C|O|D e con la band industrial Lovecoma - tocca solo qualche recensione in cinquanta caratteri piuttosto distratta sulle riviste, oltre che il solito passaparola di internet.
Seguendo il solco lasciato da Mondo Madre ( un disco contenente anche un libro molto ben accolto dalla critica), I Racconti Dell' Amore Malvagio è un prodotto di quello che potremo definire essere cantautorato moderno le cui canzoni sono state scritte e musicate nel tempo libero, solitamente di notte, che Emanuele dedica in gran parte alla musica. Da autodidatta qual'è fa di necessità virtù adottando quanti più strumenti possibili, che uniti ad una serie di componenti elettroniche vitali ed essenzialmente pop riempiono le parole di densità e significato, accompagnando alla perfezione il tono triste ma non dimesso delle sue canzoni. Quella rabbia tipica di chi ne sopportate troppe e ha visto affondare il proprio paese a picco mentre i media imboccavano i giovani a forza di passato. Il disco è un viaggio straniante e straniato, uno di quei lavori che esce prima dal cuore e poi dalla mente che senza concedersi troppe licenze fa la sua porca figura di fronte ad un panorama mainstream che sorride nell' ozio dei contributi della SIAE. Senza scoprirsi troppo da un lato ( le emozioni) ed esagerare dall' altro ( la politica) confeziona dodici tracce che costringono il sinth pop e le sezioni acustiche in spazi bui dove il suono viene reso rarefatto e di più ampio respiro, da cui ne vengono fuori camere stranamente solitarie, tipiche di una certa forma di hip-hop fatto in casa, compreso gli episodi in cui viene supportato da altri artisti. Le collaborazioni sono un altro aspetto interessante, che sicuramente rende il progetto N.A.N.O. più credibile di quanto lo fosse prima: a donare le voci a ben cinque brani si alternano infatti nomi di tutto rispetto, come Pacifico, Sara Mazo ( Scisma), Federico Fiumani ( Diaframma) e Max Collini ( Offlaga Disco Pax), capaci di offrire timbri alternativi perfetti per cambiare l' aria di una camera altrimenti troppo stantia.
La musica di N.A.N.O. è un libro aperto dall' attitudine lo-fi con più di una sorpresa, a partire dalla posata Y cantata con Pacifico, piena di attinenza e profonda sensibilità, che ricorderà ai più svegli il progetto ArteMoltoBuffa di Alberto Muffato. La successiva Il Buio, uno dei due brani eseguiti con Sara Mazo, adotta una efficace forma di human beat box per cantare di un panorama che di giorno risplende grazie alle falsità ma che di notte si rivela in tutta la sua penuria, dove a sorreggere il rumore notturno dei grilli vi è una sezione elettro-acustica che fa pensare ad un Lloyd Cole affatto sorridente. Cuoricino è una delle migliori canzoni del disco, con quei tanti riferimenti autobiografici che rispecchiano la vita di molti, che mentre si dividono affaccendati tra l' amore e la carriera devono soccombere al marcio quotidiano ( i mercatini ed il gruppo alternativo di turno) e nuove per niente buone ( l' arrivo dei cinesi). Ma è dopo la sviolinata di fisarmonica fatta di archi e recitazione di Cohen, che il buon N.A.N.O. piazza la stoccata decisiva. Prima con i quasi quattro minuti di sinth wave da videogame condivisi con l' etereo Federico Fiumani in Lo Squalozecca, che riporta alla mente la cinica mentalità degli uomini di arrivare al potere con qualunque mezzo ( "... Il mostro dice che non ha più fame mentre ti ingoia..."). E poi con lo sfogo adrenalinico puramente rock di Io Accuso, dove Emanuele rimembra tutto il grigiore del nostro passato chiedendosi implicitamente perché gli stessi che hanno censurato Pasolini e perdonato i brigatisti sono ancora al potere a lacerare l' Italia in un tripudio di chitarre schizzate almeno quanto la sua personalissima interpretazione del testo. Dopo questa scheggia fulminea il ritmo e le melodie si ricompongono con Brainstormo, composta da giri ossessivi ripetuti per parlare di un malessere che lo affligge e E.M.I., anthem composto da un solo piano ancora una volta potenziato nel finale da un sound possente e deciso. A seguire la convincente suite unificata di Il Nuovo Me e Close, ma l' attenzione scemerà nelle ultime due tracce, 54G e La Città, pezzi di medio-alto livello dove la formula non viene invariata e per questo risulta anche facile perdere il filo del discorso.
Ma ciò non toglie che I Racconti Dell' Amore Malvagio è un disco di cui si aveva maledettamente bisogno, considerando che a cantare del quotidiano ultimamente ci aveva pensato solo Brunori Sas. A differenziare questo lavoro da un comune disco di cantautorato è però il modo, originale quanto apprezzabile, con cui è stato concepito. I Racconti Dell' Amore Malvagio è nato unicamente grazie all' amore di un padre di famiglia per la musica, che ha deciso nel tempo libero di imparare a suonare: qualcosa che va contro ogni logica moderna di fare musica, in Italia, qualcosa che invece è molto vicino per caratteristiche all' America. N.A.N.O. ha le idee molto chiare sul da farsi, è per questo che "sgrida" con un electro-pop spiazzante chi con le idee dovrebbe mandare avanti uno stato ormai alla deriva. E quando le parole giuste non escono per la tanta rabbia, è il momento di dare spazio alla mente: questo fa Emanuele Lapiana quando con I Racconti Dell' Amore Malvagio decide di mettere in musica dei veri e propri monologhi interiori. Per fare ciò, naturalmente, bisogna essere degli artisti.