Voto: 
6.0 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Genere: 
Etichetta: 
Trazeroeuno Productions
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Hue - computer

Guests:
Ago, Davide Valecchi, Giuseppe Verticchio, Andrea Marutti, Giulio Biaggi, Paolo Ippoliti, Laura Lovreglio, Luca Sigurta – chitarre, tastiere, clarinetto, didgeridoo, percussioni.


Tracklist: 

1. Prima Tappa: Medelana
2. Seconda Tappa: Laterina
3. Terza Tappa: Ariccia
4. Quarta Tappa: Casaline
5. Quinta Tappa: Laterina
6. Ultima Tappa: Medelana
7. La Canzone dell’Estata: Il Borro

Hue

Un'Estate Senza Pioggia

Matteo Uggeri, in arte Hue, è attivo da oltre un decennio seppur sotto vari e diversi pseudonimi, come Der Einzige o Normality Edge, movendosi lungo diversi percorsi musicali dall’Ambient, al Noise, all’Elettronica, ma sempre con una spiccata propensione a sperimentare, come avviene anche con i suoi Norm, che si dedicano ad una New-Wave fortemente incline alle sperimentazioni più estreme.

Un’Estate Senza Pioggia è l’ultimo lavoro di quest’artista, un album che tratta interamente del viaggio intrapreso dall’autore nella calda e torrida estate del 2003, attraversando, in compagnia di amici e del suo minidisc e microfono per la registrazione di suoni, l'Emilia, la Toscana, il Lazio e l'Abruzzo. Gran parte dell’album contiene field recordings raccolte dall’autore durante questo lungo viaggio, registrazioni intervellate dalla chitarra, delle volte acustica delle altre elettrica, di Aal o di Giuseppe Verdicchio e da altri strumenti, come tastiere, didgeridoo, cello, percussioni sempre suonati da artisti suoi amici. Così ne viene fuori una sorta di album di memorie e ricordi, ma un album che contiene solo suoni e rumori, senza nessuna visione, e si può sentire di tutto, dal canto degli uccelli allo scorrere dell’acqua, dai passi mossi ai dialoghi, dai cori in chiesa ad una telefonata al cellulare, ed ancora bisbiglii, rumori e suoni della natura, il sottofondo della radio o della TV, il carillon che intona Yesterday in versione accelerata, ed il tutto intervallato, forse a caso forse no, o almeno secondo un criterio a me ignoto, le ottime performances musicali dei vari strumentisti che hanno accompagnato Hue in questo percorso fisico o artistico, di cui segnaliamo la bellissima chitarra pinkfloydiana sul finire della Seconda Tappa, la tastiera dell’Ultima Tappa, il suono particolare del didgeridoo. Le varie tappe del viaggio, suddivise poi in vari episodi, portano il nome delle località visitate, come Medelana, Ariccia o Laterina, tutti luoghi che poco dicono a chi non li conosce e che il nostro artista tenta di raccontare senza parole, ma solo attraverso i rumori propri dei luoghi.

Insomma un lavoro diverso, troppo diverso da tutto ciò che si può trovare in circolazione, anche negli stessi ambiti artistici, che oltretutto non sono affatto facili da circoscrivere in tale opera, che può spaziare dall’Ambient, al Noise, all’Elettronica, ma ciò che veramente sembra difettare nella medesima opera è la scarsa presenza di parti musicali se relazionate all’eccessiva presenza di registrazioni di rumori e suoni di ogni genere e tipo. Non per tutti quindi, soprattutto a chi non avvezzo a lavori di questo genere.

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