Voto: 
5.0 / 10
Autore: 
Jacopo Prada
Genere: 
Etichetta: 
SPV Records/Audioglobe
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Andi Deris - voce
- Michael Weikath - chitarra
- Sascha Gerstner - chitarra
- Markus Grosskopf - basso
- Dani Loble - batteria


Tracklist: 

1. Light The Universe (05:01)
2. If I Could Fly (Live) (04:07)
3. Revolution (05:06)
4. Light The Universe (Video) (04:52)

Helloween

Light The Universe

A distanza di un anno dal mediocre Keeper Of The Seven Keys - The Legacy ritornano sul mercato gli Helloween, con un singolo a dir poco inutile. La situazione della band teutonica, in passato assolutamente fondamentale per lo sviluppo del Power Metal in Europa, non è delle più rosee. Da qualche anno a questa parte, infatti, Michael Weikath e compagni sembrano essere entrati in una sorta di crisi che pare irreversibile. The Dark Ride e Rabbit Don’t Come Easy non sono dischi malvagi, ma restano innegabilmente lontani dai grandi capolavori del gruppo. Quando poi nel 2005, per attirare l’attenzione di stampa e fan sul nuovo album, si è deciso di rispolverare il glorioso titolo Keeper Of The Seven Keys, il combo di Amburgo ha veramente toccato il fondo. Incurante di tutto ciò la SPV non si fa scrupoli e pubblica Light The Universe, singolo che da solo non può certo ridimensionare un periodo difficile, fatto perlopiù di delusioni ed amarezze.

Il mini contiene solamente tre brani (più un videoclip) per un totale di quasi quindici minuti di musica. In apertura è posta la titletrack del lavoro, Light The Universe, canzone che presumibilmente andrà a finire anche sul prossimo live album del gruppo, cui uscita è prevista per febbraio 2007. Si tratta della ballata contenuta nel secondo disco di Keeper Of The Seven Keys - The Legacy, osannata all’inverosimile perché primo duetto a cui gli Helloween hanno preso parte nella loro storia. Il pezzo non brilla per originalità ed appare spesso scontato, tanto che nella frazione iniziale sembra di ascoltare un qualsiasi canzone da pianobar. Le chitarre che poi subentrano non riescono inoltre ad imprimere il giusto vigore al brano ed è quindi la sola Candice Night, presente come guest nel ruolo di singer, a salvarsi.

Si prosegue con la nota If I Could Fly (guarda caso un’altra ballad), proposta qui in una versione live su cui è meglio stendere un velo pietoso. La prestazione di Deris, stranamente, è pessima, così come la qualità della registrazione (avvenuta a San Paolo nel marzo 2006), quasi a livello di bootleg non ufficiale. Dal momento che la seconda traccia del singolo viene considerata un assaggio di quello che sarà il prossimo album dal vivo del gruppo germanico, è molto probabile che If I Could Fly troverà spazio all’interno del doppo CD - DVD in uscita nel 2007. A questo punto nascono diversi dubbi sulla qualità dell’imminente lavoro targato Helloween, ma per evitare di emettere giudizi affrettati bisogna innanzitutto aspettare. A chiudere il singolo ci pensa infine Revolution, canzone destinata inizialmente al mercato giapponese e mai pubblicata qui in Europa. Ancora una volta niente di nuovo: un semplice e discreto pezzo caratterizzato da melodie orecchiabili e ritornelli ripetuti fino allo sfinimento. Note relativamente positive arrivano invece dal video di Light The Universe, diretto da Alexander Diezinger e girato nei pressi dell’affascinante castello di Veldenstein, nella Germania meridionale.

Fan o non fan, Light The Universe rimane un lavoro privo di mordente e sinceramente inutile, poco importa della confezione in digipack o della cura estetica riservatagli. Dati i recenti fiaschi, gli Helloween hanno l’assoluto dovere di riscattarsi ed un valido album dal vivo potrebbe essere un buon modo per farlo, a patto però di non ritrovarsi con un High Live parte seconda.

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