- Andi Deris - voce
- Michael Weikath - chitarra
- Sascha Gerstner - chitarra
- Markus Grosskopf - basso
- Dani Löble - batteria
1. Crack The Riddle (Intro) (00:52)
2. Kill It (04:13)
3. The Saints (07:06)
4. As Long As I Fall (03:41)
5. Paint A New World (04:27)
6. Final Fortune (04:46)
7. The Bells Of The 7 Hells (05:22)
8. Fallen To Pieces (05:52)
9. I.M.E. (03:46)
10. Can Do It (04:30)
11. Dreambound (05:57)
12. Heaven Tells No Lies (06:56)
Gambling With The Devil
E’ una carriera in discesa quella degli Helloween negli ultimi anni. Orfane ormai della vena creativa che in passato ne influenzò i lavori migliori, le zucchette di Amburgo sembravano destinate ad un eclissi quasi inevitabile, perlomeno fino all’uscita del loro tredicesimo full lenght. Archiviate le pratiche relative al terzo capitolo della fantomatica trilogia di Keeper Of The Seven Keys (con annesso tour mondiale e live album), gli Helloween tornano a battere ferro finché caldo, dando alle stampe il terzo disco nel giro di due anni. Un comportamento forse poco onesto, questo, ma che sicuramente ha i suoi aspetti positivi ed i suoi vantaggi. Dopo un’altra accurata pianificazione si decide così di pubblicare Gambling With The Devil il giorno di Halloween. Il disco viene proposto in due diverse edizioni: una di base, contenente il solo album, ed una speciale, arricchita da un secondo disco con alcuni video e bonus track.
L’incipit del disco non è certo dei migliori: la coppia introduttiva formata da Crack The Riddle (Intro) e Kill It non riesce infatti ad ottenere l’effetto sperato, mettendo in mostra un’inutile e quanto mai fuori luogo aggressività. Per quanto si sforzi durante i frequenti (e forse troppi) acuti, Andi Deris non è ancora in grado di competere con il mai dimenticato Michael Kiske. Sarà anche passato più di un decennio da quando Deris è entrato a far parte della band teutonica, ma, per chi si sente tuttora legato agli album storici degli Helloween, Michael Kiske è e resterà per sempre un cantante assolutamente unico. Questo non deve però sminuire le qualità di Deris, che, seppur dotato di un ottimo timbro vocale, soltanto a volte riesce a sviluppare uno stile veramente proprio, cadendo invece spesso nella trappola dell’imitatio. Con il passare dei minuti, fortunatamente, l’impressione sembra svanire, ed i risultati non tardano ad arrivare.
Trascorse le prime due tracce, Gambling With The Devil mostra finalmente il meglio di sé: melodie avvincenti e dotate del classico sound firmato Helloween (quello che non si sentiva almeno dal 1998, anno d’uscita del buon Better Than Raw - sentire Dreambound per credere), ritmi incalzanti ed assoli degni del miglior Weikath. Già da The Saints gli appassionati di Power Metal potranno trovare pane per i propri denti, e che pane! Se non fosse per una durata forse eccessiva, The Saints potrebbe benissimo rientrare fra i classici dell’era Deris, al fianco di brani memorabili come Sole Survivor, Power e Falling Higher. Nella sua relativa convenzionalità, pure il singolo apripista As Long As I Fall riesce ad a far rivivere i tempi migliori degli Helloween novantiani. Gambling With The Devil non rinuncia nemmeno ad un riffing tagliente ed incisivo, ottimamente accompagnato da assoli sempre validi ed entusiasmanti. Certo, non mancano i pezzi meno brillanti (Paint A New World e I.M.E. su tutti), ciò nonostante Gambling With The Devil ha tutte le carte in regola per soddisfare i fan delle zucchette e gli amanti del Power in generale.
Pur non potendo comunque competere con i veri classici della band germanica, Gambling With The Devil riporta finalmente in alto il nome degli Helloween, dopo alcuni lavori più che discutibili. In poco meno di un’ora, Weikath e compagni riescono a scacciare i fantasmi di un futuro poco roseo, dando prova di poter essere ancora annoverati fra i padrini di un genere, il Power Metal, sempre meno seguito da stampa ed appassionati di musica Metal.