Voto: 
7.8 / 10
Autore: 
Paolo Brondolo
Genere: 
Etichetta: 
Rough Trade
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Albert Hammond, Jr. - voce, chitarra
- Josh Lattanzi - basso
- Matt Romano - batteria

Tracklist: 

1. Cartoon Music For Super Heroes (02.04)
2. In Transit (03.32)
3. Everyone Gets A Star (03.05)
4. Bright Young Thing (03.12)
5. Blue Skies (03.11)
6. 101 (03.27)
7. Call An Ambulance (03.11)
8. Scared (04.40)
9. Holiday (03.07)
10. Hard To Live In The City (05.14)

Albert Hammond Jr

Yours to Keep

Non è passato neanche qualche mese dal termine del tour mondiale degli Strokes ed ecco che il chitarrista Albert Hammond Jr tenta la carriera solista. Senza preavviso arriva quindi sugli scaffali di tutti i negozi di dischi il digipak Yours To Keep contenente dieci canzoni registrate in tre studi diversi, fra gli altri gli Electric Lady Studios di New York.

Apre l’album Cartoon Music For Super Heroes che sembra quasi una ninna nanna per bambini in stile rock; guardando l’artwork poi sembra proprio di aver a che fare con il nuovo disco dello Zecchino d’Oro o di Fivelandia. Fortunatamente non è così e la seconda traccia ci riporta alla normalità: In Transit, forse è un po’ troppo legata agli Strokes ma d'altronde lo stesso chitarrista aveva annunciato che diverse canzoni dell’album erano state proposte a Julian e soci per First Impressions Of Earth, ma poi scartate. Ancora Everyone Gets A Star, stesso discorso del brano precedente, e finalmente arriva una Bright Young Thing molto originale e dolce. L’acustica Blue Skies chiude la prima metà del disco e ci prepara all’arrivo del singolo 101 in rotazione con il rispettivo video sulle reti musicali alternative.

Gli Strokes continuano a tornare in mente, cosa che si sarebbe potuta benissimo evitare anche solo modificando il tempo della batteria e l’uso del basso (ormai riconducibile da chiunque al grandissimo Nikolai Fraiture). Stupisce invece la voce di Albert, davvero ottima per tutta la durata del cd e senza risultare ripetitiva. Call An Ambulance ne è un esempio, in Scared invece ricorda addirittura Bono degli U2 (per l’uso della voce nella prima strofa) e John Frusciante (per i cori nell’ultimo ritornello). Quasi alla conclusione dell’album troviamo Holiday che inizia in modo molto tranquillo ma si trasforma grazie ad un riff a cui il chitarrista ci ha abituato da anni con la sua precedente band. L’ultima Hard To Live In The City è ottima per chiudere il tutto, è un riassunto delle sonorità che compongono Yours To Keep.

34 minuti che passano velocissimi e il disco è finito. Appena in tempo per risvegliarsi dal sogno ad occhi aperti a cui si stava assistendo e si fa fatica a realizzare che si tratta del progetto di un chitarrista. La chitarra infatti non è invadente come ci si potrebbe aspettare e l’ascoltatore ha così modo di focalizzare l’attenzione sempre e solo sulle dieci tracce nella loro completezza.
L’impressione è molto buona perché Yours To Keep è un album corto ma compatto, nessuna canzone è fuori posto e tutto segue lo stesso filo musicale. Consigliato a tutti, ovviamente ai fans degli Strokes ma anche a chi non ha apprezzato le loro ultime produzioni.

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