Voto: 
7.3 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Genere: 
Etichetta: 
AOR Heaven/Frontiers
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Thomas Seeburger - voce
- Ingolf Engler - chitarra
- Zarko Mestrovic - tastiera
- Boris Matakovic - sax
- Markus Ratheiser - basso
- Tommy Strobel - batteria

Tracklist: 

1. Cosmopolitan Scene Pt. II  
2. Cryin' 
3. Over The Horizon  
4. Communicate 
5. Want It   
6. Be The One   
7. Rock Your Town  
8. Interlude Creatures Theme I   
9. Creatures Of The Night   
10. Hit The Rock   
11. Lovin' You   
12. Endless Road

Human Zoo

Over The Horizon

Over The Horizon è la seconda uscita dei tedeschi Human Zoo, ad un solo anno di distanza dal debut Precious Time, con il quale avevano ricevuto buoni consensi, soprattutto nella loro Germania. L'act tedesco continua nella sua proposta, che è quella di un hard rock melodico sulla scia dei vari Gotthard, Jaded Heart e Bonfire, affidandosi ancora una volta all'ottima e limpida produzione dello storico bassista dei Pink Cream 69 Dennis Ward, sempre più richiesto ed apprezzato in tale ruolo.
A contraddistinguere il sound di questa emergente rock band, donando anche una piccola dose di originalità nel loro ambito, è la presenza del sassofono di Boris Matakovic, che arricchisce alcuni dei brani presenti avvolgendoli con  quell'alone in parte nostalgico ed in parte brillante tipicamente da colonna sonora di quei film ambientati nelle illuminate notti delle metropoli americane, aggiungendo così spruzzate di AOR tipicamente "american-style" che richiamano alla mente artisti come Richard Marx e Michael Bolton. A tal proposito un solo di sax davvero straripante risolleva dal torpore la ballad Be The One, infatti il brano in sé altro non è che una sdolcinata e stucchevole canzoncina che pare addirittura appartenere ad una boy band.

Fortunatamente però i rockers tedeschi sanno anche essere più grintosi ed incisivi, lo si denota ad esempio in Rock Your Town, pezzo che li pone quasi a metà strada tra Jaded Heart e Gotthard, come anche in Cryin', altro buon pezzo in possesso di riff rocciosi inseriti in strofe arrembanti e ritornelli melodici ma sempre grintosi che segue alla breve intro d'apertura, o ancora nella title-track Over The Horizon, mid-tempo potente e cadenzato che si apre in chorus melodici e di grande impatto.
Ancora un hard rock debitore di Gotthard e Bonfire caratterizza le sonorità di Communicate, e proprio questa tipologia di brani suonano un po' più prevedibili rispetto al resto, benché riescano ugualmente a mantenersi su livelli più che accettabili, come accade anche con la grintosa Hit The Rock. Invece il sax di Matakovic e le keys di Mestrovic salgono al ruolo di protagonisti e mattatori prima in Want It, pezzo brillante e con chorus pieni e corali che sembra una via di mezzo tra l'hard di stampo europeo e certe cose AOR e pop americane in stile Toto, Chicago o Foreigner, e poi in Creatures Of The Night, senza dubbio uno dei pezzi migliori di quest'album, per merito di azzeccate melodie AOR-oriented e chorus orecchiabili e ruffiani che sarà difficile togliere dalla mente fin dai primi ascolti, mentre ancora una volta il sax contribuisce a rendere definitivamente il brano un piccolo gioiello di melodic rock.
Buona chiusura con Lovin' You prima, melodica e raggiante che sembra riprendere un po' i Bonfire più solari e vitali, impreziosendoli con il solito tocco di classe del sax ma al contempo ridimensionando il tutto in cadute di stile fin troppo commerciali e banali, come in quei cori tanto scontati che persino gli ultimi Bon Jovi eviterebbero, e con l'altra ballad Endless Road dopo, questa si perfettamente riuscita tanto da potersi considerare un altro dei picchi qualitativi del platter, graziata com'è da melodie sublimi affidate al bellissimo arpeggio dell'acustica e ad una sentita interpretazione del vocalist Seeburger.

Gli Human Zoo sembrano volersi candidare ad un ruolo di vertice nell'ambito dell'hard rock continentale, seguendo però fin troppo da vicino la scia e le gesta di gente come Gotthard e Bonfire, specie relativamente all'aspetto melodico del loro sound, il quale seppur caratterizzato da alcuni tocchi di classe e dagli innesti di sax non riesce a distaccarsi del tutto dallo stile dei succitati predecessori. Over The Horizon rimane tuttavia una valida ed interessante tappa nel percorso di crescita e di possibile affermazione di questa promettente band tedesca.

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