Sweet Resort è il disco d’esordio per la giovane band inglese degli Happylife, che arriva dopo il singolo Breathe For Me. Il sound dei nostri è una sorta di pop-rock alternativo che mescola un sacco di fonti d’ispirazione partendo dalle linee vocali e certe melodie di derivazione Placebo, per allargarci poi a Stone Temple Pilots e Coldplay.
Certamente l’air play di song come Breath For Me (che sembra rubacchiata in modo palese alla penna di Brian Molko) o Alive è notevole e se ben supportati questi Happylife potranno cementare un discreto successo di vendite, ma Sweet Resort di fatto non lascia molto ai posteri.
I pezzi presenti in questo CD sono freschi e vicini al gusto odierno ma alla lunga rimarcano un di “già sentito” fin troppo sottolineato.

Insomma Sweet Resort sembra un’accozzaglia di copiature di dubbio gusto, che partendo ancora dai Placebo con il singer Kevin Brown che scopiazza alla grande Molko, si passa per l’evidente plagio Radiohead nel brano Final Alibi (comunque episodio interessante) o nella title track, dove il chitarrista Ian Pellman (non certo un virtuoso…) imita in modo palese Thom Yorke.
I pezzi più aggressivi, come My World, non possono non ricordare subito alcuni passaggi di Evanescence e Serafin, anche se obiettivamente, quando i nostri pestano risultano quasi convincenti.
Nonostante un ammasso di scopiazzature più o meno evidenti e poca energia emergono alcune track che riesco a colpire come la già citata Final Alibi o anche l’energica Perfect Sneer, ma per ora è un po’ poco per incoronare gli Happylife come qualcosa di più di un tentativo di sfondare a livello di “gusto modaiolo.”