Voto: 
8.5 / 10
Autore: 
Marcello Zinno
Genere: 
Etichetta: 
Noise
Anno: 
1985
Line-Up: 

- Chris Boltendahl - voce
- Peter Masson - chitarra
- Rene T-Bone - basso
- Albert Eckardt - batteria


Tracklist: 


1. Witch Hunter
2. Night Drifter
3. Get Ready For Power
4. Love Is A Game
5. Get Away
6. Fight For Freedom
7. School's Out
8. Friends Of Mine
9. Here I Stand

Grave Digger

Witch Hunter

I cavalieri tedeschi proseguono la loro incessante e tumultuosa marcia di guerra con Witch Hunter, album pubblicato a valle dell’esplosione causata dal disco d’esordio Heavy Metal Breakdown e che conferma il loro stampo marcatamente heavy nonché le loro intenzioni, distanti da ogni forma di indebolimento.
Le personalità dei quattro membri (meno Rene T-Bone, new entry) mutano seppur di poco, quanto basta affinché la maturità delle idee espresse si attesti ai livelli autorevoli del suo predecessore intrigandosi maggiormente. Ciò che caratterizza questa uscita infatti è l’approccio più ragionato, pur convulso nella rabbia scatenata da brani come la titletrack ed il suo assolo in tapping, una maggiore attenzione agli arrangiamenti ed alla diversificazione dei tempi, con parti lente ed emotive alternate alla sferzante forza insita nel trademark Grave Digger. Tale scenario appare chiaro in Fight For Freedom che annuncia una cavalcata incredibile di Albert Eckardt alla batteria accompagnata da riff pungenti proprio nel classico stile del “becchino” per poi rallentare e mostrare l’altra faccia della stessa medaglia (canzone) lasciando a Chris Boltendahl sfogare tutta la sua rabbia chiedendo l’impossibile alle sue corde vocali, rauche e crude.

Impossibile non citare Love Is A Game e Here I Stand vere gemme in termini compositivi: pathos sublime ma cattivo, (s)venduto a tonnellate nel primo encomiabile pezzo, con un refrain epico che agghiaccia le cellule celebrali ed un Peter Masson che, da buon braccio destro di Boltendahl, spinge la sua sei corde oltre ogni limite; rabbia graffiante ed ispida poi che circonda Chris mentre urla “Here I Stand, The World In My Hands”, il tutto con dei riff da guerra che farebbero intimorire il più violento plotone d’esecuzione.
La tecnica cresce e le idee si sviluppano molto meglio che in passato. C’è da dire che, come nel precedente lavoro, riemerge ancora la caratteristica di ripetere fino allo sfinimento ritornelli e refrain e se questo ci permette di canticchiare alcune parti già dopo un primo ascolto (meraviglioso è trovarsi a gridare “Rock’n’Roll, The Time Is Right, Get Ready For Power” nel cui brano, Get Ready For Power, si nota anche un passo in avanti in quanto a produzione, passo consolidato poi nella successiva uscita discografica War Games), talvolta il fatto risulta un punto dolente a discapito della freschezza dell’album.
Non di meno le restanti tracce che teletrasportano la band in sentieri NWOBHM prima (Get Away) ed heavy/power poi (Shool’out), con un excursus thrash in Friends Of Mine colorato da perfidi cori.
La compattezza del combo tedesco sta crescendo in durezza; dopo due quasi antologie ed una manciata di EP la loro carriera non risulta affatto in declino.

NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente