Voto: 
7.5 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2011
Line-Up: 

- Liz Harris - voce, programming, musiche

Tracklist: 

A I A : Dream Loss

1. Dragging the Streets

2. I Saw A Ray

3. Soul Eraser

4. Atone

5. No Other

6. Wind Return

7. A Lie



A I A : Alien Observer

1. Moon Is Sharp

2. Alien Observer

3. Vapor Trails

4. She Loves Me That Way

5. Mary, On the Wall

6. Come Softly

Grouper

A I A : Dream Loss / Alien Observer

Liz Harris, o degli abissi interiori. Meglio conosciuta come Grouper, lei è la bella musa della nuova estetica dark sperimentale e al suo interno si crogiola un’antologia di poesie sbiadite. Colori effimeri eppure così veri, puri, pesanti: il nero del buio sotterraneo, il bianco della lucente catarsi interiore. Labirinti infinitamente contorti, quelli dell’anima; lei lo sa e ne traduce in musica l’essenza attraverso l’isolazionismo più profondo, nido di impercettibili implosioni interiori. I suoi fiori del male esalano sgomento e un abbandono malinconico, eppure al contempo cantano con sotterraneo lirismo il risveglio dei sentimenti e la loro dolce risalita in superficie. Cenere portata all’altare dal vento.


La poesia funerea che annuncia il suo ritorno si presenta con le fattezze di un doppio album apparentemente colossale intitolato A I A, suddiviso nei due capitoli Dream Loss / Alien Observer. Monolite di inquietudine e sentimenti sotterranei, il disco rievoca il nome di Liz Harris a due anni di distanza dalla splendida collaborazione col genio neozelandese Roy Montgomery (altra collaborazione illustre assieme a quella con Xiu Xiu del 2006 e la più recente con gli Animal Collective). A risalire le viscere della terra e raggiungere la superficie è un’altra messa gotico-ambientale di malinconico esoterismo, condotta attraverso il solito (e ormai consolidato) connubio di soavi intrecci vocali e soundscapes polverosi e dilatati.

La religiosità della Harris riappare con il solito procedere ieratico, introdotto in entrambi i capitoli del disco da distensioni dark ambient che ne scavano i diversi stati d’animo e le diverse profondità emotive. Dream Loss incarna la poesia più oscura di A I A, fatta di flussi ambientali strozzati e atmosfere da cimitero dei sogni. I frammenti del primo disco sono per lo più gioielli di rara intensità: Atone, che si eleva nella sua trascendentale pacatezza; Wind Return, che è la messa simbolica dell’album; l’effimera malinconia del capolavoro Dragging the Streets; il drone tenebroso di I Saw A Ray, apnea che attraversa splendidamente superfici ruvide e un crepuscolare ipnotismo. E’ la notte infestata di lucciole morenti che la Harris rievoca come una sciamana dal capo chinato, anticipando il secondo disco col suo inchiostro più nero e suoi malinconici fuochi fatui.
La seconda metà del libro, Alien Observer, pare quasi risollevare Grouper dalle viscere della terra da cui cantava sommessa il proprio abbandono al buio: ora gli arrangiamenti sono più sottili, la voce di Grouper è più squillante e il riverbero (che in Dream Loss impregnava il sound, facendone risaltare il piglio cupo) ritrova un’inaspettata leggerezza. L’acquario di tenebre e acque infestate viene tradotto così dalla Harris in una poesia distaccata, che non ha più origine nell’oscurità sotterranea ma nell’aria; le masse sonore si spostano con la leggerezza del vento e non più con la pesantezza di un fiume di fango e detriti, ritrovando al proprio interno anche un certo afflato psichedelico che sembrava essere andato perduto (She Loves Me That Way).
I morbidi rintocchi di Vapor Trails e i piacevoli vocalismi di Alien Observer fanno così emergere il lato più chiaro e lirico della cerimonia grouperiana, nascosta in questa seconda parte di lavoro sotto un velo di insolita dolcezza e un’atmosfera quasi aperta (se non si conta Moon Is Sharp, che implode meravigliosamente nel solito, sommesso decadentismo melodico).

Le tenebre interiori della Harris ancora conservano quindi un ultimo barlume di dolcezza, fragile speranza nel buio innalzato dalle funeree soundscapes ambientali di Dream Loss. Tra ermetismo ed esoterismo (caratteristiche - anche stilistiche - che Grouper non ha mai minimamente cambiato sin dagli esordi) viene man mano delineandosi il dualismo di base di A I A, il quale traspone in musica quello kunderiano per eccellenza: l’essere, sospeso tra leggerezza e pesantezza, tra il suo piacevole canto e il fascino della sua lenta caduta. Dietro, a fare da sfondo, il solito inseguirsi di eco e lamenti: il nuovo mistero interiore di Liz Harris, poetessa e sirena dark.

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