Cresce smaniosa la voglia di rock melodico anche sulle sponde della beneamata penisola italica, segno questo di un amore mai svanito nei riguardi di certe sonorità considerate, forse a torto, troppo radiofoniche, ma che continuano ad elargire da sempre le emozioni nei cuori di chi sa apprezzare tutte quelle sfumature e quegli approcci melodici infarciti di arrangiamenti curati e parentesi musicali raffinate, non a caso all'estero questo genere musicale si identifica con il così detto rock per adulti (Adult Rock Orientation o più semplicemente AOR).
E se il successo, così come il riconoscimento internazionale, sempre più crescente di etichette specializzate in questo campo sono oramai alla luce di tutti, le formazioni musicali di casa nostra dedite a questa particolare ramificazione del rock, devono invece fare fronte a molteplici difficoltà, non ultima l'indifferenza di un pubblico sempre e soltando votato all'esterofilia.
Ma come si dice in questi casi, sotto la cenere cova il fuoco, e se band come Borgogna o Bad Ambition rappresentano delle ottime realtà oramai sempre più consolidate, credo che bisognerebbe rivolgere uno sguardo attento a tutte quelle formazioni che, giorno dopo giorno, si affacciano alla ribalta dimostrando di meritare ben più di una semplice gratificazione personale, come nel caso degli Homerun di cui ci occuperemo in questa recensione.
Professionalità, ecco qual è la prerogativa principale di questo giovane combo meneghino, una band che sin da questo suo primo approccio discografico, ha voluto mettere a fuoco tutta una serie di peculiarità, produzione, stile compositivo, scelta dei suoni, tutti aspetti che, oltre a far emergere le qualità intrinseche e l'abilità struemntale di ogni componente dellla band in questione, forniscono un buon biglietto da visita che eleva Start Again al rango di miglior demo in campo melodic rock dell'ultimo anno.

Una band eccezzionale questi Homerun, monicker che non tradisce l'amore viscerale per i cantonesi Gotthard, amore evidenziato maggiormente dalla riproposizione di quella Mighty Queen proveniente dall'album G degli idoli Lee/Leoni, ma di scuola Bob Dylan, in cui spiccano senz'altro il talento innato dell'ottimo vocalist Matt Albarelli, e della coppia Andy Ringoli/Walter Borrelli rispettivamente chitarra e tastiera, elementi su cui verte la spinta compositiva del combo nostrano, anche se il tappeto ritmico fornito del bassista Valentino Bello, qui alle prese anche con il flauto, e dal drummer Tony Santelia, non è certamente da denigrare, anzi.
Una particolarità che dona ancor maggior fascino a questo dischetto, è rappresentata dalla presenza di un lotto di brani proposti in italiano che, oltre alle tracce cinque in inglese, fanno di Start Again una sorta di full lenght demo.
Mah, contrariamente a quanto non si possa pensare, è proprio la parte in italiano a fornire la migliorie performance del quintetto in oggetto, infatti brani come la catchy e radio oriented Notti, l'Hard Rock cromato di propensioni class metal di Correrò, grande il chorus ed il refrain, o del frizzante melodic rock di Tra noi giocato fra continui richiami a Bad English e Journey, portano i nostri al cospetto si di vecchi ricordi sbiaditi e prsi nel tempo, ma che ci fanno capire la capacità artistca e compositiva proprie di quest'ottima formazione tutta tricolore.

Concludendo non rimane che asserire ancora una volta che gli Homerun sono una band degna delle migliori attenzioni, dateglene la possibilità e ve lo dimostreranno, con la speranza sempre più ardua di poter tornare a parlare di questa band in occasione magari di un debut album, incominciamo ad incrociare le dita, se son rose fioriranno.