Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Gioele Nasi
Genere: 
Etichetta: 
Lupus Lounge/Audioglobe
Anno: 
2007
Line-Up: 

:
- Skald Draugir – Voce
- Dyonisos – Chitarra acustica, Chitarra elettrica
- Alsvartr – Batteria


Tracklist: 

:
1. Dickichtgott
2. Loka Lögsaga
3. Schwarzer Frost
4. Baldr
5. Íss
6. Winter
7. Glámr
8. Hunta and Boga
9. Til Jarðar
10. Baldrs drauma

Helrunar

Baldr ok Íss

“Baldr ok Íss” è il terzo capitolo discografico per i teutonici Helrunar, dopo l’autoprodotto “Gràtr” (2003) ed il debutto su Lupus Lounge “Frostnacht” (2005): questa nuovissima creazione del trio tedesco avrebbe dovuto essere quella del definitivo salto di qualità, dopo le ottime premesse di “Frostnacht”, disco di onesto e glaciale Pagan Black Metal cui però mancavano i guizzi necessari per assurgere a pubblicazione di rilievo nel congestionato settore; “Baldr ok Íss” sposta ulteriormente il discorso musicale del gruppo verso lidi Heathen/Pagan, integrando cori puliti e innesti acustici al solidissimo impianto Black Metal (freddissimo e feroce, come comanda la nobile tradizione tedesca) dei tre di Münster: tuttavia, per l’appuntamento con il grande exploit commerciale ed artistico della band di Skald Draugir si dovrà aspettare ancora, essendo “Baldr ok Íss” un disco in linea con le passate produzioni targate Helrunar: buonissima qualità (anche a livello sonoro: gran produzione di Stock), ottima costanza, passione e sincerità a fiotti, tanti legami ad un suono ‘classico’ ma non per questo stantio – ma anche la presenza di pochi momenti che incidano in profondità, la cronica assenza del basso che nega ulteriori sviluppi epici e corposi, e qualche brano in cui l’ispirazione non è delle più felici.

Per questi ultimi motivi, oltre che per l'effettive atmosfere e sonorità proposte, “Baldr ok Íss” risulta maggiormente valido se visto sotto un’ottica prettamente Black Metal, piuttosto che come disco Viking Metal, poiché mancante della varietà e della maestosità che stanno alla base del sound di quest’ultimo genere: sintomatico di tutto ciò è il range espressivo di Skald Draugir, limitato ad un rauco screaming privo di particolare carisma, e solo saltuariamente aiutato da cori in clean vocals che, pur buoni, trovano raramente la melodia vincente. Nonostante ciò, le canzoni funzionano spesso a meraviglia, supportate da un drumming furente e da veementi folate chitarristiche di sanguigna scuola nord-europea: “Baldr ok Íss” è il disco più riuscito degli Helrunar e una fra le produzioni Pagan Black odierne maggiormente ispirate – a dimostrarlo sono brani come “Loka Lögsaga” (che fra maligne risate, sezioni narrate, urla e cori presenta anche una convincente resa vocale), “Hunta and Boga” (cadenzata da cori sontuosi, seppur semplici) e “Til Jarðar”, caratterizzata da un riffing sì gelido, ma capace di abbaglianti spiragli luminosi, nonché graziata da un clamoroso finale acustico di arcana bellezza.

Peccato che non si sia riusciti a mantenere livelli d’eccellenza per tutti i cinquanta (probabilmente eccessivi) minuti del disco: “Baldr ok Íss” è un album che convince e che mostra come prosegua il progressivo miglioramento del trio tedesco; alla terza pubblicazione, però, ci si attendeva una prova maiuscola, di vera forza, da parte di Draugir, Dyonisos e Alsvartr, mentre dagli Helrunar è arrivata una risposta sibillina, di non chiara decifrazione – il gruppo lascia presagire di essere in grado di fare molto di più, ma al momento viaggia ancora su standard condivisi da tanti altri progetti, limitandosi a lambire l’eccellenza cui potrebbe aspirare. Per entrare nel gotha del Black Metal tedesco servirà un ulteriore miglioramento – l'appuntamento con la leggenda è rimandato al prossimo viaggio, germanici scaldi...


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