- Julie - voce
- Jeff Westlake - chitarra
- Chris Sammons - basso, backing vocals
- Josh Kitchen - batteria
1. Rejection
2. On And On
3. Your Life
4. Deadly Passions
5. You Oughta Know
6. Over U
7. Candles Light Your Face
8. Seroquil
9. Silent Animation
10. Shadow
11. Hidden Track
Deadly Passions
Forti della notevole ed avvenente presenza scenica della loro bella e prosperosa singer Julie, gli americani Hydrogyn, a pochi anni dal precedente e modesto Bombshell, ci riprovano con il nuovo Deadly Passions, in cui mettono in mostra un hard rock dal taglio particolarmente moderno ed "american-style", ricco di influenze varie e spesso lontane dall'universo propriamente hard rock, come quelle di Evanescence, Alanis Morrisette e certo rock americano degli anni '90.
Nonostante la line up sia stata in gran parte rinnovata, la band appare compatta e svolge bene il suo compito, che peraltro appare abbastanza semplice dato che non ci si abbandona mai a particolari virtuosismi, mentre sulle doti vocali della vocalist poco da dire, ed in fondo con una simile cassa toracica i dubbi erano davvero pochi. Non che si possa affermare di trovarsi di fronte a chissà quale nuovo fenomeno, ma di sicuro la sua voce e la sua interpretazione rendono bene ad ogni passaggio, sia in quelli più aggressivi e graffianti sia ancora in quelli più posati e dark, che ad onor del vero sono, in entrambi i casi, troppo pochi e poco incisivi.
Infatti, i dubbi maggiori sorgono proprio trovandosi al cospetto di un song-writing davvero modesto e privo di slanci, che porta ad una serie di brani che purtroppo fanno della noia e dell'anonimato la loro caratteristica principale. Se un album hard rock non riesce a trasmettere sensazioni ed emozioni, se non risulta trascinante e coinvolgente, se l'ascoltatore non viene minimamente investito dalle consuete (almeno dovrebbero esserle) scariche di energia ed adrenalina, allora non si capisce davvero cos'altro abbia da dire.
Come poco e niente hanno da dire brani inutili e insipidi quali On And On, Your Life o Over U, quest'ultima leggermente risollevata dalla grintosa e passionale interpretazione che la singer dà del refrain, mentre Seroquil è addirittura pessima, specie in prossimità di quel ritornello che tanto va ad accostarsi al più scialbo pop da classifica, mentre scarsi esiti hanno tutti quei riff moderni e pesanti di Jeff Westlake, di cui si può maggiormente apprezzare il bell'assolo su Shadow, che vorrebbero riportare il lavoro su coordinate più pesanti e maggiormente (si fa per dire) hard n' heavy.
Tra i vari brani risultano appena passabili la già citata ballad Shadow e Candles Light Your Face, entrambe fortemente influenzate dagli Evanescence, la più dinamica ed energica title-track, uno dei rarissimi casi in cui risulta possibile affibbiare qualche aggettivo per tentare di descrivere il brano, e la cover di You Oughta Know di Alanis Morrisette, peraltro neanche molto distante dalla versione originale.
Il modern hard rock degli Hydrogyn quindi è al momento non solo lontano - sia nella proposta che nella qualità - dal potere interessare e piacere agli appassionati di hard rock, ma fallisce anche nel suo evidente tentativo di rivolgersi ad un pubblico più vasto ed eterogeneo, infatti riteniamo che difficilmente Deadly Passions possa trovare consensi ed apprezzamenti sui vari circuiti più dichiaratamente pop e commerciali.