- Johnny Rzeznik - voce, chitarra
- Robby Takac - basso
- Mike Malinin - batteria
1. Stay With You
2. Let Love In
3. Feel The Silence
4. Better Days
5. Without You Here
6. Listen
7. Give A Little Bit
8. Can't Let It Go
9. We'll Be Here (When You're Gone)
10. Strange Love
11. Become
Let Love In
Formatisi sul finire degli anni '80 a Buffalo, i Goo Goo Dolls esordiscono nel 1987 con una release omonima, dove peraltro spiccava una bella cover di Don't Fear The Reaper dei Blue Oyster Cult, mostrando una certa attitudine verso un punk spicciolo e tipicamente americano, prima di approdare dopo una lenta ma positiva e costante evoluzione a sonorità Indie ed Alternative Rock, dando alla luce buoni lavori come Superstar Car Wash del 1993 e A Boy Named Goo del 1995. Ma è soltanto nel 1997 dopo aver preso la decisione di trasferirsi a Los Angeles e grazie all'uscita di Dizzy Up The Girl e soprattutto del singolo Iris, hit e tormentone di tutte le charts oltre che colonna sonora del film "City of Angels", che i Goo Goo Dolls possono veramente dire di avercela fatta a conquistarsi un posto nell'olimpo delle rockstar americane, confermando peraltro il loro buono stato di salute anche nel successivo Gutterflower.
Ma Rzeznik, come afferma anche nel sito della band, è fermamente convinto che "qualche volta bisogna tornare a casa per ritrovarsi", ed evidentemente trovare nuove fonti d'ispirazione, nuovi stimoli senza però perder di vista il sentiero già tracciato, soprattutto se in grado di condurli al successo.
Così dopo quattro anni di pausa, questi tre ragazzi ritornano a Buffalo e presentano la loro nuova fatica in studio, Let Love In appunto, che ha l'arduo compito di proseguire sulla stessa linea qualitativa dei suoi due predecessori. Ed allora l'apertura non può che essere affidata ad uno dei singoli, Stay With You, dove l'inconfondibile sound e songwriting di Rzeznik e soci produce un pezzo veramente bello, come anche la successiva title track. La linea melodica delle due canzoni, delicata e romantica, è azzeccata e di sicuro impatto sull'ascoltatore. L'album prosegue bene con canzoni sempre belle ed eleganti tra semi acustiche e ballate romantiche, vere e proprie costanti del loro repertorio, dove spiccano il singolo Better Days, che ha anticipato l'uscita del disco, o Give A Little Bit, riuscitissima cover dei Supertramp anche questa in verità uscita addirittura un anno prima, o ancora la conclusiva ballad Become.
Anche gli altri pezzi però non sono affatto da tralasciare, brani infatti come Feel The Silence, l'adrenalinica Listen, ed ancora We'll Be Here o Strange Love si fanno ascoltare senza mai annoiare, per cui Let Love In ha il merito, non indefferente per lavori di questo genere. di non contenere momenti di stanca o inutili riempitivi.
La produzione è affidata a Glen Ballard, il suono è pulito e gli arrangiamenti ben curati, mentre il songwriting è quello di casa, marchio oramai inconfondibile del gruppo e si può sicuramente affermare che Let Love In, pur essendo un gradino sotto rispetto ai due album precedenti già citati e non potendo più contare sul fattore sorpresa, non ha deluso le aspettative dei loro più fedeli ascoltatori, benchè ai Goo Goo Dolls non sia ancora, e forse non sarà mai riconosciuto, il loro effettivo valore.